Teatro
alla Scala, Milano. Martedì 9 ottobre 2012
Una contessa:
Raymonda –che dà anche il nome al balletto-, un principe di cui è innamorata e
che sposerà, un cavaliere saraceno che la vuole e non la ottiene, l’arcana e
quasi divina figura della Dama Bianca, artefice della vittoria dell’Amore. Ci
sono tutti gl’ingredienti per dare vita a una fiaba romantica, anche se in
realtà, con quest’opera coreutica, ci troviamo già un po’ distanti dal periodo
romantico. “Raymonda” è infatti una creazione russa di fine Ottocento, ma,
nonostante questo, potrebbe essere benissimo assimilata a un balletto d’inizio
secolo quale “Giselle”.
La vicenda è forse
meno nota di quella di altre divenute più popolari. Il tutto è ambientato in un’Ungheria
fiabesca, in cui troviamo la contessa de Doris Raymonda innamorata del principe
Jean de Brienne. È durante un sogno che avviene per la prima volta l’incontro
della protagonista con la Dama Bianca, che la mette in guardia dimostrandole
che nel prossimo futuro un Cavaliere Saraceno, Abdérȃhman, verrà a chiederla
con insistenza, tentandola anche con maniere violente. In effetti il sogno si
realizza e Raymonda, mentre sta aspettando il principe al castello, viene colta
dalla visita del Saraceno, che usa tutti i suoi mezzi per farla sua, ma è a
questo punto che giunge Jean de Brienne, che salva la principessa e si batte in
duello con il nemico, che soccombe, ucciso non dalla spada dell’avversario, ma
dalla magia compiuta dalla Dama Bianca. Il tutto si conclude con lo sposalizio
dei protagonisti alla presenza di Re Andrea II d’Ungheria, incorniciato da
bellissime danze ungheresi –in cui riecheggia una sorta di omaggio a Ferenc
Liszt. Quest’ultima scena prende anche il nome di apoteosi.
Le musiche dolci e
ondulate di Glazunov (ben dirette da Alexander Titov) creano quella leggera
atmosfera da sogno in cui lo spettatore può perdersi. Molto suggestivi sono i
costumi -ricreati uguali agli originali da Irene Monti-, in cui le forti tinte
delle vesti si accompagnano con piacevolezza visiva tra di loro; riuscite anche
le scene, create dall’amalgama di quinte dipinte, praticabili, strutture
tridimensionali.
La figura principale
del balletto è di certo Raymonda ed è lei l’assoluta protagonista della scena
–quasi inesistenti gli assoli al maschile. Olesia Novikova, nel suo ruolo, è abile
dal punto di vista tecnico ed è anche eterea, leggera, onirica, forse delle
volte solo un po’ poco calorosa dal punto di vista espressivo-facciale, comunica
con il corpo, meno con il volto.
In sostanza una bella
serata di danza, per un balletto che forse ai nostri occhi contemporanei può
sembrare un po’ lontano –tanti quadri e poca azione-, ma, lo si sa, le fiabe
non muoiono mai.
Stefano Duranti
Poccetti
Raymonda
CoreografiaMarius Petipa
(1898)
Ricostruzione della
coreografia e messa in scena- Sergej Vikharev
Musica- Aleksandr
Glazunov
Direttore- Alexander
Titov
Scene originali- Orest
Allegri, Pëtr Lambin, Konstantin Ivanov (1898) ricreate da Elena Kinkulskaya e
Boris Kaminsky
Costumi originali- Ivan
Vsevoložskij (1898) ricreati da Irene Monti
Luci- Marco Filibeck
Ricerche storiche
d'archivio e coordinamento- Pavel Gershenzon
Con
Raymonda, contessa de
Doris- Olesia Novikova
Cavaliere Jean de
Brienne, fidanzato di Raymonda- Friedemann Vogel
Abdérâhman, cavaliere
saraceno- Mick Zeni
Henriette, amica di
Raymonda- Antonella Albano
Clémence, amica di
Raymonda- Lusymay Di Stefano
Béranger, troubadour
d’Aquitania- Claudio Coviello
Bernard de Ventodour,
troubadour Provenzale- Antonino Sutera
Contessa Sybille,
canonichessa, zia di Raymonda- Sabina Galasso
Andrea II, re d'Ungheria-
Luigi Saruggia
La Dama Bianca,
protettrice della stirpe dei de Doris- Manuela Aufieri
Siniscalco, che governa
il castello dei de Doris- Giuseppe Conte
Ufficiale Verlé- Matthew
Endicott
Soliste (Atto I, secondo
quadro)- Vittoria Valerio, Virna Toppi
Danza saracena (Atto
II)- Denise Gazzo, Maurizio Licitra
Danza spagnola- Sofia
Rosolini, Stefano De Angelis
Mazurka (Atto III)-
Beatrice Carbone, Riccardo Massimi
Palotás- Emanuela
Montanari, Andrea Volpintesta
Solista Pas classique
hongrois (Atto III)- Antonella Albano
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
con la partecipazione degli allievi della scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
con la partecipazione degli allievi della scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala
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