Teatro
Signorelli, Cortona. Domenica 15 luglio 2012
Anthony
Arcaini con l’Orchestra Sinfonica Guido d'Arezzo e la Corale F. Coradini.
Non è semplice per
un’orchestra relazionarsi con un giovane direttore d’orchestra di appena 17
anni, qual è Anthony Arcaini, e questa difficile relazione tra le due parti
porta a una sorta d’incomunicabilità che certo non può favorire la riuscita del
brano musicale. Arcaini ha diretto L’ Overture da “Le nozze di Figaro” di
Mozart e la “Sinfonia n. 7” di Beethoven (senza parlare poi della sua
composizione “Inno a Cortona” di cui spenderò parole più tardi), in cui in
entrambe è emerso un grosso limite: la mancanza di energia, la mancanza di
vigore, la mancanza di forza, di “forza” intesa sia come potenza beethoveniana,
sia come vivacità mozartiana. Tutto troppo piatto per Arcaini, che rende queste
composizioni troppo formali, prive di spinta spontanea, perché il direttore non
approfondisce i ritmi orchestrali e sembra rinunciare del tutto a giocare tra i
“piano” e i “forte”… se quindi a un certo punto una voce dalla platea ha
gridato: “Che noia!”, non aveva torto nel sentire così frantumare la vivacità
orchestrale mozartiana. Di Mozart era anche in programma un altro pezzo: “Ave
Verum Corpus”, un mottetto in cui, certo, il rapporto tra il coro e l’orchestra
poteva essere reso con maggior efficacia, visto che paiono due corpi isolati
che non dialogano tra di loro.
Ma, dopo aver parlato
dell’Arcaini direttore, posso parlare dell’Arcaini compositore, in cui il
musicista propone un inno dedicato alla città etrusca: “Inno a Cortona”. Mi
ricordo di aver assistito qualche anno fa a un’esecuzione di un’altra sua
composizione, in occasione del Tuscan Sun Festival, e i limiti che io trovai allora
in quella composizione li ritrovo ora in questa: il tutto risulta alquanto
disorganico, le tonalità attribuite alle diverse parti orchestrali non
interagiscono bene tra di loro; non esiste, anche in questo caso, alcuna
intenzione di giocare tra i “piano” e i “forte”, benché ci sia l’ambizione di
giocare con i diversi timbri strumentali, senza peraltro che i diversi motivi
che escono dagli strumenti siano in qualche modo collegati tra di loro; anche
nella relazione tra coro e orchestra si sente che ci sono dei nessi tonali che
non funzionano…Tutto pare casuale, disordinato e credo che, allora, al Tuscan
Sun Festival, scrissi proprio la stessa cosa.
Non ho notato allora
dei miglioramenti nel giovane Maestro Arcaini, ma questo non pregiudica certo
le speranze per il suo futuro, purché intenda veramente riflettere sui suoi
odierni limiti.
Cortona,
terra cinta
Di
secolare storia
Sempre
sarai nel cuore
Sempre
ti avrà lo sguardo
Di
chi il tuo suolo sfiorò.
Città
più antica non c’è
Città
più bella di te.
Queste le parole
dell’inno, scritte dal professore, scrittore e giornalista Nicola Caldarone,
che ha prestato il suo lavoro per dare alla creazione di Arcaini le parole,
belle parole che certo un cortonese accetta e in cui si può riconoscere
volentieri; la stessa cosa, credo, non si può dire per la musica che le parole
accompagna.
Stefano Duranti
Poccetti
Ma cosa mi sono persa??? (Chiara)
RispondiEliminaDa componente dell'orchestra posso dire che ce l'abbiamo messa tutta per comprenderlo e per aiutarlo, vista la tenera età! Personalmente gli auguro una brillante carriera che otterrà solo con duro e non altri "mezzi"! A buon intenditor poche parole.
RispondiEliminal'autore di questo articolo sarà il mio gironalista di riferimento per la stagione 2012-2013 (Lorenzo)
RispondiEliminaMi scusi se mi permetto, ma quali qualifiche ha lei per poter giudicare così duramente il lavoro di un giovane artista?
RispondiEliminaBuona sera, non si deve scusare, la sua domanda è legittima. Sono giornalista pubblicista, laureato in Musica e Spettacolo e, seppur da autodidatta, studio pianoforte (l'intero mio curriculum può leggerlo alla voce "Redazione"). La mia critica può anche non essere condivisa, ma, come tengo sia la linea del mio giornale, è sicuramente onesta.
RispondiEliminaSono quelle che ho scritto le sensazioni che ho provato durante il concerto e non potevo nasconderle, dovevo essere sincero verso il mio pubblico e verso di me, non voglio macchiarmi dell'errore di molti critici, che, pur di non dare un giudizio negativo, cadono nella piattezza. Il mio motto è "In quanto uomo posso fallire, ma la mia idea la devo esprimere"... Spero di averle risposto, buona serata.
Stefano Duranti Poccetti
Quindi, da quello che mi scrive e che posso leggere nel suo curriculum, lei non ha nessun titolo effettivo per poter scrivere una critica riguardante un concerto di musica classica. Vorrei inoltre farle notare che descrivere le proprie impressioni è differente dal dare un giudizio, soprattutto nel momento in cui lei non è affatto un esperto di musica. A ciò aggiungo un consiglio personale e spassionato, se si vuole definire giornalista e critico, provi ad imparare a scrivere in modo corretto in italiano.
EliminaA dire il vero essere laureati in Musica e Spettacolo significa avere competenze anche di musica colta (non so se sa che l'espressione "musica classica" è sbagliata, anche se usata popolarmente). In ogni caso ognuno ha le sue opinioni e il mondo è bello proprio perché è vario.
Eliminap.s. mi risulta di saper scrivere in italiano, se lei crede che non sia così, per favore, evidenzi gli errori che secondo lei ho fatto, e, ancora per favore, firmi le sue risposte, perché è facile criticare nascondendosi -io ho stroncato uno spettacolo, ho criticato un artista e non è detto che io abbia avuto ragione, ma quanto meno la mia firma ce l'ho messa, la mia faccia ce l'ho messa. Buona giornata!
Non mi risulta che questo genere di laurea le fornisca competenze così ampie. Ho contato tre errori solo nell'articolo sopra riportato (senza contare i testi delle sue risposte), non glieli indico per il semplice fatto che generalmente ricevo un compenso per questo genere di lavori. Non vedo perchè dovrei firmarmi, visto che la nostra conversazione non ha nulla di personale, e conoscere il mio nome non le sarebbe di aiuto. Le faccio anche notare che ci vuole la critica di persone che hanno più di una laurea in "Musica e Spettacolo" per "stroncare" uno spettacolo.
RispondiEliminaForse è meglio finirla qui, anche perché ognuno continuerà a tirare in ballo le proprie ragioni, mi preme comunque farle presente che con me, al concerto, c'era anche un mio caro amico tedesco, critico musicale affermato (di cui non mi sembra giusto fare nome), e anche lui, da Esperto -con la lettera maiuscola-, si è indignato davanti a tanta povertà musicale.
EliminaIn ogni caso, mi lasci dire che da una parte sono molto felice che una critica musicale possa suscitare in alcuni indignazione, questo perché evidentemente per alcuni ancora l'Arte e la Cultura sono una cosa seria. Senza la Cultura non si va da nessuna parte e quello a cui oggi assistiamo, credo, è prima un crollo culturale che economico... Delle volte allora il litigio può, per certi versi, essere visto come produttivo e, perché no?, divertente. Se lei vorrà mandarmi un'email privata mi farà piacere. Buona serata!
Ciao! Sono rientrata ad arezzo oggi e sto con obbrobrio e disgusto la registrazione su teletruria del famoso concerto per Cortona...ma da quando siamo scesi così in basso? Dal tuo articolo avevo capito che non era stato un gran ché, ma non solo il giovane Arcaini deve studiare sia composizione che direzione, ma l'oorchestra? il coro?Non ho mai sentito una cosa così di basso livello. E mi dispiace, davvero. Non c'è proprio speranza per Arezzo e per tutto quello che ci sta intorno. é una lunga storia, che mi ha sempre amareggiato. Stando lontano da Arezzo ormai da più di due anni avevo quasi dimenticato certe situazioni che fortunatamenrte non ho ritrovato fuori, ma mi dispiace vedere che quello che ho lasciato è davvero così terra terra. Che figura. Ma da dove esce Arcaini? Chi lo ha chiamato? Che tristezza!!! Buon proseguimento per tutto, ad majora! (Chiara)
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