La contadina che s’innamora del
principe; il principe che s’innamora della contadina. Un amore che non può
essere ufficializzato, perché il principe è promesso a un’altra donna. L’amore
che uccide la contadina, che potrà rivedere il suo amato, per l’ultima volta, solo
sotto forma di spettro.
Questa è la sintetica trama della
celebre “Giselle”, con le musiche di Adolphe Adam e con coreografia di Jean
Coralli e di Juler Perrot, ripresa da Yvette Chauviré, andata in scena al
Teatro alla Scala di Milano per diversi giorni consecutivi – io faccio
riferimento allo spettacolo del 13 marzo.
Abbiamo visto una “Giselle” perfettamente
classica e tradizionale, in cui per l’occasione i primi ballerini sono stati Leonid Sarafanov,
nei panni del Principe Albrecht, e Olesia Novikova nel ruolo di Giselle. Ottima
l’interpretazione dei due, soprattutto della seconda, autrice di una prova
impeccabile sotto il piano tecnico e interpretativo. La Novikova è infatti
riuscita a rendere al meglio sia la Giselle contadina, dai tratti spontanei e
ingenui, sia la Giselle Willi, fantasma della notte, dai tratti lirici e
onirici. Anche il pubblico si è dimostrato entusiasta della prova della
ballerina e dell’intero balletto e lo ha salutato con grandi applausi e tanti “Bravo!-
Brava! -Bravi!”. Da non sottovalutare anche la prova del resto delle ballerine
e dei ballerini, tutti ammirevoli sul palcoscenico e sempre armoniosi, sia
nelle prove singole che di gruppo. Tra questi vorrei menzionare Denise Gazzo e
Marco Agostino, che, nel ruolo di contadini, hanno dato luogo a un bellissimo passo
a due: lei agile e leggera; lui muscolare, forse non perfetto tecnicamente, ma
veramente molto caldo nell’ interpretazione, che è arrivata emotivamente agli
spettatori con molta energia e intensità.
L’impianto scenografico è classico:
nel primo intervallo un bosco con una casetta contadina, in cui il bosco è reso
in parte da tendoni dipinti bidimensionali sullo sfondo, in parte da alberi
tridimensionali con tanto di chiome che incorniciano la scena. La casetta è
invece posta a sinistra ed è una struttura praticabile, in cui gli interpreti
entrano ed escono dalla sua porta. Nel secondo intervallo le luci si abbassano:
diventa notte. La casetta non c’è più ed è stata sostituita dalla grande lapide
mortuaria di Giselle. Il bosco invece permane, ma stavolta non ha toni vivaci
come nel primo tempo, ma l’atmosfera è divenuta oscura e misteriosa – il luogo
ideale per la danza delle Willi.
Anche l’Orchestra diretta da Paul
Connelly è stata in linea con il resto della messa in scena: precisa e pulita,
capace di rendere bene la semplicità timbrica e ritmica della musica romantica
di Adam.
Un bel balletto, bravi i ballerini,
organico l’impianto scenico, ottima la prova musicale: tutti gli elementi per
assistere con piacere a questo evento.
Giselle
Coreografia: Jean Coralli - Jules Perrot
Ripresa coreografica: Yvette Chauviré
Musica: Adolphe Adam
Direttore musicale: Paul Connelly
Scene e costumi: Aleksandr Benois
rielaborati da: Angelo Sala e Cinzia Rosselli
Direttore del Corpo di Ballo: Makhar Vaziev
Direttore dell’allestimento scenico: Franco Malgrande
Direttore dell’organizzazione e della produzione: Andrea Valioni
Giselle: Olesia Novikova
Il Principe Albrecht: Leonid Sarafanov
Il Duca di Courland: Matteo Buongiorno
La Principessa Bathilde: Raffaella Benaglia
La madre di Giselle: Monica Vaglietti
Hilarion: Alessandro Grillo
Wilfried: Riccardo Massimi
Il Gran Cacciatore: Matthew Endicott
Passo a due contadini: Denise Gazzo, Marco Agostino
Sei amiche di Giselle: Emanuela Montanari, Serena
Sarnataro, Brigida Bossoni, Lara Montanaro, Chiara Fiandra, Giulia Schembri
Myrtha, Regina delle Willi: Sofia Rosolini
Due Willi: Antonella Albano, Emanuela Montanari
e il corpo di ballo del Teatro alla Scala
Stefano Duranti Poccetti
Nessun commento:
Posta un commento