Se suonate uno strumento, avrete sicuramente avuto
l’esperienza di aver imparato una frase, un passaggio o tecnica specifica ed
aver avuto la sensazione di averla conquistata. Poi, in una seconda istanza,
nel momento in cui andate ad eseguire quel brano o passaggio specifico, il
tutto è svanito ed avete avuto la sensazione che non siete stati nemmeno voi ad
averla imparata in precedenza... qualcosa è successo, come se l’aveste
dimenticata, o comunque sia, quando la eseguite, non c’è più la stessa dimestichezza
con cui vi ricordate di averla eseguita prima.
Può essere disarmante per un musicista questa sensazione di
aver conquistato qualcosa sullo strumento per poi scoprire, magari in serata o
alla festa tra amici, che quella conquista era stata solamente parziale e
quella parte non si è riusciti a suonarla allo standard di precisione o pulizia
con cui ci si ricorda averla eseguita in precedenza, a meno che non si
comprenda il fenomeno del “FORO NEL CERVELLO”. Una volta compreso questo
concetto, avrete una prospettiva più realistica dei miglioramenti che si
possono realizzare su uno strumento, delle modalità e tempistica di quei
miglioramenti e potrete, di conseguenza, gestire molto meglio la inevitabile
frustrazione che spesso vive chi è determinato a imparare uno strumento.
Immaginate il vostro cervello come un vaso. Sotto il vaso
immaginate che ci sia un foro. Quando vi esercitate, state semplicemente
mettendo l’acqua nel vaso. Più ci si esercita (e soprattutto, meglio ci si
esercita), più riuscirete a riempire il vaso d’acqua. Con sufficiente
esercizio, il livello dell’acqua raggiunge una particolare altezza nel vaso, in
quel momento specifico. Il problema sorge nel momento in cui si torna al vaso
in un momento successivo e ci si aspetta che il livello dell’acqua sia rimasto
tale a dove lo si era lasciato. Può venire naturale pensare: “ma come? Avevo
versato tanta acqua in questo vaso, dov’è andata a finire?!” Allora, magari un
po’ indisposti, ci si accinge a riversare più acqua nel vaso e a riportare il
livello dell’acqua a dove lo avevate portato la volta precedente. Questa volta
penserete: “Sono sicuro di aver portato il livello dell’acqua all’altezza
prestabilita del vaso”. Poi, purtroppo, quando andate a ricontrollare, di
nuovo, trovate che il livello dell’acqua si è abbassato ulteriormente. A questo
punto viene spontaneo pensare che ci sia qualcosa di sbagliato col proprio vaso.
Qualcuno penserà: “Ma che senso ha continuare a versare l’acqua in un vaso difettoso?”.
La verità è che il “vaso” di ciascuno di noi è già in
partenza forato; solo chi ha la pazienza e la determinazione di versare
continuamente acqua nel proprio vaso potrà mantenere costante il livello
dell’acqua e innalzarlo nel tempo. Si può speculare che la grandezza del foro
di ognuno di noi varia, e su questo ci sono pochi dubbi, ma è anche fuor di
dubbio che CHIUNQUE impara a versare l’acqua nel proprio vaso (impara ad
esercitarsi in maniera efficace) e capisce che è altrettanto importante (se non
più importante) tornare il giorno dopo ed innaffiare il vaso di nuovo per
MANTENERE il livello dell’acqua raggiunto e, solo nel corso del tempo, INNALZARE
il livello dell’acqua, potrà veramente godere nel vedere miglioramenti
sostanziali sul proprio strumento
Credo fermamente che la mancanza di consapevolezza intorno a
quest’argomento sia la principale causa dell’abbandono della pratica musicale o
di uno strumento. Se non si conoscono le dinamiche del processo di
apprendimento relative alla musica (e questo fenomeno in particolare), la
maggior parte delle persone non sono preparate ad affrontare l’inevitabile
frustrazione che deriva dal non riuscire a mantenere il livello dell’acqua
costante nel vaso e a non riuscire ad alzarlo nel tempo. Capito e accettato
questo concetto (e introdotte poi metodologie precise per monitorare il proprio
percorso sullo strumento), si può acquisire la giusta prospettiva del proprio
percorso e imparare a porsi degli obbiettivi realistici e, soprattutto,
acquisire la consapevolezza del proprio progresso sullo strumento, chiave
fondamentale nel perseguimento di un rapporto duraturo con la musica.
Dario Napoli
Sull’autore dell'articolo:
Dario Napoli è un chitarrista professionista, produttore,
compositore e insegnante. Il suo ultimo progetto è DIENNE MANOUCHE e ha pubblicato
un album intitolato GYPSY BOP distribuito anche su itunes e Cdbaby
(http://www.cdbaby.com/cd/diennemanouche). Dario insegna privatamente e al
Laboratorio Musicale Varcobianco di Castiglion del Lago (www.varcobianco.it)
Per chi volesse contattarlo:
darionapoli74@hotmail.com
www.darionapoli.com
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