Roma,
Teatro Ghione. Dal 7 al 17 Febbraio 2013
Intorno a Joseph
Carey Merrick, conosciuto da tutti nel mondo come l'Uomo elefante (The Elephant
Man), si è scritto molto e molto si è detto, il primo ad occuparsene fu proprio
il suo salvatore ed amico sir Frederick Treves, che da medico scrisse The Elephant Man and Other Reminiscences, riguardo alle sue
ricerche sulla anomalia e particolarità di questo uomo così mostruoso e così
sensibilmente maltrattato, ma anche nel libro cult di Leslie Aaron Fiedler Freaks, nel capitolo “Uomini selvaggi e
bambini selvatici”, c’è una disamina circa questa particolare mostruosità; poi
venne Bernard Pomerance nel 1977 col suo omonimo testo teatrale, che vanta una
messa in scena italiana per la regia di Giorgio Pressburger del 1981 per il
Festival dei Due Mondi di Spoleto con Paolo Bonacelli nel ruolo di Treves,
infine il film di David Linch del 1980, che ha dato maggiore notorietà e
risalto alla vicenda umana di questo straordinario uomo.
Ora per la Compagnia
Molière e il patrocinio della Regione Veneta va in scena la riduzione originale
di Giancarlo Marinelli, che ne cura anche la regia, che opera un taglio netto
con la scientificità del caso e ne dà un taglio più umano e contemporaneo: “Portare
sulla scena una storia di amicizia tra un brillante ed ambizioso chirurgo ed un
mostro apparente, capace di regalare un mondo di poesia e di bellezza,
significa sovvertire il putrido sistema di vuote apparenze, di fasulle
perfezioni, di oscene ostentazioni artificiali a cui siamo ormai assuefatti, la
storia di Joseph Merrick è in fondo la storia della nostra ipocrisia, del
nostro proverbiale rifiuto ad accettare l’altro da noi”, e ci riesce benissimo,
la dimensione del racconto è assolutamente centrata e messa a fuoco, ci si
commuove e ci si vergogna di fronte alle nostre preoccupazioni quotidiane di
apparire, c’è chi invece vuole nascondersi per poi metterci a nudo di fronte
alle pochezze della società contemporanea fatte solo di esibizione e di
apparenza. Ed è altrettanto ben riuscita e coraggiosa la scelta di far
interpretare il ruolo di Joseph Merrick a Daniele Liotti, bello, e non solo del
cinema italiano, che, con coraggio, umiltà ed umanità si cala nel ruolo
difficile e pericoloso del freak tanto noto, con pochi accorgimenti sia fisici,
leggermente claudicante, che vocali, imbrunisce ed arrochisce la voce. La
maschera che indossa è di Sergio Stivaletti. Egli riesce perfettamente a calarsi
sia nei panni dello sfortunato e sensibile fenomeno del “The Penny Show Man”
che a fine declamatore - come in “L’attimo Fuggente di Peter Weir” - di “Oh
Capitano mio Capitano”, nota lirica di Walt Whitman, e questo è un momento
particolarmente riuscito dello spettacolo che come un varietà ci riporta a
quanto vanesia possa essere la nostra sofferente e incerta contemporaneità.
Sono accanto al
protagonista vero della serata, Daniele Liotti, presso il Teatro Ghione di
Roma, una straordinaria Ivana Monti, autoritaria quanto commossa capo
infermiera, che dà peso e spessore ad ogni suo intervento; vigile e materna
custode di Treves, per un vecchio amore ormai solo ricordo, una accorata e
passionale Debora Caprioglio che in un ballo, denominato ballo dell’elefante da
Joseph Merrick, crea il primo punto di contatto/snodo nella drammaturgia
scenica fra la cosiddetta normalità e la tanto spaventosa mostruosità!
Infine Rosario
Coppolino, che con affabilità e generosità fa un percorso interpretativo
esemplare, ci porta per mano nella sua caparbietà e ostinazione di medico e di
uomo nel voler dapprima conoscere e poi ritrovare, innanzitutto un’amicizia ed
un affetto, e poi poter confermare e dimostrare ai benefattori/detrattori della
clinica in cui opera che le sue teorie sono al passo con i tempi e soprattutto
non sono errate.
Bravi anche Andrea
Cavatorta (direttore della clinica), Francesco Cordella (l’aguzzino padrone del
circo), Serena Marinelli (presunta sorella e complice scellerata) e il duttile
e crudele, nonché puttaniere, ben reso da Simone Vaio.
Mario Di Calo
ELEPHANT
MAN
di
Giancarlo Marinelli
tratto
dall’omonimo racconto di Frederick Treves
con
Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino
con
la partecipazione di Debora Caprioglio
Compagnia
Molière
con
il patrocinio della REGIONE VENETO
Ivana
Monti
Daniele
Liotti
Rosario
Coppolino
con
la partecipazione di Debora Caprioglio
con
Andrea Cavatorta, Francesco Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio
regia
Giancarlo Marinelli
scene
Andrea Bianchi/Forlani
costumi
Marta Crisolini Malatesta
light
designer Daniele Davino
la
maschera dell’uomo elefante è realizzata da Sergio Stivaletti
Teatro
Ghione, Roma
dal
7 al 17 Febbraio 2013
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