Teatro Fabbricone, Prato. Domenica 26 febbraio 2012
RUMORE DI ACQUE – Tenere i conti, decifrare i numeri: questo è l’unico
compito del Generale, narratore della nostra storia. Apparentemente sembra non
ci sia nulla di strano, se non fosse che i numeri da contare sono quelli dei
dispersi nel Mediterraneo, delle anime che il mare ha risucchiato e che i pesci
non hanno avuto pietà di salvare. Tanti i volti che quei numeri racchiudono:
Yusuf, Sakinah, Jean Baptiste, lasciato andare in mare dalla madre con la
speranza di riservargli un futuro migliore, Yasmine, spedita in Italia per
trovare un lavoro “facile” e unica a salvarsi. Tante le tragedie che vengono
portate a galla e che tutti i giorni fingiamo di non vedere. Rumore di acque
di Marco Martinelli è lo specchio della nostra società,
disinteressata a ciò cui assiste. Il Generale, costretto ad essere schietto e
freddo nei confronti della morte, appare come un Caronte demoniaco incaricato
dal “Ministro degli Inferni” di accogliere i cadaveri trovati in mare, ma in
realtà è l’unico ad avere pietà di queste anime. Si lamenta se il suo stipendio
è basso per fingersi disinvolto, critica gli “ammiragli figli di ammiragli” di
essere incompetenti, perché sa che il mare è crudele e non ti dà una seconda
possibilità. Tale personaggio, interpretato quasi meccanicamente da Alessandro
Renda, ci conduce in un labirinto buio, tenebroso, in cui l’unica presenza di
salvezza è data dalle musiche dal vivo dei Fratelli Mancuso. Non è casuale la
scelta di inserire canti siciliani, perché l’ambiente che viene evocato è proprio
la Sicilia, precisamente Mazara del Vallo, città affacciata sul Mediterraneo
poco distante dalle coste tunisine. Non viene mai nominata, ma velata dietro la
descrizione di un ambiente immaginario, quale quello di un’isoletta sperduta
dove l’unico abitante è il Generale, a cui fanno compagnia solo gli spiriti dei
morti. Un luogo di silenzio, ponte tra l’Africa e l’Europa. Un silenzio pieno
di menzogna, di disgrazia, che viene rotto all’improvviso come un bicchiere di
cristallo, producendo scompiglio negli spettatori presenti durante questa
rievocazione di vite di vittime obbligate a rimanere invisibili.
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
musiche originali eseguite dal vivo Fratelli Mancuso
spazio, luci, costumi Ermanna Montanari, Enrico Isola
realizzazione costumi Laura Graziani Alta Moda, A.N.G.E.L.O.
direzione tecnica Enrico Isola
tecnico del suono Andrea Villich
realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle Albe Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Danilo Maniscalco, Dennis Masotti
con il contributo di Amir Sharifpour (Opera Ovunque)
promozione Marcella Nonni, Silvia Pagliano, Francesca Venturi
in scena Alessandro Renda
regia Marco Martinelli
produzione Ravenna Festival, Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, "Circuito del Mito" della Regione Siciliana, Sensi Contemporanei col patrocinio di Amnesty International
Sara Bonci
Nessun commento:
Posta un commento