“Nel lavoro di danzatore, come lo vivo io, questo sentirsi in continua
risonanza con qualcosa che va e ritorna è l’esperienza fondamentale dell’essere
in scena. Sia mantenendo ferrea una struttura da portare avanti sia, viceversa,
lavorando con una struttura fondata sulla variazione o addirittura
sull’improvvisazione, l’elemento dell’atomo della risonanza per me è sempre
vivo”.
“Virgilio Sieni”,
oltre a essere il nome di un importante coreografo italiano, nato a Firenze nel
1957, è anche il nome di un libro, un’intervista dedicata proprio all’artista
italiano. È stato pubblicato dalla casa editrice “L’Epos” nel corso del 2011 ed
è stato scritto da Vito Di Bernardi, professore associato in Discipline dello
spettacolo e insegnante presso l’Università degli Studi di Siena nelle materie
Storia del Teatro e Storia della Danza.
Si tratta di un
percorso artistico che i due protagonisti, l’intervistato e l’intervistatore,
ci fanno vivere grazie a una piacevole chiacchierata, in cui Virgilio Sieni
racconta la sua vita.
È ricca la formazione
del coreografo e regista fiorentino, interessato sia alla cultura classica che
a quella moderna. Sieni è interessato all’arte rinascimentale come a quella
contemporanea, è interessato al balletto classico come alla danza di Paxton o
di Cunningham, e riesce a trovare un linguaggio personale, originale, che lo
contraddistingue, riuscendo a trovare una valida commistione, grazie alla sua
abilità di unire vecchio e nuovo, tra la forma classica e la forma moderna,
senza mai perdere di vista l’unicità, la compostezza dello spettacolo, uno
spettacolo in cui il vero protagonista è il danzatore, perché è proprio lui a
creare la spazialità, a dare vita a una rappresentazione che senza il suo
apporto non sarebbe dinamica, non sarebbe, appunto, spettacolo.
L’intervista arriva
fino a “Tristi Tropici”, spettacolo del 2010, in cui il coreografo fa una
lettura dell’omonimo famoso libro dell’antropologo francese Lévi-Strauss, in
cui lo scrittore si dimostra turbato davanti all’indifferenza degli uomini che
stanno perdendo, a causa della massificazione e di un’industrializzazione senza
confini, la loro consapevolezza di essere entità naturali e non solo sociali.
Questa pubblicazione
di Vito Di Bernardi è sicuramente un documento importante per il mondo del
teatro-danza, ché ci tramanda e ci fa conoscere a fondo una delle più
importanti figure della nostra danza contemporanea.
Stefano Duranti
Poccetti
Nessun commento:
Posta un commento