Fino
al 28 marzo al TEATRO INDIA di Roma e dal 3 al 5 maggio STAZIONE LEOPOLDA di
Firenze
Il primo spettacolo
in assoluto che vidi di Luca Ronconi fu LA SERVA AMOROSA di Carlo Goldoni, con
Annamaria Guarnieri, al Teatro Duse di Bologna; il penultimo I BEATI ANNI DEL
CASTIGO di Fleur Jaeggy con Elena Ghiaurov al Piccolo Teatro di Milano; in
mezzo tanti e tanti - non tutti ma la maggior parte li ho visti. L’8 Marzo,
giorno in cui il Maestro compie ottanta anni, auguri di cuore Maestro, ho visto
IN CERCA D’AUTORE Studio sui SEI PERSONAGGI di Luigi Pirandello con gli attori
diplomati all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” al Teatro India di
Roma.
Questi spettacoli apparentemente diversi fra loro sono accomunati dal gusto della parola, niente macchine, niente artifizi, solo la parola e la semplicità del giuoco teatrale e il Maestro sembra trovarcisi a suo agio poiché ci consegna stavolta uno spettacolo straordinariamente semplice – una scatola di un bianco accecante di una decina di metri per venti, sette sedie stilizzate ed un tavolo, quindici attori neo/diplomati straordinari – ma assolutamente centrato come a dar prova che a far teatro ci vuol poco: “E’ tutto qui il male, nelle parole”, dice un personaggio, solo le parole ed i suoi significati bastano a fare di una serata un evento assolutamente unico.
Questi spettacoli apparentemente diversi fra loro sono accomunati dal gusto della parola, niente macchine, niente artifizi, solo la parola e la semplicità del giuoco teatrale e il Maestro sembra trovarcisi a suo agio poiché ci consegna stavolta uno spettacolo straordinariamente semplice – una scatola di un bianco accecante di una decina di metri per venti, sette sedie stilizzate ed un tavolo, quindici attori neo/diplomati straordinari – ma assolutamente centrato come a dar prova che a far teatro ci vuol poco: “E’ tutto qui il male, nelle parole”, dice un personaggio, solo le parole ed i suoi significati bastano a fare di una serata un evento assolutamente unico.
La storia è nota,
mentre una compagnia teatrale sta provando la messinscena de “Il Giuoco delle
parti” dal fondo della sala si vedono arrivare sei personaggi non ben
identificati che risultano poi essere portatori di una loro storia, di una loro
verità, che prendono, forse a ragione, essere più vera di quella che generalmente
viene rappresentata a teatro. Molto si è detto e molto si è scritto intorno a
questo monumento pirandelliano ed al famoso teatro
nel teatro, ma qui Luca Ronconi, con dei tagli assolutamente inevitabili,
va oltre tutto quanto dimostrandoci con i fatti che questo dramma del 1921 può
essere più che mai contemporaneo, non si è più personaggi o realtà, si è tutto
e al contempo nulla, tutto dipende dall’urgenza che abbiamo di far valere la
nostra verità, anche se prigionieri del cervello di altri, e, invertendo
l’arrivo dei sei personaggi, gli uni arrivano dalla sala gli altri dal fondo,
saranno poi gli attori a lasciare il cosiddetto luogo scenico a coloro che se
lo conquistano, che se lo contendono, che, come posseduti da un demone
sottocutaneo, occupano liberamente e spontaneamente tutto l’ampio spazio
scenico e con nevrosi apparentemente diverse si dileguano per poi ricompattarsi
dando luogo ad una seduta medianica di altissimo livello; tutto è teatro e
tutto è realtà, non vi è distinzione di sorta, “…siamo già in ritardo di dieci
minuti”, così comincia proprio a sottolineare l’urgenza, la necessità di
esserci a tutti i costi, almeno di questi tempi. “…le sembra un mestiere da
pazzi il nostro?”, non esiste mestiere e non esiste colore giusto o sbagliato,
è verde o è giallo il letto su cui con poche cantinelle disposte a delimitare
lo spazio si prova a rendere finzione quello che è realtà?
Iniziato come studio
con gli allievi nel 2010 presso il Centro Teatrale Santa Cristina, tra Gubbio e
Perugia e ora con il contributo del Piccolo Teatro di Milano in collaborazione
con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, diventa ora uno spettacolo di
punta di questa stagione, un colpo di genio assoluto ed è un miracolo avervi
partecipato sia pur come modesti osservatori e critici della conoscenza e
sapienza del Maestro che qui rilegge Pirandello come andrebbe riletto, come una
macchina scenica perfetta e a sostenere con bravura e nel loro specifico con
direzioni sempre diverse, sono i tre interpreti, bravissimi, de il Capocomico,
la Figliastra e il Padre, rispettivamente interpretati da Davide Gagliardini,
Lucrezia Guidone e Luca Mascolo, quest’ultimo un talento assoluto, un rubino
puro nel giovane talentato italiano, che si può trovare in giro per i teatri
della penisola che, efficiente nelle molteplici e sempre nuove variazioni
tonali e nella dinamica scioltezza fisica mostrata, appare nella sua giovane
età un attore di provata esperienza e professionalità. Non gli sono da meno tutta
la compagine dell’intero gruppo di giovani ex-allievi che a pieno diritto
possono appartenere al popolo del teatro italiano e ben si presentano e con
orgoglio al proscenio impietriti per gli applausi dopo che il Padre abbia
pronunciato lo straordinario finale “Macchè finzione, realtà signori, realtà…”.
Mario Di Calo
In
cerca d'autore. Studio sui "Sei personaggi" di Luigi Pirandello
diretto
da Luca Ronconi
con
gli attori diplomati all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio
d'Amico"
con
Massimo Odierna (Padre e Terzo attore), Luca Mascolo (Padre e Terzo attore),
Sara Putignano (Madre), Lucrezia Guidone (Figliastra), Fabrizio Falco (Figlio),
Paolo Minnielli (Giovinetto), Elisabetta Misasi (Bambina), Alice Pagotto
(Madama Pace), Davide Gagliardini (Capocomico), Chiara Mancuso (Prima attrice),
Rita De Donato (Seconda attrice), Elias Zoccoli (Primo attore), Remo Stella
(Secondo attore), Andrea Volpetti (Suggeritore), Andrea Sorrentino
(Macchinista)
Progetto
2010-2012 del Centro Teatrale Santacristina diretto da Luca Ronconi e Roberta
Carlotto.
Coproduzione
Centro Teatrale Santacristina e Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in
collaborazione con Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio
d'Amico".
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