Un video, le cui immagini
“comandano” i movimenti della protagonista, che sembra essere condannata da
delle prigioni interiori che la soprassiedono. Questo fino al finale, quando la
ragazza, togliendosi i vestiti e assaporando la libertà, può cominciare a
“vivere” e a convivere “serenamente” con i propri incubi.
Questo è “Nera Mamba”, assolo
teatro-danza di e con Elisabetta Di Terlizzi, che fin dall’inizio ci immette
nel dolore della ragazza portata in scena, avendo l’intenzione di crearne
l’esistenza attraverso i vari passaggi della vita. Inizialmente la troviamo
bambina e l’ombra di una mano gigantesca proiettata sul video sembra quasi un
mostro che dirige i movimenti della protagonista; immagine ancora più terribile
quando vediamo che l’ombra della mano porta con sé anche ombre di scheletri
umani. La seconda scena è più movimentata e anche la musica diventa più vivace
– non allegra – e un paio di scarpe a zeppe rosse vengono proiettate sul video,
si tratta delle stesse scarpe che porta la ragazza, che ora non è più una
bambina, ma una ragazza adulta, una ragazza che ha sofferto, una bella ragazza
la cui bellezza è sfiorita anzi tempo e che pare, con la parrucca, il vestito
attillante corto e le scarpe a zeppe alte, una prostituta: sono gl’incubi che
l’hanno dilaniata, che l’hanno distrutta, è colpa di quel maledetto video che
sta lì, sullo sfondo, e che la comanda senza che lei possa ribellarsi, ma alla
fine ce la fa: prende forza finalmente! Si toglie i vestiti, la parrucca: tutte
le sue vesti. È ora completamente nuda come Madre Natura l’ha fatta, mentre il
video dietro di lei brucia e scompare: è finalmente libera e adesso può
mettersi seduta, tranquilla, e guardare un lupo che corre dove vuole,
accompagnata dal suono armonico di musica barocca: è libera! E in questa
libertà è lei la padrona, non è più soggiogata da nessuno, il video non la
comanda più e può così cominciare a dialogare con sé stessa, con i suoi incubi,
può addirittura ballare con uno scheletro, lo scheletro del suo inconscio, e
fare l’amore con lui, per poi addormentarsi insieme e sognare lietamente.
Funziona veramente molto bene la
relazione tra il video e la protagonista e lo spettacolo si fa seguire,
sorprendendo e non annoiando. Si tratta di un assolo piuttosto breve – circa 17
minuti – ma, nonostante questo, è suddiviso in una serie di micro-scene che
risultano allo stesso tempo insieme ben innescate e ciascuna indipendente
dall’altra, suscitando nello spettatore sempre emozioni diverse e intense. Un
complimenti allora a Elisabetta Di Terlizzi e al Suo “Nera Mamba”.
Nessun commento:
Posta un commento