LA MIGLIORE
OFFERTA ITALIA 2012
124' COLORE
REGIA: GIUSEPPE TORNATORE
INTERPRETI: GEOFFREY RUSH, DONALD SUTHERLAND, SYLVIA
HOEKS, JIM STURGESS
Visto
al Teatro Signorelli di Cortona
Virgil Oldman (Rush),
sessant'anni all'incirca, è un celebre luminare e collezionista d'antiquariato
nonché un prestigioso battitore d'aste professionista. Ricchissimo, scapolo,
misantropo e pure un po' misogino, ha dedicato la propria vita ad accumulare
avidamente opere d'arte ricorrendo a qualsiasi mezzo, compreso l'aiuto
dell'amico e complice Billy (il sempre bravo Donald Sutherland) per truccare
aste in cui accaparrarsi pezzi pregiatissimi a cifre irrisorie. In particolare,
Virgin ha sviluppato una grande passione per i quadri raffiguranti ritratti
femminili, che custodisce gelosamente in una stanza/cassaforte segreta
all'interno della propria "modesta" dimora.
La sua routine viene stravolta dalla telefonata della ventisettenne Claire Ibetson, misteriosa e solitaria ragazza affetta da agorafobia (paura degli spazi aperti), che lo implora di occuparsi della catalogazione con relativa stima dell'ingente patrimonio ereditato dai genitori. Inizialmente restìo ad accettare l'incarico per via delle bizzarre condizioni in cui è costretto a relazionarsi con la propria committente (Claire, a causa della patologia da cui è affetta, vive barricata nella propria stanza all'interno della villa di famiglia e non si mostra mai a nessuno, comunicando col mondo esterno solo tramite telefono), Virgil si convince dopo aver scoperto, in mezzo a tanti oggetti preziosi, quelli che ritiene essere i frammenti di un prodigioso automa del'700 costruito dall'inventore francese Jacques de Vaucanson, frammenti che ricompone con l'aiuto del giovane e donnaiolo inventore-tuttofare Robert. Ma c'è un altro motivo che porta il nostro a tornare in quella villa e che pian piano soppianta qualunque interesse collezionistico: inizialmente solo incuriosito da Claire, Virgil finisce per innamorarsene perdutamente (primo amore della sua vita). Grazie anche ai consigli di Robert, divenuto ormai il suo confidente di fiducia, Virgil riesce a conquistare Claire e a farla guarire, grazie anche ad un evento traumatico che la costringerà a vincere le proprie paure e a ritornare nel mondo. I due vanno a vivere insieme ed al vecchio antiquario, appagato dall'amore, non resta altro che annunciare il ritiro dalle scene celebrando un'ultima, memorabile asta a Londra, al termine della quale colleghi, amici ed uditori fanno la fila per omaggiarlo, nell'attesa febbrile di tornare a casa da Claire...
La sua routine viene stravolta dalla telefonata della ventisettenne Claire Ibetson, misteriosa e solitaria ragazza affetta da agorafobia (paura degli spazi aperti), che lo implora di occuparsi della catalogazione con relativa stima dell'ingente patrimonio ereditato dai genitori. Inizialmente restìo ad accettare l'incarico per via delle bizzarre condizioni in cui è costretto a relazionarsi con la propria committente (Claire, a causa della patologia da cui è affetta, vive barricata nella propria stanza all'interno della villa di famiglia e non si mostra mai a nessuno, comunicando col mondo esterno solo tramite telefono), Virgil si convince dopo aver scoperto, in mezzo a tanti oggetti preziosi, quelli che ritiene essere i frammenti di un prodigioso automa del'700 costruito dall'inventore francese Jacques de Vaucanson, frammenti che ricompone con l'aiuto del giovane e donnaiolo inventore-tuttofare Robert. Ma c'è un altro motivo che porta il nostro a tornare in quella villa e che pian piano soppianta qualunque interesse collezionistico: inizialmente solo incuriosito da Claire, Virgil finisce per innamorarsene perdutamente (primo amore della sua vita). Grazie anche ai consigli di Robert, divenuto ormai il suo confidente di fiducia, Virgil riesce a conquistare Claire e a farla guarire, grazie anche ad un evento traumatico che la costringerà a vincere le proprie paure e a ritornare nel mondo. I due vanno a vivere insieme ed al vecchio antiquario, appagato dall'amore, non resta altro che annunciare il ritiro dalle scene celebrando un'ultima, memorabile asta a Londra, al termine della quale colleghi, amici ed uditori fanno la fila per omaggiarlo, nell'attesa febbrile di tornare a casa da Claire...
Dopo
"BAARIA" del 2009, interessante ma fragile e non del tutto risolto
omaggio alla propria terra natale, Tornatore si ripropone con una storia
affascinante e dalla confezione elegantissima, un dramma ambiguo ed
estremamente sottile di ottima levatura, una produzione ambiziosa e per una volta tanto sganciata dai tipici
provincialismi che affliggono le opere nostrane negli ultimi anni e che portano
invariabilmente alla realizzazione di pellicole autoreferenziali (tendiamo
molto a guardarci allo specchio ma senza spirito critico) e di scarso appeal
per il mercato estero, pecca di cui "LA MIGLIORE OFFERTA" non può
certo essere accusata, risultando pienamente credibile anche in ottica
internazionale, trattandosi di una storia dal respiro universale (cioè
collocabile, per le tematiche e i modi in cui esse vengono sviluppate, in un
"dove" e in un "quando" indefiniti e quindi potenzialmente
applicabile ad ogni "dove" e ad ogni "quando", o quasi).
L'apparenza inganna e
niente è come sembra, almeno per quanto riguarda i comportamenti umani: è
l'amaro messaggio inviato dal regista (per bocca di BIlly che, con una punta di
sadismo, tenta di mettere in guardia il caro "amico") che Virgil
scopre a proprie spese. La sua proverbiale abilità nello smascherare i falsi in
ambito artistico si rivela del tutto inefficace al cospetto della colossale e
perfetta (fin troppo, aggiungerei: da questo punto di vista la sceneggiatura pecca
un po' di superbia...) truffa di cui è vittima; i suoi carnefici ordiscono una
trama di inarrivabile perfidia psicologica, sfruttando i sentimenti più cari
all'uomo (amicizia, fiducia, amore) e lasciando nello spettatore un senso di
vuoto e di scoraggiamento: è giusto correre il rischio di aprirsi agli altri? è
un investimento psicologico che vale la pena tentare? la nostra natura di
"animali sociali" ci porta inevitabilmente a soffrire? Vedendo il
film credo venga spontaneo porsi certi inquetanti interrogativi circa il lato
oscuro degli esseri umani, e per questo "LA MIGLIORE OFFERTA" non è
molto adatto ai pessimisti o a chi cerca una storia d'evasione per rinfrescare
lo spirito...
Ottimo il cast, con
Geoffrey Rush autore di un'interpretazione memorabile nel ruolo del
protagonista.
Musiche di Ennio
Morricone.
Francesco Vignaroli
buon film ma non il suo migliore. (Rossana)
RispondiEliminaCondivido totalmente quanto scritto da Francesco. Non so valutare se si tratti del miglior Tornatore, di certo siamo davanti al miglior Rush, la cui interpretazione incolla letteralmente lo spettatore allo schermo. Lo definirei un film sull'inautenticità: magistrali il parallelismo tra "donna-umana" e "donna-opera d'arte" e il susseguente capovolgimento dei due piani che mette in crisi l'affermato battitore d'aste e lascia a noi spettatori qualche riflessione da fare ma soprattutto, ci ricorda come ogni scoperta non possa che muovere dal dubbio. "Dubito ergo sum", come spiegava qualcuno più profondo di me!
RispondiEliminaChiudo dicendo che, a posteriori, sono rimasto ben contento di aver (ri)pagato il biglietto (e non passi per un modo di dire, dato che mi succede rarissimamente..)!
Rodolfo