Milano,
Teatro Leonardo da Vinci, dal 12 al 17 febbraio 2013
Mi ritrovo a
recensire una storia d’amore il giorno di S. Valentino, infatti, il tema
centrale dello spettacolo è l’amore per la vita, gli eccessi, l’arte, che univa
quel gruppo di artisti maledetti che vivevano a Parigi, il centro del mondo
agli inizi del novecento, venuti da un po’ dovunque per cercare la fama, il
successo, anche a costo della rovina, sia fisica sia morale.
Lo spettacolo è
incentrato sull’ultimo inverno di Modigliani, poète maudit, quello in cui muore
a soli trentacinque anni, era il 1920 e due giorni dopo la sua compagna e
modella preferita Jeanne si uccide, al nono mese di gravidanza, lanciandosi da
una finestra. Il ventre di Jeanne è perfettamente piatto, è lei a dichiarare a
Modigliani di aspettare un figlio, da quell’angolo di casa da dove non si
sposterà mai, tenendo tra le mani i ritratti che le ha fatto il pittore,
aspettando il suo ritorno dopo notti passate nei locali di Montparnasse, magari
in compagnia di altre donne, bevendo fino all’annientamento.
Nel testo scritto da Gipo Gurrado, Jeanne ha
un ruolo a mio parere un po’ marginale, data l’importanza che ha rivestito
nella vita del pittore. Ma bella è la scena finale in cui, come sorta di
fantasmi, ripetono “morire insieme, l’unico modo per restare qui”. Sembra quasi che le storie, dove l’amore è
più forte, debbano portare con sé la tragedia, la passione estrema,
l’annullamento delle volontà per dedicarsi senza limiti al proprio amato. Così
è stata la storia tra Amedeo e Jeanne, donna di straordinaria bellezza che
aveva fatto dichiarare a Modigliani “Quando conoscerò la tua anima…dipingerò i
tuoi occhi” .
E Gipo Gurrado, scrivendo parole molto
poetiche, riprende questo concetto nella canzone “…se manchi tu non c’è ocra,
né gocce d’indaco, sei tu il mio colore…”. Modigliani cerca volti da dipingere
tra il fumo dei locali, nell’ebbrezza dell’assenzio, chiedendo a giovani donne
di posare per lui, in cambio riceveranno cinque franchi e l’immortalità.
Attorno a Modì ci
sono il pittore Utrillo, Leopold Zborowski, il mercante d’arte polacco, Kiki de
Montparnasse, la modella di Man Ray, e i musicisti di un eccellente quartetto,
chitarra, pianoforte, batteria, violoncello, che sulla scena hanno un ruolo
fondamentale. Si può dire che they steal
the show (rubano la scena) perché la musica, bella, non ci lascia un istante. Talvolta sentiamo la mancanza di un po’ più di
recitativo, per interrompere quel flusso continuo, concedendo una pausa anche a
noi spettatori, per poi riprendere con la stessa intensità e poesia.
Raccontare la vita di
Modigliani potrebbe essere facile, per il contenuto drammatico e spettacolare,
quasi già pronto da portare in scena, ma altrettanto difficile potrebbe
diventare il non cadere nella retorica dell’amore, della morale, dei
sentimentalismi. Oppure lo storicizzare
per forza la sua figura, che è figlia di un determinato periodo, irripetibile e
fertile, drammatico e creativamente intenso, che è passato lasciando sul suo
cammino molte vittime di artisti che sono morti senza forse mai sapere che un
giorno sarebbero diventati famosi e che le loro opere avrebbero fatto ricchi
collezionisti e mercanti. La modernità e l’attualità della storia sta nel
ricordarci che i sogni degli artisti non hanno tempo, né spazio, né scadenza,
come pure le storie d’amore con la a maiuscola, quelle che celebrano ogni
giorno S. Valentino e non solo il 14 febbraio.
Gipo Gurrado qui
affronta per la prima volta la regia, in più scrive il libretto e le musiche, e
non rinuncia nemmeno a suonare la chitarra in scena. Una bella prova di
maturità ed esperienza anche la scelta degli attori, tutti bravi sia a cantare
sia a recitare, compito difficile ma evidentemente possibile.
Insomma, un’orchestra
diretta bene per raccontarci una storia così vera che non ci sembra vero.
Daria D.
AUTORE
Gipo
Gurrado
CON
Enrico
Ballardini, Giulia D'Imperio, Davide Gorla, Ilaria Pastore, Chiara Scaccia,
Cristina Zamboni
Francesco
Saverio Gliozzi violoncello
Gipo
Gurrado chitarra
Mell
Morcone pianoforte
Mauro
Sansone batteria
REGIA
Gipo
Gurrado
PRODUZIONE
Tiktalik
Teatro, Odemà
TIPO
DI SPETTACOLO
Spettacolo
Serale
MUSICA
Gipo
Gurrado
NOTE
libretto
Gipo Gurrado
movimenti
scenici Lia Courrier
scene
e costumi Vittoria Papaleo, Maria De Marco, Stefania Coretti
luci
Monica Gorla
fonica
Stefano Dragone
foto
Zoe Vincenti
DURATA:
1 ORA E 30 MINUTI, SENZA INTERVALLO
In occasione della mostra su Amedeo Modigliani, al Palazzo Reale di Milano, Graus editore pubblica “Elvira la modella di Modigliani”, di Carlo Valentini.
RispondiEliminaLa Parigi degli artisti, da Picasso a Renoir, da Cézanne a Matisse, la città della Belle Epoque, della mondanità e delle corse dei cavalli, dell’invasione tedesca nella prima guerra mondiale, ma soprattutto la Parigi di Modigliani coi suoi eccessi, la sua creatività, i suoi patimenti e la sua umanità, narrata attraverso la vita rocambolesca di una delle protagoniste di quel periodo, Elvira la Quique, che di Modigliani fu modella e amante. Carlo Valentini, giornalista Rai, propone con “Elvira, la modella di Modigliani” (Graus editore) una biografia-romanzo in cui si ripercorre tutta l’avventura artistica e personale di Amedeo Modigliani, ricostruendo il legame che unì il pittore alla modella di alcuni dei suoi celebri nudi, allo stesso tempo casti e ammiccanti.
Attraverso Elvira, eroina quasi inconsapevole di una delle stagioni più esaltanti della recente storia artistica europea, l’autore, con stile stringato, quasi da reportage giornalistico, ci conduce nel cuore della Parigi bohemienne, ci fa conoscere i suoi abitanti poi divenuti famosi e ci guida in quelle irripetibili atmosfere in cui si intrecciavano libertà e gioia, frustrazioni e amarezze, illusioni e disillusioni, amori e tradimenti. Si tratta di una riproposizione della vita artistica di Modigliani da un’ottica assai originale che attinge anche a documenti inediti e che conferma come spesso la genialità nel mondo dell’arte venga riconosciuta solo dai posteri, non a caso l’artista morì di stenti mentre l’8 novembre 2006 la casa d’aste Sotheby’s ha aggiudicato a New York un suo quadro per 31 milioni di dollari.