Ritmi caldi e brillanti sono quelli che
contraddistinguono “Gypsy Bop”, cd del gruppo “Dienne Manouche”, inciso nel
2011. Dario Napoli alla “Lead guitar”, Emile Requin alla “Rhytym Guitar” e Bozorious
ai “Double Bass-piccolo reso-bass”, danno vita a un vivace dialogo
concertistico, a un “divertimento” che diverte ascoltare. Si comincia dai primi
due brani: “A night in Tunisia” e “Hungaria”, in cui, già dai titoli, si
capisce che si ascolterà ritmi di altre culture, e, in parte, è proprio così,
perché ascoltando questi primi due pezzi ci sembra di essere catapultati in
mondi musicali diversi- anche se permane sempre il tocco originale dei Dienne
Manouche, che oscilla tra il Jazz melodico e il Blues. Si continua con questi
caldi ritmi, passando per “Mondello beach”, una traccia anche questa molto
dinamica e danzante, una traccia che ha in sé un ché di nostalgico, un’allegria
che ci riconduce direttamente all’età dell’oro degli anni ’50. In effetti, come
dicevo prima, sembra che per questo gruppo il Jazz melodico non sia finito, ma
che, anzi, debba continuare a resistere e divertire sempre, come una volta- va
comunque specificato che la musica dei “Dienne Manouche” ha un sapore nuovo,
che supera quello del Jazz melodico, alimentandolo di caldi toni, delle volte
presi in prestito dalla musica sud-americana (in effetti, la loro musica si
carica, delle volte, di una certa forza sensuale, tipica della musica popolare
argentina).
Andando avanti con i pezzi del cd arriviamo alle
ultime tracce: numero 11 “J’attendrai” e numero 12 “Nuages”, dove si
tralasciano i ritmi squisitamente brillanti a favore di qualcosa di più “soft”,
lento e lirico, andando così alla ricerca di note più sentimentali. Il
sentimento comunque connota tutta la musica del gruppo e si tratta di un
sentimento che pare quasi nostalgico, della nostalgia della musica di qualche
decennio fa. In effetti, almeno a me, questi pezzi fanno questo effetto: mi
trasportano negli anni ‘50, dove posso ascoltare una piacevolissima musica per
le mie orecchie e per il mio spirito. Mi piace e mi diverte ascoltarla, e
ancora di più quando mi rendo conto che anche chi la suona si diverte.
Stefano Duranti Poccetti
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