Aggirandosi per le sale di Palazzo Ferretti, a Cortona, posso
ammirare dei dipinti che vedono come soggetti degli oggetti, oggetti che stanno
passando- o che sono già passati- in disuso, ed è per questo che acquistano una
dimensione storica; poi mi giro, e vedo altri dipinti dove vengono
rappresentate delle scene di massa, delle vere e proprie battaglie, in cui,
anche qui, riaffiora, anche se in modo diverso, la dimensione storicistica.
Ecco, forse è proprio questo che accomuna la pittura di Sara Lovari a quella di
Valerio Bucaletti, esposti insieme in queste sale: il senso della dimensione
storicistica. Ma andiamo per ordine:
Sara Lovari |
Sara Lovari è una giovane pittrice di Poppi, ma vanta già
prestigiose mostre in territori stranieri; molto varia la sua carriera e il
carattere della sua pittura, non solo nell’arco del tempo si è voluto, ma ha
subito veramente delle grandi variazioni. Nonostante questo la storia
autobiografica non si dimentica e gli elementi permangono, seppur nascosti. In
queste sale della Lovari troviamo dipinte moka, macchine da scrivere Olivetti,
vecchi telefoni… sono oggetti che non sono lì per un fine decorativo, ma sono lì
per parlarci, per evocare in noi emozioni. I colori sfumati e spenti ci
esprimono qualcosa di melanconico e ci fanno ripensare alle nature morte di
Morandi (anche quelle della pittrice casentinese sono nature morte, ma lei
preferisce dargli il nome di “oggettistica”), e riaffiora veramente un’aria
nostalgica, un’aria di non ritorno, un’aria di “storia”, storia che se n’è
andata. Chi conosce il percorso della Lovari sa anche che l’artista ha
attraversato un “periodo giapponese”, in cui il tema del Giappone era
protagonista delle sue tele, ed è possibile ravvisare, in queste nuove opere,
una vicinanza con la filosofia nipponica, quella filosofia – di cui ci parla
anche Zeami, storico attore del Teatro Nō- che porta una persona all’identificazione con
l’oggetto stesso, arrivando alla personificazione dell’oggetto, ed è proprio
per questo che si può attribuire a queste moka, a queste macchine da scrivere,
a questi telefoni… -tra l’altro dipinti con grande sapienza formale, sapendo
anche in certi casi creare collage di vecchi giornali con oggetti dipinti- una
vera e propria anima, anima che ci parla di una storia nostalgica.
Valerio Bucaletti |
Valerio Bucaletti |
Sara Lovari |
Sara Lovari sta anche facendo un concorso per il Premio
Combat, se volete votarla potete farlo da qui:
Stefano Duranti Poccetti
Ho avuto il grandissimo piacere di vincere, dopo lo spettacolo in dialetto contadino, " Scarpe grosse e cervello fino ", un quadro di Alvaro Bucaletti. Mia madre che già lo aveva ammirato e desiderato quando lo portavano nel palco, è stata felicissima: si tratta di una natura morta con funghi e frutti in un cesto di vimini.
RispondiEliminacest
bravo valerio continua a fare i tuoi meravigliosi quadri
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