Ieri
abbiamo lasciato in pace il Corriere dello Spettacolo, visto che era la Festa
Mondiale del Teatro, e così anche lui si è preso una giornata di sano riposo,
ma oggi torniamo per pubblicare e lo facciamo con “Tra e Presente e Futuro.
Poesie di Massimo Triolo”, spostato a giovedì (da mercoledì) per questa
settimana. Oggi proponiamo “Nosferatu”…
Nosferatu
La notte è culla alle mie brame…
Oh, dolce andare per sentieri inghiottiti
dalle montagne,
dove il cielo si divide e tutto sprofonda in
abissi di cupidigia.
Il canto dei figli della notte, il loro
richiamo remoto e ancestrale,
mi vibra dentro come una eco lontana di vita
selvaggia,
e risveglia in me l’animo del cacciatore.
O luna, protettrice delle madri e scrigno di
fertilità,
tu un sentiero mi scavi dentro fino agli
angoli più impervi
delle mie secche vene!
Lingue di sangue, rivi vermigli, sono per me
l’unico suggello di vita
e fonte di nutrimento…
Vago nelle notti come uno spettro affamato di
terrore,
e quando rendo nuova memoria al mio sangue
con l’altrui sangue,
tutto languo in un brivido che, ahimè, è solo
sentore di reviviscenza.
Il nero è il colore di questo mio cuore
freddo come la pietra,
sudari sono le nubi che biancheggiano
nel cielo color dell’inchiostro,
presso la vetta del mio eremo in cui regna
solitudine nei Secoli.
Dicono che solo un amore altissimo e
inaccessibile,
possa avere vittoria sulla maledizione dei
miei passi,
un cuore puro e un viso d’angelo, carne
vergine di bianco latte.
Massimo Triolo
Nessun commento:
Posta un commento