Matericità, questa definirei come parola chiave per
identificare il giovane artista aretino Massimo Triolo. Un artista nel vero
senso della parola! Un’artista a tutto tondo che si dedica alla poesia e al
disegno e in entrambe queste attività possiamo parlare di lui, come all’inizio
accennavo, di “artista materico”. La sua scrittura poetica è proprio così:
talmente forte che ci sembra poterla toccare; talmente forte che sembra
fisicamente toccarci; nonostante la sua complessità è creatrice e evocatrice
d’immagini e, delle volte, arriva all’ermetismo. Triolo ha già pubblicato
diversi libri, ma in questa sede ne prenderò in esame uno in particolare: “In
ritardo sulla scena” (Edizioni Akkuaria 2012), disponibile alla libreria Feltrinelli di Arezzo e prossimamente anche alla Mondatori di Corso Italia, in cui le diverse poesie
diventano protagoniste di quel palco su cui “sono arrivate in ritardo”: non
hanno fatto in tempo a trasformarsi in personaggi, sono rimaste evocazioni
narratologiche. “Cosa fai qui in ritardo sulla scena?/ M’invento una via, dove
muore la scena./ Cosa speri vicino al rosso sipario?/ Mi nascondo dietro al
rosso del sipario,/ e spero che non si ripeta/ l’amaro della scena.”: qualche
verso proprio dalla poesia “in ritardo sulla scena” – non voglio scriverla
completamente per non togliere al lettore la curiosità – e solo da queste poche
parole ci si rende conto di quella caratteristica di cui parlavo prima: la
matericità di Triolo e la sua carnalità. Evidente è il senso tattile che emerge
dalla lettura di queste opere, accompagnato da un cosmico concetto di
universalità (emblematico in altre liriche), a cui il poeta giunge grazie alla
sua grande cultura, alla sua accurata attenzione per gli eventi del mondo, e
tramite questa amalgamazione universale si arriva a un risultato: al non senso.
Trapela infatti sempre un carattere ansioso, melanconico, segreto, ambiguo,
dietro le parole di Triolo.
Paesaggio nordico |
Si sente come qualcosa d’inafferrabile, d’incerto,
quell’incertezza che rende le poesie dello scrittore così interessanti. Grande
passione dell’artista è anche la musica e non è un caso che nel libro ci sia
anche una poesia dedicata ai Pink Floyd: si tratta di una riscrittura in chiave
poetica di “The Wall” – “The Wall” rivisitato (omaggio in versi, ai Pink Floyd)
- , divisa con attenzione scena per scena. Qui Triolo spiega con Arte il
significato personale che attribuisce a questo caposaldo musicale, riuscendo ad
andare in profondità arrivando a una interiorizzazione completa – non voglio
svelare più di tanto al lettore.
Trascendenza |
Anche i disegni dell’artista hanno quella caratteristica
tanto ribadita nel corso della recensione. Avete capito di cosa si tratta?
Della matericità, certo! Sono disegni in bianco e nero quelli di Triolo, disegni
di volti, di paesaggi, d’immagini oniriche, ritratti di personaggi famosi… a
cui il Triolo disegnatore non crea soltanto una forma esteriore, ma anche e
soprattutto un’anima. Anche in questo caso è notevole la capacità
d’interiorizzare un’immagine e di riportarla su un foglio bianco in modo tanto
personale e in un modo tanto forte emotivamente. Sono disegni in cui bianco e
nero sembrano a tratti in contrasto, a tratti solidali tra loro; sono un bene e
male che si scontrano e che si incontrano, giungendo alla fine a qualcosa di
altro: all’ “Oltre”, al senso universale che li lega, positivamente o no,
indissolubilmente.
Omaggio a Sergio Leone |
Triolo è sicuramente un Artista da valutare, le sue opere
letterarie meritano di essere lette e i suoi disegni meritano di essere visti.
Emerge una grande capacità formale affiancata a una grande sensibilità e
attenzione per le profondità interiori delle persone e delle cose: una grande
attenzione per l’Universo.
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Stefano Duranti Poccetti
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