Arezzo,
Teatro Mecenate. Domenica 16 dicembre 2012
Invito
di Sosta 2012/2013
Un uomo e una donna
scendono le scalinate del teatro a lento passo, giungono sul palcoscenico e,
solennemente, entrano ciascuno all’interno della propria bacinella d’acqua – la
donna è a sinistra, l’uomo è a destra e i due si muovono a specchio. L’atmosfera
è sospesa, i danzatori si bagnano i capelli e i corpi, di quell’acqua di cui
poi, danzando, lasceranno le tracce in tutto lo spazio d’azione. Si sono così
lavati e per loro è come se iniziasse un “percorso di rinnovamento”. Danzano alternando
frenesia e liricità durante i circa quarantacinque minuti di durata dello
Spettacolo, toccandosi, sfiorandosi, dando vita a passi di Contact improvisation. Danzano e sembra che non riescano a trovare
uno sbocco, una strada di luce, una strada che possa realizzarli e quando
sembra l’abbiano trovata sono una serie di spari che “uccidono” i performers,
che si alzano, si accasciano, si rialzano ancora infinite volte su allegre note
che i colpi di pistola non vogliono far loro ballare. Allora si stancano e
ricomincia la frenesia, frenesia di movimenti che cercano luce, ma senza
trovarla: rimangono compressi, sarà dunque una notte di Passione a salvarli?
Sembra che non basti neanche questo, perché entrambi si ritrovano sdraiati per
terra chiedendosi se il momento della Morte sia arrivato o meno… no, ancora non
è giunto il momento della Morte; sarà dunque giunto il momento della Felicità?
Non si sa: è una Speranza che non lascia spazio alla “Bellezza assoluta” quella
che chiude la performance.
Indubbiamente bravi
César Augusto Cuenca Torres ed Elisabetta Lauro, che elaborano uno Spettacolo
di Danza sul senso della vita. I due danzatori sono molto affiatati e preparati
tecnicamente. Lo Spettacolo risulta nel complesso un po’ ermetico, inoltre un
po’ piatto, ripetitivo in sé stesso; la ripetizione in effetti è un elemento
chiave di quello a cui abbiamo assistito, la ripetizione intesa come
ripetizione in serie delle stesse gestualità, forse simbolo degli stessi errori
in cui l’uomo cade continuamente nella vita. Di filosofia insomma ce n’è molta,
di ermetismo, come detto, pure, ed a causa forse di questo eccessivo gioco di
ripetizioni e di mancanza di coloriture, che “qualcosa” manca a questa
rappresentazione perché possa “rimanere” e perché possa essere “sentita”. D’altra
parte è proprio questo che avverto, infine: uno Spettacolo creato da validi
Artisti, ma uno Spettacolo che, in sé, mi ha lasciato poca intensità interiore.
Stefano Duranti
Poccetti
HAY
UN NO SÉ QUE NO SÉ DONDE
2011
/ 47’ CUENCA LAURO GERMANIA
produzione
Cuenca Lauro
concetto‚
coreografia e performance César Augusto Cuenca Torres ed Elisabetta Lauro
musiche
di C. Fennesz‚ Colleen‚ Biosphere‚ Lhasa de Sela‚ G. Santaolalla‚ Z.Keating‚
Bark Cat Bark
Nessun commento:
Posta un commento