06 dicembre, 2011

Uno Schiaccianoci Kitsh


I quadri di Klimt appesi alle pareti della casa; le foto di Tchaikovsky disposte sopra al pianoforte; le musiche dello stesso grande compositore russo utilizzate per accompagnare canzonette durante il film; lo zio Albert reso come se dovesse essere una sorta di Albert Einstein: uno strano mix di tanti elementi male e poco sviluppati che non riescono a innescare tra di loro un valido connubio di energie e che fanno del film "Lo Schiaccianoci" un oggetto addirittura kitsch.  Il  film di Koncialovskji deriva direttamente dal racconto di "Lo Schiaccianoci e il Re dei topi" di Hoffmann, ma non c'è, come invece nel libro, quella forza onirica e sognatrice che ti trascina con sé ma che, anzi, nel film sembra innaturale, artefatta: non fluida come dovrebbe essere e anche il tentativo di trovare un accordo con l'opera di Tchaikovsky è fallita, avendo usato quelle musiche quasi a sproposito e in circostanze inoppurtune. Anche l'idea di fare del Re dei topi una sorta di dittatore totalitario intento a  "rattificare" l'umanità, mi è sembrata un'intuizione poco consona a un tipo di film come "Lo Schiaccianoci", la cui forza dovrebbe essere la capacità di fare sognare e non tanto quella di ricercare metafore storiche inappropriate per una fiaba.
Simpatico il personaggio de lo Schiaccianoci, un principe reso tale dalle perfide magie della madre del Re dei Topi, che ha scacciato il principe dal suo regno per invece soggiogarlo al suo potere, un potere che sarà costretto a cadere, grazie al coraggio del principe, di altri giocattoli e di Mary, una bambina sognatrice interpretata da Elle Fanning, molto brava in questo ruolo.

Stefano Duranti Poccetti

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