16 marzo, 2012

"Il volo di Leonardo" o, semplicemente, realizzare i propri sogni



Esiste l’impossibile? No, non esiste. Grazie al sogno si può raggiungere qualsiasi cosa, benché al sogno si aggiunga il mezzo, vale a dire una concreta volontà di fare, di costruire: la capacità di dare vita all’impalcatura che regge il sogno e, se questa non viene eretta con saldezza, il sogno diventa solo una mera illusione.
È un po’ questa l’essenza dello spettacolo “Il volo di Leonardo”, scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese, andato in scena al Teatro Strehler del Piccolo di Milano nella minuta Scatola Magica. Leonardo da Vinci è uno dei più grandi geni dell’umanità – che banalità che ho detto. Un genio che è riuscito a creare, a inventare qualsiasi cosa e tutto questo solo provando, solo facendo tentativi, solo fallendo! Solo chi fallisce può trovare una soluzione, perché solo chi agisce fallisce, e solo chi fallisce riuscirà un giorno a volare! Come lo stesso Leonardo riuscirà alla fine dello spettacolo – dopo vari tentativi che metteranno a dura prova il suo allievo. Uno spettacolo che è un monologo, in cui Flavio Albanese interpreta non Leonardo, ma l’allievo di cui parlavo: Zoroastro. Leonardo non compare mai, ma la sua immagine è resa dal personaggio in scena, che ne racconta le gesta in una chiave a tratti comica, a tratti d’intensa liricità, in cui emerge la vasta figura dell’artista – architetto – ingegnere … del factotum Leonardo, che, certo, di errori ne ha commessi, ma alla fine è sempre arrivato dove voleva e questo perché mai ragionò come un uomo comune, ma con la propria mente, la mente di un genio.
Sulla scena ci sono solo pochi oggetti che ricordano Leonardo da Vinci, sopra a tutti una lavagna in cui sta disegnato il grande volto del maestro. Flavio Albanese ha costruito lo spazio scenico e l’intero impianto spettacolare molto bene ed è bravo a dialogare col pubblico durante la rappresentazione, aiutato anche dalle piccole dimensioni della sala, che si adatta perfettamente a uno spettacolo del genere. L’attore sta sul palcoscenico per circa un’ora e si fa seguire con piacere, senza annoiare, rubando sorrisi. Si può dire insomma che l’evento da lui portato non può prendere il nome di illusione, ma di sogno, perché ha sognato di portare in scena la vita di Leonardo e lo ha anche fatto costruendo un valido impianto spettacolare, che, nella sua semplicità, è stato incisivo ed efficace al punto giusto.

Stefano Duranti Poccetti

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