Ciao
Marzia, puoi presentarti agli amici del Corriere dello Spettacolo?
Certo! Mi chiamo
Marzia Fontana e sono nata ad Arezzo, ma mi sono spostata da questa città per
poi tornarci all’età di 16 anni, quando mi ci sono trasferita definitivamente e
dove ho frequentato tre anni di superiori. Mi sono poi fatta un’esperienza in Australia
di un po’ di mesi e, tornata, ho preso la
Laurea in Economia e Commercio a Siena. Contemporaneamente ho lavorato poi
a Roma e a Milano in fiction e pubblicità.
Dal punto di vista
teatrale ho studiato due anni al Piccolo Teatro di Arezzo, ho fatto vari stage
e intanto ho cominciato, come dicevo, a lavorare a Milano per la pubblicità, la
mia esperienza lavorativa è andata
quindi di pari passo con la mia formazione artistica.
Nella
tua carriera ti sei dedicata a teatro, cinema e televisione, hai una preferenza
tra queste tre attività?
Preferisco Cinema e
televisione, ho una forte passione per le innovazioni tecnologiche -anche oggi,
per esempio, devo finire di fare montaggi video. Mi piacciono molto queste
cose!
Quali
sono le esperienze professionali che ti sono rimaste più impresse?
Le esperienze più
impresse? L’emozione della prima pubblicità non me la dimentico… fu a Milano ed
era lo spot del “Riso Gallo”: io parlavo con un gallo, che in verità non c’era,
è stato aggiunto dopo.
Un’altra bella
esperienza che non scorderò mai è stata quando, a 19 anni, ho avuto una piccola
parte per “Un Tè con Mussolini” di Zeffirelli. Dovevo recitare in un Istituto
d’Arte a Firenze e mi ritrovai sul set con Zeffirelli, Cher e altri grandi
nomi, mi sentivo veramente emozionata, fino a quel momento mi sembravano
personalità irraggiungibili! Di Zeffirelli mi ricordo che era molto duro,
autoritario e, particolarità, aveva un cane di nome Blanche, che aveva la
cuccia vicino alla seggiola del regista: erano inseparabili.
Ultima esperienza che
ricordo, molto divertente, è stata la possibilità di lavorare con Laurenti e
Ceccherini: sono due personaggi, sia dentro che fuori dal set… forse più fuori
che dentro!
Accennavi
al fatto che Zeffirelli aveva una cane… anche tu sei una vera e propria amante
degli animali giusto?
Sono un’animalista! Ho
12 gatti raccolti dalla strada e stanno in casa con me, e qui vorrei aggiungere
una cosa riguardo agli spettacoli che vedono come protagonisti gli animali,
quelli circensi:
Il FUS (Fondo Unico
per lo Spettacolo) viene usato per finanziare anche lo spettacolo circense, e
quindi anche quello con gli animali. I circhi stanno in vita perché il fondo
unico per lo spettacolo li finanzia. C’è un dato statistico del 2006 che
afferma che al circo di Moira Orfei sono stati concessi 300.000 euro! I fondi
dovrebbero invece essere elargiti al circo senza animali, uno spettacolo con la
“S” maiuscola, dove si mettono in luce le eccezionali capacità di grandi
sportivi, di veri artisti circensi. Basta pensare ai numeri che registra il “Cirque
du Soleil”. Si continua insomma a finanziare gli spettacoli con gli animali,
che a nessuno interessano più e che sono anche nocivi per le stesse fiere, e
intanto, come se non bastasse, al Teatro il FUS concede veramente pochissimo!
Come
è iniziato per te l’Amore per la recitazione?
Mi sono innamorata
della recitazione a 6 anni, guardando Sandro Massimini a teatro –è colui che ha
riportato in auge il musical in Italia. Anche mia nonna ha contribuito alla mia
passione, perché anche lei recitava, così mi aiutava anche a studiare le parti.
Pensa che ero timidissima, delle volte arrivavo a scuola e prendevo brutti voti
perché non riuscivo a parlare… per me il teatro è stato una terapia d’urto!
Fondamentalmente rimani timido, ma riesci a rapportarti all’altro in modo
diverso. Il teatro è stato per me fondamentale per imparare a interagire con
gli altri, io faccio teatro perché mi arricchisce a livello umano.
Credi
che sia importante per un attore la preparazione teatrale?
Il teatro è la base,
un bravo attore parte sempre dal teatro, poi sceglierà se rimanere sul palco o
se andare sul set, però deve partire da lì. Il teatro insomma è indispensabile,
però, purtroppo, è un’Arte povera -l’ottanta percento degli attori hanno un
secondo lavoro… ci vuole molto coraggio e molta passione per farlo. Inoltre in
Italia l’attore non ha un’identità professionale, mentre all’estero ti pagano
anche se sei chiamato a fare un provino!
Hai
una storia personale che ti lega allo sport, soprattutto al calcio… come vedi
questo sport?
Mio padre era un
giocatore di calcio, poi diventato allenatore: ha giocato nell’ Arezzo, nella
Ternana, nella Lazio; come allenatore è stato all’Udinese e l’ha portata in A. Del
calcio mi è rimasto un profondo odio, rispetto per la disciplina sportiva, ma
odio del calcio come contorno, se vado a pensare a tutte le vicende di
calciopoli, delle scommesse… Il calcio si dovrebbe basare sul Fair play,
dovrebbe insegnare la sportività, il rispetto, la solidarietà… per me una cosa
che non ha principii non ha senso di esistere.
E
della tua laurea in Economia e Commercio cosa ne è stato?
Pensa, mi sono fatta
anche il triennio da commercialista! L’economia l’ho fatta perché sono una
persona curiosa e mi piace sapere cosa accade nel mondo a livello finanziario.
Tra l’altro, lavorando nell’arte, campo che poi
ti porta un po’ fuori dalla realtà, è stato importante fare questo tipo
di studi.
“Talent
Center”, parlami di questa scuola in cui insegni e che ti sta togliendo molte
soddisfazioni…
Sono stata chiamata
tre anni fa a Talent Center, a questa scuola dove si fa recitazione teatrale,
cinematografica, canto e regia cinetelevisiva. È un progetto ambizioso a cui
collaborano casting director importanti, come Roberto Graziosi, Simona
Tartaglia… È una scuola molto frequentata dai ragazzi del centro Italia, a cui
si sono aggiunti studenti del Piemonte e della Calabria. La scuola si appoggia
a un’agenzia per attori che si chiama “Mar8” e due bambini (Marta Vaselli e
Ryan Gori) sono riusciti a fare un film da protagonisti che si chiama “La
ragazza e la gondola”, un film inglese; un
altro ragazzo, Pierangelo Menci, è stato in lizza fino all’ultimo per essere
protagonista del primo film della “Lux Vide”; Rina Scartoni è stata interprete
nel film malesiano “Love Nora”; Andrea Beluatto è a Hollywood, è stato
accettato alla Ambda, scuola di recitazione dove prendono quindici persone in
tutto il mondo. I risultati quindi ci sono!
Spesso
corrono lamentele sul fatto che Arezzo non si preoccupi abbastanza delle
discipline artistiche, tu che ne pensi di questa situazione?
Arezzo, con il nuovo assessore Macrì, sta
dando molta importanza alla sua crescita culturale e artistica. L’assessore, in
prima persona, ha cercato spettacoli da portare qui, tra cui ce ne sono anche
alcuni del Piccolo Teatro di Milano, in esclusiva aretina. Lui è un amante
dell’Arte moderna e sta mettendo i suoi rapporti personali a disposizione del
comune. Si tratta di una giunta che si sta dando veramente da fare e sta
cercando di ridare ad Arezzo dei giusti spazi per i fini artistici. Anche il
ritorno di Arezzo Wave è un passo importante e, inoltre, anche il “Polifonico”
sta rifacendo passi da gigante!
Ultima
domanda a una intenditrice sia delle materie economiche sia di quelle
artistiche? È l’Arte un importante spiraglio di salvezza spirituale davanti a
questa crisi finanziaria?
L’Arte è uno
spiraglio che può servire ad alleviare le tensioni, a fare sognare… però costa
troppo, e questo vale per il teatro quanto per il cinema. È pur vero che le
Compagnie teatrali e le produzioni cinematografiche devono coprire i costi e
anche che i finanziamenti alla cultura sono sempre meno… Mah!
Curata da Stefano Duranti
Poccetti
Brava Marzia..artista a 360'(Liliana)
RispondiEliminala visibilità deve servire ad attirare l'attenzione sulle cose che non funzionano altrimenti non ha senso. baci(Marzia)
RispondiEliminaBella testa e bei pensieri. Questa ragazza si merita di fare strada!!!
RispondiElimina