23 marzo, 2012

"Questi Fantasmi" o l'immortalità del classico



Teatro Signorelli di Cortona. Martedì 20 marzo 2012


da sinistra: Piero Pepe e Carlo Giuffré
Essere convinti che ci siano fantasmi all'interno di un grande appartamento e che questi diano in dono molte somme di denaro, quando invece quelli non sono fantasmi, ma il terribile gioco che la moglie e l'amante tramano alle tue spalle: questa è la sorte di Pasquale Lojacono, non a caso definito "anima in pena". La trama di "Questi Fantasmi" di Eduardo De Filippo è fin troppo famosa perché se ne dia una spiegazione completa, quello che a noi interessa è che il classico non muore mai e che, nonostante il teatro abbia preso strade molto diverse da quelle tradizionali, ancora, quando nel boccascena vediamo davanti ai nostri occhi le scene del teatro napoletano del Novecento, siamo invasi da un grande incanto. Il teatro classico non morirà mai, sarà affiancato da altre correnti drammaturgiche - che in futuro otterranno anch'esse il titolo di "classiche" - ma non morirà mai, perché avrà sempre qualcosa da dirci, qualcosa da trasmetterci, soprattutto quando lo sviluppo del dramma è intrapreso da un gruppo di attori validi, come fortunatamente ho potuto ammirare io martedì 20 marzo al Teatro Signorelli di Cortona.
D'altra parte questo tipo di teatro è "teatro d'attore" ed è quindi fondamentale che gli interpreti siano perfettamente in sintonia con il testo scritto e gestuale. Certo è che Carlo Giuffré - regista della messa in scena - è una certezza nei panni del protagonista, sempre emotivo, caldo, attento al timbro della voce, attento alla gestualità e alla costruzione ritmica dello spazio. Mi è piaciuta molto la prova di tutti gli attori, e mi piace ricordare quella di Maria Rosaria Carli, nei panni di Maria, moglie di Pasquale. Maria è una bellissima giovane donna che ha amato un marito molto più vecchio di lei, ma che non riesce più ad amare, anche perché innamorata di un altro uomo: Alfredo Marigliano (interpretato da Paolo Giovannucci molto bene) ed è straordinario come riesce a rendere al meglio l'ambiguità del suo sentimento: da una parte vuole stare con il marito, benché dentro di sé lo consideri un fallito nella vita, dall'altra vuole seguire la sua passione e scappare via, cosa che non farà per un atto di pietà di Alfredo, il "fantasma" di Pasquale. La Carli nella sua interpretazione riesce ad arrivare a un risultato non semplice: non fa di Maria una donna peccaminosa e negativa, ma anzi è, come dice De Filippo una "anima perduta", che tradisce colpita da un senso di vuoto interiore, senza intenzioni malvagie nei confronti di Pasquale. Mi dispiace non poter parlare di tutti gli attori, ma mi accontenterò di dire che la componente attoriale ha fatto un ottimo lavoro nel suo complesso e che quindi sia le attrici che gli attori si sono comportati tutti molto bene.
Qualcosa da ridire invece sulla costruzione scenica. La scenografia è composta dalla grande sala dell'appartamento, accompagnata ai lati dall'apertura di due balconi in primo piano. C'è qualcosa che geometricamente non funziona in questa disposizione, è come se il mio occhio senta come forzati quei due balconi disposti a quel modo, come del resto il mio occhio ha reputato abbastanza fastidiosi quegli schizzi d'immagini digitali che delle volte sono stati proiettati per dare vita a certe sensazioni. Quegli schizzi l'ho sentiti come spruzzi di colore insensati e causa di rovina su un bel quadro.
In ogni caso nel complesso posso dire di avere visto un bello spettacolo, in cui gli attori hanno giocato il ruolo fondamentale. D'altra parte si tratta di teatro d'attore e il resto delle componenti sceniche può cadere in secondo piano.

Questi Fantasmi
di Eduardo De Filippo
regia Carlo Giuffré
luci Umile Vainieri
scene e costumi Aldo Terlizzi
musiche Francesco Giuffré
Personaggi e interpreti (in o. di e.):
Raffaele, portiere (anima nera) - Piero Pepe
due facchini (anime condannate) - Giuseppe Piacquadio e Pietro Meglio
Gastone Califano (anima libera) - Claudio Veneziano
Pasquale Lojacono (anima in pena) - Carlo Giuffré
Carmela, sorella di Raffaele (anima dannata) Antonella Lori
Maria, moglie di Pasquale (anima perduta) - Maria Rosaria Carli
Alfredo Marigliano (anima irrequieta) - Paolo Giovannucci
Armida, moglie di Alfredo (anima triste) - Antonella Cioli
Silvia e Arturo, loro figli (anime innocenti) Pina Perna e Francesco D'Angelo
Saverio Califano, maestro di musica - Giuseppe Sala
Il professor Santanna (anima utile, ma non compare mai)

Stefano Duranti Poccetti

3 commenti:

  1. Il dialogo/monologo al balcone, è qualcosa di portentoso... (Massimo)

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  2. Poi quando è recitato da un grande attore, beh ... straordinario! :-)

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  3. Ogni volta che lo metteva in scena lo rimaneggiava aggiungenovi qualcosa... (Massimo)

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