Paolo Preite alla chitarra |
Per fortuna, andando
ad ascoltare concerti qua e là e andando a scovare gli artisti in quello che
oggi è il territorio più vasto: internet, ci si rende conto che esistono dei
bravissimi musicisti italiani che avranno di certo la possibilità di rendere, a
loro modo, grande la musica italiana nel prossimo futuro.
Credo sia questo il
caso di Paolo Preite, un giovane cantautore di 26 anni. L’ho conosciuto su
Facebook e sono stato subito incuriosito ad ascoltare i suoi brani, di cui ho
notato una certa impronta rock e country, ma, soprattutto, ho notato, e questa
è la cosa più importante, un segno originale, un segno solo suo, un segno che
rende la sua arte solo sua: la musica di Paolo Preite e basta.
Paolo è un musicista
autodidatta. Questo gli ha permesso sicuramente di trovare con più facilità la
sua strada, senza essere troppo condizionato dagli ambienti accademici.
Nonostante questo ha studiato la musica a fondo, e non solo quella, visto che
la sua vasta cultura l’ha portato a scrivere addirittura dei testi in latino!
Va detto comunque che la lingua che predilige è l’inglese, anche se Paolo crede
che, in fin dei conti, la lingua è solo una forma, poi l’importante è quello
che si vuole trasmettere, la sostanza delle cose e non la loro apparenza.
Il cantautore è
giovane, ma ha già ottenuto molti consensi, se si pensa che tra non molto
pubblicherà il suo primo album, prodotto da un personaggio speciale: Fernando
Saunders, storico bassista e produttore di Lou Reed (che ha lavorato anche con
Jeff Beck, Ian Hammer, Jimmy Page e molti altri), e vedrà la partecipazione di
Kenny Aronoff, uno dei più richiesti batteristi della musica rock, che ha
suonato con artisti come Bob Dylan, John Fogerty, Satriani… si tratta di un
trampolino di lancio importantissimo per Preite, che vede così appagare i suoi
sogni, il suo talento e il suo grande impegno.
Sono molti gli
artisti e i generi di cui l’ascolto ha contribuito alla formazione del giovane
musicista: dal Soul di Al Green ai Pink Floyd, Queen, Beatles, Rolling Stones,
The Who, Jimi Hendrix, Bruce Springsteen… Paolo apprezza anche alcuni
cantautori e gruppi italiani come Battisti, Celentano, Rino Gaetano e band come
il Banco del Mutuo Soccorso. In ogni caso, come accennavo all’inizio, il suo
stile è del tutto personale, uno stile che, certo, ha inglobato in sé un
immenso repertorio culturale, ma che alla fine esce come qualcosa di nuovo,
influenzato da tutto e da niente. Si tratta di una musica molto emotiva,
spontanea, sotto certi aspetti mistica, e sempre capace di entrare con facile
complicità nelle corde dell’uditore.
Per gli amici del
Corriere dello Spettacolo due brani di Paolo Preite:
Genius at work... Go Paolo go !
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