Al Pietro Aretino prende vita il
musical di Uberto Kovacevich “Molto meglio di A Chorus Line”. E la sala sembra
trasformarsi in un trionfo di colori sulle note di brani che hanno ripercorso
la storia del musical: da “Mein Herr” a “Easy to be hard”, da “Don’t rain on my
parade” a “When you’re good to mama”. Uno spettacolo esilarante studiato da
Uberto Kovacevich per gli allievi della
Libera Accademia per salutare la stagione di saggi che si è aperta sabato
scorso e che terminerà il primo luglio prossimo, con la “Lisistrata” di
Aristofane. Tempi comici curati nel dettaglio, coreografie semplici, ma di
grande effetto scenico e bravura degli interpreti non potevano che dare come
risultato una pièce ben riuscita. Pièce resa unica da un inaspettato cambio di
registro. L’intuizione del regista, l’aver scritto un copione che non lasci
spazio a momenti morti, culmina infatti nel monologo di carattere critico-nostalgico
affidato a Elena Romagnoli: la morte del teatro. Stabile sostituito da un
discount, dove è ormai possibile comprare di tutto, tranne la polvere che si
respirava sul palcoscenico. Unica pecca, l’acustica, sicuramente non
eccellente, portata però a un buon livello grazie allo sforzo dei ragazzi della
Libera Accademia, che ce l’hanno messa veramente tutta. Trattandosi della versione
in chiave comica del celebre “A Chorus Line”, il regista si è divertito a
portare in scena i tipi di possibili attori presenti a un provino: dall’apolide
di Capolona - diventata subito un tormentone, grazie alla capacità di Clarissa
Cilia di cambiare repentinamente il registro linguistico (dalla variante di
Capolona all’italiano perfetto) senza alcuno sforzo, rendendo la variazione con
la giusta mimica - alla soubrette
napoletana, la donna di mondo che non si lascia scalfire, interpretata dalla
neodiplomata Maria Anna Vona, che, sulle note del brano a lei affidato di Lisa
Minelli, è riuscita a trasformare il piccolo teatro in un angolo di cabaret,
grazie alla sua potente voce e alle sue movenze (in questo caso curate
direttamente dal regista Kovacevich) in uno sfarzoso abito anni ‘30. Per lei,
gli applausi fragorosi del pubblico. Ma il merito va a tutti i ragazzi,
impossibile nominarli tutti. La ballerina di charleston (Sara Daveri),
l’ingenua ragazza di campagna (Francesca Pantaleone), il Dongiovanni del
momento (Stefano Concialdi). Ragazzi che, a turno, si sono messi alla prova,
regalando al pubblico momenti di puro divertimento e una performance finale di tre
brani corali “Season of love”, “You can’t stop the bit” e “Take off with us”.
“Molto meglio di A Chorus Line”
di Uberto Kovacevich
Coreografie di Francesca Ceccatelli
di Uberto Kovacevich
Coreografie di Francesca Ceccatelli
Giochi coreografici di Sara Daveri e Uberto Kovacevich
Direzione musicale di Alessandra Cartocci
regia di Uberto Kovacevich
con Samuel Blandini, Clarissa Cilia, Lucia Cioncolini, Stefano Concialdi, Sara Daveri, Stefano Graverini, Antonella Imbriani, Elena Molino, Francesca Pantaleone, Elena Romagnoli, Maria Anna Vona
con Samuel Blandini, Clarissa Cilia, Lucia Cioncolini, Stefano Concialdi, Sara Daveri, Stefano Graverini, Antonella Imbriani, Elena Molino, Francesca Pantaleone, Elena Romagnoli, Maria Anna Vona
Micaela Caporale
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