Roma,
Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi. Giovedì 21 novembre 2012
Triplice felice
incontro quello di Dostoevskji/Orsini/Babina. Nella sala del ridotto del Teatro
Eliseo abbiamo visto LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE su drammaturgia di
Pietro Babina, Umberto Orsini e Leonardo Capuano, spettacolo di un fascino e di
un’acutezza quasi scientifica. Di Pietro Babina conoscevamo il percorso
artistico svolto con il Teatrino Clandestino e ora per la prima volta si
cimenta in una regia con un grande attore come Umberto Orsini, il quale non
nuovo ad operazioni del genere gli si offre con generosità e lucidità
impressionante. Umberto Orsini convive con Dostoevskji da anni e in noi stessi
è ancora vivo il ricordo della sua interpretazione nei “Fratelli Karamazov” con
la storica regia di Sandro Bolchi; ora, a distanza di anni, ci ritorna, e ci
ritorna in gran forma, con la complicità del regista e di Leonardo Capuano,
altro interprete dello spettacolo nonché co-autore al Piccolo Eliseo Patroni
Griffi.
La storia è nota,
capitolo a parte dei Fratelli Karamazov, dove Ivan Karamazov espone al fratello
Aleksej il romanzo che ha scritto ed ambientato durante la santa inquisizione
in Spagna. Babina lo immagina suddiviso in tre parti complementari e speculari,
una prima parte evocativa, e solo accennata nei gesti e nelle intenzioni; nella
seconda, su ricalco della prima, ci applica le parole, ma è solo un passaggio
ulteriore nella comprensione e nell'evoluzione della storia, per altro, come
quasi a giustificare l'età del protagonista, nell'adattamento viene immaginato
un figlio-demone-mefisto interpretato da Capuano. "Sto parlando come mio
padre, è un inizio che si tramanda di padre in figlio", dice Ivan a un
certo punto; ed una terza parte infine, una TED conference dove Orsini in
proscenio, illuminato solo da un occhio di bue ed in una posa da grande oratore
e conferenziere, dà il meglio di sé: con giochi di toni cari al suo spessore di
grande interprete del teatro italiano ci tiene legati alla sedia per gli ultimi
preziosi minuti dello spettacolo.
In un ambiente
claustrofobico, che ci appare all'inizio come un rifugio anti-atomico, che poi
scopriamo essere una camera mortuaria di un ben imprecisato ospedale, Pietro
Babina viviseziona il testo in tanti precisi segmenti, con luci acide e neon
intermittenti - difatti al lato della scena appeso campeggia la scritta luminosa
“fede” alla quale il doppio di Ivan tenta di aggrapparsi...
Una regia nitida, scientifica
dicevamo, precisa, precisissima, che ci emoziona in ogni singolo momento, come
a confermare che siamo tutti in questa società contemporanea di “etero-diretti”.
Umberto Orsini si conferma un grande operatore culturale della nostra scena e
con intelligenza e sensibilità ci regala un altro prezioso momento della sua
brillante carriera, al suo fianco un bravo Leonardo Capuano nel difficile ruolo
di contraltare… pomeridiana memorabile!
Mario Di Calo
UMBERTO
ORSINI in
LA
LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE
da
I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij
drammaturgia
Pietro Babina, Umberto Orsini, Leonardo Capuano
con
Leonardo Capuano
scene
Federico Babina e Pietro Babina
costumi
Gianluca Sbicca
musiche
Alberto Fiori
Regia
Pietro Babina
produzione
Faustini Group
Nessun commento:
Posta un commento