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L’esordio è stato di quelli con il botto, uno spettacolo
come energia pura che si infrange sul pubblico lasciandolo senza fiato.
Sul palco 16 tra danzatori, attori e musicisti con lo stesso
Win Vandekeybus ad interpretare la parte di Edipo. La scenografia creata
dall’artista fiammingo è di grande effetto: un enorme oracolo da scalare,
attraversare, scendere e salire che sovrasta i personaggi per ricordare la
morbosa profezia che pesa su Edipo. In un clima che è pesante come le lastre
che circondano i tre bravissimi musicisti (Elko Blijweert, Roland Van
Campenhout e Jeroen Stevens), buio e sporco, Edipo e Giocasta vengono
incalzati e oppressi dalla presenza dell’indovino Tiresia trascinati dai loro
dubbi in maniera turbinosa fino alla risoluzione finale.
I danzatori creano la vita di una corte in decadenza,
malvagia. I loro movimenti sono forti ma bruschi, violenti e disarticolati, si
sfregano e si lanciano l’uno con l’altro per rievocare rituali magici e scene
primitive. Una forza che trascina e avvolge tutto quello che la circonda (pubblico compreso).
La partitura creata da Win Vandekeybus si è rivelata molto
incisiva meritando al termine dello spettacolo lunghi minuti di applausi.
Michele Squillace
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