Il film diretto da
Nicholas Jarecki, il cui titolo originale risulta essere Arbitrage, è un
thriller ambientato nell’alta finanza.
Il Signor Miller,
interpretato da Richard Gere è un uomo d’affari importante e stimato. Ha una
bella moglie (Susan Sarandon) e una bella famiglia con cui festeggia il suo
sessantesimo compleanno mostrando affetto e riconoscenza durante il discorso
che segue il brindisi.
Eppure non tutto è
oro quel che luccica: oltre ad una storia parallela con un’amante esigente , il
cui ruolo è rivestito dalla francese Laetitia Casta, anche delle difficoltà
finanziarie sembrano essere il pensiero predominante nella mente di quest’uomo
dall’aspetto più che dignitoso.
I soldi: cinque
lettere che cambiano un uomo, rendendolo potente e invincibile o meschino e
vile. Un confine labile tra il successo e il precipizio. Una vita sospesa in
attesa delle chiamate giuste, degli investimenti e delle scommesse vinte.
La situazione si
complica quando diviene il maggior sospettato di omicidio a seguito di un
incidente in cui Julie, la sua amante, muore.
La polizia cerca
prove e il modo di incastrarlo, ma il Signor Miller sembra essere più furbo
anticipando e prevedendo le loro mosse. Anche se questo significa, ancora una
volta, sporcarsi le mani.
Non c’è fine alla
corruzione e alla possibilità di ottenere quel che si vuole se si hanno i mezzi
necessari per farlo: non c’è onestà, giustizia, legge che possa vincere contro
chi offre due milioni di dollari o anche meno.
I soldi cambiano le
prospettive, le esigenze, talvolta le persone.
Si possono evitare
processi, si possono rinviare o si può ottenere l’assoluzione anche quando
tutti gli indizi portano in un’unica direzione.
Questa dinamica, a
noi ben nota, viene svolta quotidianamente sotto gli occhi dei più; ma ormai ne
siamo così assuefatti da non riuscire neanche a notarne i confini.
Non è il primo né
l’unico film a denunciare la posizione dei potenti, e probabilmente non ne
basterebbero altri cento.
Tuttavia risulta
essere sicuramente quello girato in minor tempo: le riprese si sono svolte in
trentuno giorni; motivo per il quale delle incoerenze filmiche, presenti in più
sequenze, possano essere giustificate. Sicuramente la sceneggiatura si basa su
una struttura solida e interessante, studiata nei minimi dettagli per
sorprendere e mantenere la concentrazione sempre vigile.
Francesca Saveria
Cimmino
Richard Gere è in vendita? me lo comprerei...LOL... Daria
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