Enrico Oliveri,
interpretato da Tony Servillo, è il segretario del principale governo d’opposizione.
Gli ultimi sondaggi elettorali lo valutano vinto, per cui, soffrendo anche di
una forte depressione, decide di allontanarsi temporaneamente e senza
preavviso, dal suo paese, da sua moglie e dal suo ruolo politico. Si
trasferisce a Parigi, dove ad accoglierlo c’è Danielle, sua vecchia fiamma.
Intanto in Italia il fedele segretario, Andrea Bottini (interpretato da Valerio
Mastandrea), e la moglie Anna cercano disperatamente una soluzione per colmare
questo vuoto. La forte crisi politica fa sì che la gente si senta smarrita,
confusa, e un leader, soprattutto in queste circostanze, è fondamentale. Anna
ha un’idea geniale: chiamare Giovanni Ernani, fratello gemello di Enrico.
Appena dimesso da una
clinica psichiatrica, scrittore, filosofo e poeta, Giovanni sembra essere
l’uomo giusto al momento giusto, adeguato per compiere questo incarico
complesso. Schietto, sincero, senza freni nè malizie, porta avanti la sua idea
politica di cittadino comune, senza poter e voler indossare l’abito dell’uomo
potente. Credibile, probabilmente proprio perché onesto e leale, fa rialzare
improvvisamente le stime ed è capace di sopraffare la controparte. Durante una
conferenza stampa Giovanni utilizza un termine, forse dimenticato da tutti gli
altri: passione. Non soldi, arricchimento, dominio, possesso, falsità, ma è la
passione a condizionare il governo di un paese e, aggiunge, l’unica alleanza
possibile è con la coscienza delle persone: non ci sono amici in politica.
Contemporaneamente
Enrico sta ricostruendo se stesso: affronta il suo passato, accetta il suo
presente e ricompone i pezzi di un puzzle che sembrava ormai impossibile da
ripristinare. La risposta è sempre dentro di noi, su questo Giovanni non
sbagliava affatto. La libertà di scegliersi e conoscersi/riconoscersi, come
quella di poter affondare i piedi nei granelli di sabbia, è un dono prezioso e
necessario; ma per ottenerla bisogna avere coraggio e dimenticarsi della paura.
Toni Servillo, come
nel Divo, vede affidatogli un ruolo complesso, contestualizzando il film: di
questi tempi, dove smarrimento e costernazione sono all’ordine del giorno, come
può un politico risultare attendibile?
Francesca
Saveria Cimmino
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