17 marzo, 2013

Pubblico rispettabile… ecco a voi L’ARTE DELLA COMMEDIA nell’interpretazione e regia di Michele Sinisi. Di Mario Di Calo



Roma, Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi. Fino al 17 marzo poi in turné.

Michele Sinisi mette in scena in maniera un po’ autobiografica e consequenziale – anni fa proprio per il debutto romano al Teatro Arvalia di un testo di Michele Santerano, “Le Scarpe”, autore col quale fonda e condivide il loro Teatro Minimo, fu costretto per un furto del camion, ad andare in scena senza scene e costumi previsti e l’effetto fu comunque rilevante, almeno per noi che vi assistemmo, come a dire che comunque lo spettacolo va avanti anche senza la “cassettina dei trucchi” – L’ARTE DELLA COMMEDIA DI EDUARDO DE FILIPPO ora in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma, in locandina il titolo dello spettacolo include anche l’autore nel titolo, inglobandolo, difatti Michele Sinisi assume su di sé tutto l’assunto ideologico della bellissima commedia di Eduardo per assoggettarla e rimaneggiarla al suo progetto registico.
Una scena scarna e spoglia dove prevale il bianco, dalle finestre alla porta e al realistico squallido pavimento di maioliche di certi uffici di provincia, siamo per l’appunto ad Aceto, frazione del comune di Casalincontrada (?), e nel dipartimento del Prefetto De Caro, appena insidiatosi. È mattina e al posto degli incontri previsti il Prefetto preferisce, in nome dell’allegria di cui sono sempre portatori, incontrare un attore che cerca udienza, tal Oreste Campese, e la discussione inevitabilmente cade sul teatro e sul suo malessere; le opinioni ovviamente sono differenti, il Prefetto si appassiona, discute, si scontra con i “bisticci di parole” di Campese, ma la soluzione non c’è, o forse non ci vuole e non ci potrà mai essere, poiché con la burocratizzazione della gestione del patrimonio pubblico ed i finanziamenti a pioggia, i soldi finiscono forse distribuiti in maniera errata ed inesatta e la libertà di espressione è condizionata dal potere. Il testo è di assoluta contemporaneità e fa capire a chi non si occupa di teatro quali contraddizioni e antitesi vive il nostro teatro dal dopoguerra in poi, esemplificato alla maniera di Eduardo volutamente provocatoria: in incentivazione dell’edilizia teatrale, poiché dal 1946, anno da cui cominciò la ricostruzione del paese, non furono previsti il teatro, il riconoscimento della figura dell’attore nel sillabario distribuito nelle scuole e infine la costituzione di un albo professionale, è questo il problema o il teatro è in crisi come sostiene il Prefetto per mancanza di copioni?
In realtà Campese, a cui è andato distrutto un capannone dove si esibiva con la sua compagnia, tutti figli d’arte, e che ora si esibisce al Teatro Comunale, ha perso un po’ del suo pubblico abituale, pubblico popolare, e chiede al Prefetto il suo pregevole intervento assistendo alla replica dell’indomani sera in modo da dare lustro e autorizzazione alla compagnia di esibirsi nel teatro della propria città perché "...la sua sola presenza metterebbe a rumore l'intero paese...", il Prefetto si risente e con un foglio di via per permettere alla compagnia di congiungersi con un'altra compagnia di Cesena liquida l’attore, ma è proprio uno scambio di foglietti a dare inizio all’arte della commedia parafrasando la ben più nota commedia dell’arte con l’arrivo nella seconda parte della serata di diversi personaggi: il medico condotto (un bel pezzo di teatro ben reso dall’afflitto e abbattuto Michele Altamura), il parroco, il farmacista, la maestra del paese, ma non sapremo mai se questi figure sono attori della compagnia organizzati dall’attore per vendicarsi del Prefetto o è gente realmente venuta a portare la propria tragicomica umanità, non lo scopriremo nemmeno quando arriverà il maresciallo che dovrebbe arrestare Campese, personaggi che pirandellianamente non sono in cerca di un autore, semmai sono alla ricerca di un’autorità!
Lo spettacolo vive di parecchie contraddizioni, a cominciare da un bellissimo e perfetto primo tempo ed un secondo un po’ claudicante, da una babele linguistica che va dal pugliese al romano senza scegliere uno slang comune; scappa anche un “okay” onestamente fuori luogo, i costumi alludono agli anni settanta con occhialoni tipici dell’epoca. Non c’è una unità stilistica, ma è proprio questo il fascino ed il pregio di questo spettacolo che concentra e focalizza tutta l’attenzione sul gioco dell’attore ed il terzetto costituito da Oreste Campese - interpretato dallo stesso Michele Sinisi con pacato e ragionato risentimento dove il suo orgoglio di artista rimane intatto -, il Prefetto De Caro e il segretario del Prefetto Giacomo Franci. Si gioca grossa parte della serata con bravura e con attonito divertimento, ma è il caso di nominare tutta la compagnia, tutti bravissimi: Vittorio Continelli, Nicola Conversano, Simonetta Damato, Nicola Di Chio, Patrizia Labianca, Riccardo Lanzarone, Gabriele Paolocà.

Mario Di Calo


L’arte Della Commedia di Eduardo De Filippo
con (in o.a.) Michele Altamura, Vittorio Continelli, Nicola Conversano, Simonetta Damato, Nicola Di Chio, Patrizia Labianca, Riccardo Lanzarone, Gabriele Paolocà, Michele Sinisi
scene e luci Michelangelo Campanale
costumi G.d.F. Studio
regia Michele Sinisi
in collaborazione con Vittorio Continellie e Michele Santeramo
Teatro Minimo in coproduzione con Fondazione Teatro Piemonte Europa, Fondazione Pontedera Teatro e col sostegno di Teatri Abitati / Assessorato alla Cultura del Comune di Andria
Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi
fino al 17 marzo poi in turnè.

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