Teatro Signorelli di Cortona. Mercoledì 28 marzo 2012
Tullio Solenghi e Maurizio Micheli |
Fingersi omosessuale per recuperare il lavoro perduto. Parte
tutta da questa considerazione la vicenda di François Pignon (Maurizio Micheli), da decenni
contabile della “Sicurex”, un’industria di preservativi. Licenziato perché non
giudicato all’altezza “di giocare nella squadra di Rugby dell’azienda”, e allo
stesso tempo anche lasciato dalla moglie (Sandra Cavallini), sarà riassunto
solo quando, su consiglio del nuovo vicino di casa (Enzo Saturni), tramite
delle foto false mandate anonime al vecchio luogo di lavoro, si fingerà omosessuale, costringendo il presidente della “Sicurex”
(Adriano Giraldi) a riassumerlo per evitare un grande scandalo. François diventerà così un personaggio prezioso per l’azienda e
per i media, tanto è vero che sarà portato come icona fondamentale dal mondo
omosessuale. Tullio Solenghi ha invece la parte dell'amministratore del personale dell’azienda,
ed è lui a decidere di licenziare l’impiegato. L'amministratore è inizialmente un
uomo che rifiuta che altri uomini possano avere altre tendenze sessuali: è
quasi un omofobo, ma poi, a seguito della vicenda di François, non solo
cambierà idea, ma troverà in sé stesso la sua parte di omosessualità che fino a
quel momento si era mascherato.
La vicenda gira anche intorno a un’altra figura: l'impiegata dell’ufficio
(Fulvia Lorenzetti), la “bellona” della “Sicurex”, a cui tutti fanno la corte,
ma a cui lei non cede mai, neanche agli altri due colleghi (Paolo Gattini e Matteo
Micheli) che fanno di tutto per conquistarla. Cederà alla fine solo a François,
o meglio, lui cederà a lei, togliendosi finalmente la maschera che si era messo
– una maschera che, tra l’altro, gli ha anche permesso di guadagnare la stima
del figlio (Massimiliano Borghesi), che vede ora il padre come una sorta di
eroe.
Il tutto si conclude con tutti i personaggi della scena che vanno
in corteo a una festa-gay accompagnati dalla musica dei "Village People", come a volerci dire: “l’apparenza inganna, a dire il
vero tutti noi abbiamo dentro qualcosa che non ha a che vedere con la tendenza
sessuale a cui eravamo sicuri di essere predestinati”.
Questa è un po’ la trama sommaria di “L’apparenza inganna”,
di Francis Veber, con la regia di Tullio Solenghi. Si tratta di una “commedia
semplice”, dai ritmi comici ben innescati e ben giocati, che hanno fatto
divertire il pubblico del teatro cortonese.
Molto interessante è la scenografia di questo spettacolo,
una scenografia divisa in due piani, visibili al pubblico a intermittenza: nel piano di sopra è la casa di François Pignon
il luogo scenico, mentre nel piano basso si oscilla tra gli uffici della “Sicurex”
e il ristorante “Il Becco Giallo”, dove vengono rappresentate varie azioni.
Una commedia senza tante pretese e il cui unico risultato
deve essere quello di saper far ridere, e ci è riuscita, grazie all’ottima interpretazione
degli attori in scena, sopra a tutti i protagonisti Tullio Solenghi e Maurizio
Micheli, senza togliere comunque niente a tutti gli altri.
L’apparenza inganna
Di Francis Veber
Adattamento di Tullio Solenghi e Maurizio Micheli
Regia Tullio Solenghi
Scene Alessandro Chiti
Costumi Andrea Stanisci
Musiche Massimiliano Forza
Arrangiamenti Fabio Valdemarin
Disegno luci Filippo Caselli
Con:
Massimiliano Borghesi
Sandra Cavallini
Paolo Gattini
Adriano Giraldi
Fulvia Lorenzetti
Matteo Micheli
Enzo Saturni
Enzo Saturni
Stefano Duranti Poccetti
Ottima recensione la tua. Un piccolo errore: solenghi non era direttore ma l'amministratore del personale! Inoltre io avrei pure menzionato la debolezza caratteriale di Micheli, che gli procura disappunti notevoli con la moglie, figura
RispondiEliminaMolto forte, e col figlio! Scusa se mi sono permessa! Ciao (Simona)
Simona, hai ragione, in effetti mi ero sbagliato sul conto del direttore, e infatti, grazie a te, ho potuto fare la correzione :-) Per il resto, le considerazioni che tu fai sono più che giuste e hai fatto benissimo a commentare per dare la tua opinione, cosa che vorrei che accadesse in generale più spesso ... A presto e grazie!
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