30 aprile, 2013

“Oblivion”, o l’eterno dissidio tra forma e sostanza. Di Alessandro Ferri


Visto al Teatro Signorelli di Cortona


Anno 2077. Il pianeta Terra, a sessant’anni dall’invasione aliena che l’ha devastato e ne ha decimato la popolazione, sta per essere abbandonato: la popolazione si è già trasferita in larga parte su Titano (luna di Saturno) o sta per farlo, attendendo l’ultimo viaggio del Tet, gigantesca astronave sospesa sopra l’atmosfera. Jack Harper è un tecnico che si occupa, assieme alla collega Victoria, di riparare i Droni, robot che si occupano di difendere le grandi idro-trivelle con cui il Tet sta risucchiando l’acqua e l’energia necessarie al viaggio su Titano. L’attività dei Droni è resa necessaria dalla presenza, sul pianeta, di un gruppo di alieni resistenti, i cosiddetti Scavenger, la cui principale attività è il sabotaggio delle idro-trivelle.

28 aprile, 2013

Ennio Bencini. L’Arte è un Contemplare L’ultima mostra del Maestro nella Chiesa di Cascina Camuzzago. Di Stefano Duranti Poccetti



Risurrezione
Creazione
Cancelli, viaggi, pietre, chiodi, tondi, quadrati… Le Opere del Maestro Bencini ci parlano attraverso simboli mistici e ci parlano con una rara forza spirituale. Fermiamoci di fronte a un’Opera dell’Artista e contempliamola, perdiamoci dentro il suo mondo, che ci illustra un mondo spirituale e presente, un mondo che esiste, anche se non si vede, un mondo che, anche se non si vede, ci viene mostrato dai grandi Artisti, uno dei quali è, appunto, Ennio Bencini.

“Chávez - L'Ultimo Comandante”: il miglior amico di Cuba. Di Francesca Saveria Cimmino



<Si rispetta solo chi rispetta se stesso>. È questa una delle prime battute dell'atteso film-documentario di Oliver Stone, presentato con successo alla 66^Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Il prodotto filmico ritrae il profilo di Hugo Chávez, presidente venezuelano dal 1998 al 2013, anno in cui nel mese di marzo ha lasciato, all’età di cinquantotto anni, il Suo popolo e i Suoi quattro figli Rosa Virginia, Maria Gabriela, Hugo Rafael e Rosine, a causa di un tumore.

26 aprile, 2013

"Visi nascosti dietro fogli di giornale", Poesia di Daria D.

Foto di Benoit Courti

Visi nascosti dietro fogli di giornale
che riporta notizie di altrui dolori
il tempo di leggere
e son già lontani.
E la morte, a caratteri cubitali
non ci fa più paura,
quando volta  pagina.
Arrivata all’ultima
non è che un ricordo
da gettare nella  spazzatura
o  fuoco per riscaldare i senza tetto
d’inverno, sotto le finestre delle nostre confortevoli prigioni.


Daria D.

“America il Musical”. Quando anche noi siamo stati immigrati. Di Claudia Grohovaz



Il 2013 è l'anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. Per onorare questo evento, il compositore Guido Cataldo e il performer Simone Sibillano, che esordisce nella regia, hanno collaborato insieme per  “AMERICA-IL MUSICAL”.
America è un docu-musical sull’immigrazione italiana degli inizi Novecento. La trama dell'opera si concentra sul viaggio di un gruppo di emigranti italiani dell’Italia meridionale, che, nel 1910, si imbarcarono alla volta della lontana America, inseguendo sogni e speranze per il futuro.

Un uomo e le sue eroine. “Una lontana fedeltà” di Paolo Fallai, regia di Alessandro Berdini. Di Mario di Calo



Roma, Teatro Due, Vicolo dei due Macelli 37. Da lunedì 5 a domenica 23 Aprile 2013


Un locale notturno dove trascorrere la serata, un prima o un dopo teatro? con un buon pianista e una cantante dalle doti eccezionali. Questa è la semplice premessa di UNA LONTANA FEDELTA’ di Paolo Fallai.
Edoardo Siravo, con un’aderenza straziante conduce il pubblico in questo suo delirio notturno, in questo “viaggio al termine della notte”. Circondato da cinque belle donne e da un discreto e affascinante pianista, affronta un delirio che lo porterà a scelte inevitabili, ma intanto il delirio va, continua ed è costante per ogni uomo che vuole confrontarsi con l’universo femminile, sia esso mitologico o realistico.

25 aprile, 2013

I Concorsi Pianistici. Di Francesco Attesti


Josef Danhauser, Liszt improvvisa al pianoforte

Dall'avvento del primo concorso pianistico internazionale, svoltosi nel 1890 e intitolato al leggendario virtuoso russo, amico e allievo di Franz Liszt, Anton Rubinstein, sono ormai passati ben 123 anni. Mentre nei primi decenni del 1900 le competizioni pianistiche si potevano contare sulle dita di due mani, dal dopoguerra in poi si è assistito ad una crescita esponenziale che ha interessato tutti i paesi occidentali e quelli emergenti, soprattutto dell'Oriente, raggiungendo dimensioni importanti.

24 aprile, 2013

Marco Alloni, Shaitan (Imprimatur, 2013). Di Brian Zuccala


La tentazione sarebbe quella di considerarlo un “volto nuovo” del panorama letterario italiano. Ma in realtà Marco Alloni ha esordito giovanissimo, a 21 anni, con La luna nella Senna (Casagrande, 1990), romanzo premiato nel 1992 con il “Grinzane Cavour Giovane Autore”.
Da allora Alloni intraprende un percorso, insolito per gli autori contemporanei, di scomposizione della modernità attraverso una consapevole e approfondita smitizzazione di quelli che ne sono considerati i capisaldi: Dio, la Scienza, la Politica e la Parola. Un percorso che inizia con il saggio filosofico Lettere sull’ambizione (Liberilibri, 2005), ispirato all’opera di James Hillman, continua nella riflessione critica sulla rivolta egiziana Ho vissuto la rivoluzione. Diario dal Cairo (Aliberti, 2011) e passa attraverso la collana Dialoghi, che dirige per l’editore Aliberti, con cui ha pubblicato conversazioni a quattro mani con intellettuali del calibro di Tabucchi, Galimberti, Magris, Flores d’Arcais, Travaglio, Augias, Colombo, Luzzatto e Caselli, con i quali ha scandagliato le grandi contraddizioni del nostro tempo a partire dalla questione morale (di prossima uscita i suoi incontri con Massimiliano Fuksas, Tahar Ben Jelloun e Lidia Ravera). Per raggiungere il suo apice in Shaitan (Imprimatur, 2013), che inaugura la Trilogia di Dio e del suo contrario: un’opera ambiziosa che l’ha tenuto impegnato in questi ultimi dieci anni.

Tra Passato e Presente. Poesie di Massimo Triolo. "Dove tu"


Dove tu

Sandro Botticelli, La Nascita di Venere
Dove tu cammini
come il calice sospesa,
adagi di stelle
il vento ti rinnova,
e una promessa dell’andare
nei fiati.
Duplice e nuda,
eterna
e gravitante
al centro della fiamma,
lieve –
a braccetto dei giorni tuoi  –
levigata a guisa
di specchi e sabbie.
Nella muta oscura
degli alfabeti,
in vergine forma
che il Tempo non colga,
tutta ti rendi e ti arrendi
al ciglio delle correnti:
nell’imo boccio
del tuo segreto –
cripta di cristalli fioriti
ai miei giorni senza centro.


Massimo Triolo

22 aprile, 2013

La storia di un Amore Maledetto: “Moonlight” al Teatro Elettra di Roma. Di Claudia Conte


Roma, Teatro Elettra. Dal 19 al 21 aprile 2013

Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi la vostra redattrice Claudia Conte vi presenterà “Moonlight”, spettacolo teatrale liberamente tratto dal romanzo di Sam Shepard “Fool For Love” e promosso dall’ Associazione culturale Sipari D’Oriente. Dal 19 al 21 presso il Teatro Elettra di Roma, sito in via Capo D’Africa zona Colosseo, è stato portato in scena Moonlight, progetto teatrale scritto, diretto e interpretato da Alberto Buccolini con la partecipazione di Melania Fiore, Goffredo Marsiliani e Marcello Galletti.

“L'impronta del pensiero”, il libro d'esordio del giovane autore napoletano Vincenzo Lubrano



"L'impronta del pensiero" è il nuovo libro di Vincenzo Lubrano edito da Esserre Press. Una raccolta di pensieri, poesie e riflessioni di grande intensità. Scritto in ogni attimo di pace ritrovato nelle poche ore di riposo dal lavoro dell'autore, il libro vuole essere una rivelazione autentica di emozioni e sentimenti, un consapevole viaggio interiore nei tanti perché della vita. Osservare il mondo, affrontare limiti, gioie, paure è un percorso di crescita indispensabile per un giovane uomo che trova nella scrittura una vera e propria ancora di salvezza.

“Georgie il Musical”, un omaggio agli anni ‘80. Di Claudia Grohovaz



Si dice spesso, ultimamente, che la crisi colpisce ogni settore, compreso il teatro. Ma ci sono persone che credono nelle loro idee e iniziano a embrionizzare un nuovo progetto.
Claudio Crocetti da anni realizza eventi musical in streaming su internet per conto di AVIS (Associazione Italiana Volontari Sangue); essendo lui stesso donatore si adopera con la tecnologia per diffondere la cultura della donazione di sangue e plasma in Italia. La passione per il teatro e per i manga anni ‘80, lo hanno convinto a scegliere il nuovo soggetto per il nuovo evento: GEORGIE IL MUSICAL.

21 aprile, 2013

“Raku” e “Fragilefrana (studio)”. Le ultime da Invito di Sosta 2013. Di Stefano Duranti Poccetti



Arezzo, Teatro Mecenate. Domenica 14 aprile 2013


Una donna che danza (Silvia Mai) sopra un ristretto spazio scenico, che ricopre solo una minutissima parte del palco; danza accompagnata da una onomatopeica voce di sottofondo, quasi una eco; la performer tiene un bastone fra le mani, un bastone che potrebbe forse rappresentare una katana, una spada Samurai. La danzatrice si muove nella semi-oscurità e dà luogo a una gestualità ieratica, solenne e monumentale; si muove come a voler ricevere i flussi di energie esterni, flussi che completano il suo movimento d’intensa energia interiore. Passano così i dodici minuti di questo assolo, dove, alla fine, le luci vengono puntate sugli spettatori, che hanno una bellissima visione, quasi divina, della danzatrice, nascosta nell’aura della luminosità.

20 aprile, 2013

"La città ideale": ogni luogo nasconde un lato oscuro. Di Francesca Saveria Cimmino



Film d’esordio per l’attore Luigi Lo Cascio le cui doti e potenzialità risultano evidenti. Michele Grassadonia, un architetto palermitano interpretato dal medesimo Lo Cascio, si trasferisce dalla sua città natale a Siena: terra valutata per l’educazione civica e il tenore di vita medio-alto.

17 aprile, 2013

Conversazione con Raffaella Giordano



Raffaella Giordano è insieme a Giorgio Rossi la direttrice artistica responsabile di Sosta Palmizi, Associazione che riveste una grande importanza nella storia del Teatro-danza contemporaneo. Raffaella parla al Corriere della Sosta e della sua carriera di danzatrice.  


Ciao Raffaella, per cominciare puoi parlarmi di Sosta Palmizi? Della sua nascita e del successivo trasferimento a Cortona. 
  
Raffaella Giordano in Ama Fì. Foto di Andrea Macchia
La Compagnia nasce come collettivo di sei autori, tutti legati dall’esperienza artistica avuta con la coreografa finnico americana Carolyn Carlson al Teatro la Fenice di Venezia negli anni ‘80. Poi, ad un certo punto della nostra storia, è accaduto che ciascuno decidesse di prendere la sua strada, a favore di esperienze autonome, io e Giorgio l’abbiamo fatto rimanendo all’interno di Sosta Palmizi, trasformandola in Associazione e trasferendoci da Torino in Toscana, a Cortona.  Abbiamo sempre avuto l’esigenza di conoscere e collaborare con molte persone ed è anche per questo che Sosta Palmizi non è una semplice Compagnia Teatrale, ma un organo culturale più complesso, ricco di attività, che produce spettacoli e cerca di stimolare le nuove generazioni verso una formazione artistica attraverso azioni di sostegno economico, psicologico e pratico. Accompagnare e “accudire” i giovani è un elemento fondamentale del nostro percorso, perché abbiamo a cuore la possibilità di trovare strade nuove dal punto di vista artistico e di contribuire allo sviluppo di questo ambito nel nostro Paese

“Cherry Doc’s”, Sette fili per Sette giorni: al Teatro dei Conciatori una bella regia di Antonio Serrano. Di Mario di Calo


Roma, Teatro dei Conciatori. Ancora dal 3 all’11 maggio 2013

“Cherry Doc’s” è il titolo dello spettacolo in scena al Teatro dei Conciatori fino al 14 Aprile e che replicherà dal 3 all’11 maggio visto lo straordinario successo ottenuto. Il titolo del testo di David Gow prende spunto dalle scarpe a diciotto buchi che indossano gli skin heads per caricare contro le loro vittime.
Qui l’azione scenica si svolge durante un processo, o l’attesa di un processo, siamo in una cella dalle grate sbilenche – scena di Dario Dato - dove Dan, il protagonista, attende di essere processato per un tentato omicidio di un pakistano, e Mike, il suo avvocato difensore, nell’arco di quattro mesi e di sette incontri, tenta una strategia di difesa credibile affinché il ragazzo possa essere scagionato dall’accusa.

"Tra Passato e Presente". Poesie di Massimo Triolo. "Omaggio a John Berryman"



Omaggio a John Berryman

C’è questa ferita aperta – profonda sul mondo conosciuto –
a traboccar rugiade ambrate e filamentosi succhi,
di che trarre putrescenti abluzioni di cieca, furente ferocia.
E affanni, meraviglie, codici a barre sotto cupole di sangue:
posso certo adempiere a iperboliche paranoie tecnotroniche.                                
Stregone misterico, su incesti di sangue piegato a giubilo, io sono.
La mia ferita che pasce, ingrata e assurda, bevo,
a passeggio per un imperversare di amori
stagionali e blasfemi come una griffe.
Discinte virtù di dei nani sbracati a festa coi coglioni in mano;
famiglie benedicenti  bandiere e affettati usi –
a slancio su metaboliche psicopatologie da gnosi catodica …
Meccaniche assassine del giusto nell’ovvio,
pregiudizievoli macellaie di giovane carne
che essuda ormonali esuberi d’anima.
Ho marciato un turbinare di parossistici inchini plurimi;
e sbadigli, ginnastiche proteiformi di obbedienza dativa
d’intransitive mattanze.
C’è questa ferita aperta, che pasce e freme e butta linfa –
a lubrificare il moto rotatorio
sull’asse di geosferiche escatologie di estinzione.
Un’ idea assassina, ho maturato, sotto vuoto,
fra l’ala coriacea della colomba e la dinamo del giudizio.
Colpevoli astanti, biasciano trasmodanti quantità
di chiacchiere ostensive del nulla,
sullo scrupoloso calco di cedue verità,
tra rimozione e sollecita penuria di midollo.
Operose macchine schizo-transfert, che mi incalzano la testa.
Su vasti scenari d’ intonaci di sangue
s’apre l’agiografico sepolcro della colpa universale:
e schiude, figlio reietto d’avanguardistiche omissioni,
uno sbadiglio mortifero da cronaca nera,
a mattino spazzato con diligenza inetta.

Massimo Triolo

15 aprile, 2013

Riguardo all'ultimo articolo che abbiamo pubblicato proponiamo anche una bella illustrazione di Giulio Cesare Faltoni, che ritrae il grande cantante e filosofo Lucio Battisti...




L’Io del filosofo: saggio sull’identità del filosofo. Lucio Battisti: un grande filosofo contemporaneo che ha narrato la persona del filosofo nella canzone dal titolo “Emozione”. Di Giuseppe Sanfilippo



Quando parliamo di un filosofo, siamo soliti indicare una persona di grande pensiero, un intellettuale, ma non ci domandiamo mai “Chi è il filosofo?”. Questo è una persona innanzi tutto che ha un suo Ego o un Io (un proprio essere), è una personalità che ha una forma, che vive come un qualsiasi essere umano, è un essere umano, che nella vita incrocia diverse emozioni (gioia,  momenti di tristezza, dolori, angosce, paure…), ma che però davanti a qualsiasi cosa ha sempre un grande sorriso, non si abbatte mai.

FANTASMA TOUR: IL NUOVO (CAPO)LAVORO DEI BAUSTELLE. Di Maria Rosaria Grassa




“Gli spettri agitano coscienze storiche 
Fatti epocali, stragi piccole 
Colpe e peccati e scie di cenere 
Ciò che ci fa paura siamo noi”. 


Incorniciati dal prestigioso sipario del Teatro degli Arcimboldi, solcano il palco i Baustelle, gruppo di origine toscana ma ormai di casa a Milano. Con l’uscita del sesto album –Fantasma, nei negozi dal 29 gennaio scorso- ribadiscono la loro definitiva uscita dall’etichetta “musica di nicchia” per rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio. A conferma di questo –oltre alle vendite di questo nuovo concept album- i numerosi sold out per i concerti eseguiti in alcuni dei più importanti teatri d’Italia.

14 aprile, 2013

“I figli della mezzanotte”: le loro vite sono state, nonostante tutto, atti d'amore. Di Francesca Saveria Cimmino



“I figli della mezzanotte” è un romanzo di Salman Rushdie del 1981. In quello stesso anno il libro vince il James Tait Black Memorial Prize e il Booker Prize. Nel 1993 è stato nominato "Booker of Bookers" e nel 2008 ha conseguito il titolo di "Best of the Booker". La regista indiana Deepa Mehta ha affidato all’autore di tale volume l’adattamento per il grande schermo. Il titolo originale del film risulta essere Midnight's Children; è una co-produzione anglo-canadese, ed è stato girato principalmente a Colombo in Sri Lanka.

12 aprile, 2013

Cristian Faro: il cantautore con il viso da attore e la timbrica americana



Cristian Faro è nato a Napoli il 10 giugno 1987.
Si dedica fin da giovanissimo allo studio del pianoforte, diventando un ottimo musicista, ma successivamente irrompe prepotente la passione per il canto e a 16 anni si presenta per la prima volta a una manifestazione canora e vince con un brano di Sergio Cammariere.
Nel 2006 torna alle competizioni canore vincendo IL MAGMA FESTIVAL di Torre del Greco con un brano inedito: “Donne sole”. Nello stesso anno risulta invece secondo classificato al premio Mia Martini, dove riceve i complimenti entusiastici  del direttore artistico Franco Fasano.

11 aprile, 2013

“Veronika Voss”. Soggetto di Rainer Werner Fassbinder. Regia di Pasquale Marrazzo. Di Daria D.



Milano, Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione, Teatro Sala Fontana dal 4 al 21 aprile 2013 


Raffaella Boscolo. Foto Sonia Santagostino

Vorrei partire da una scena quasi sul finire dello spettacolo che ricordo particolarmente rilevante, viva, anche se porta in sé la morte e poi, andare a ritroso. Come a far rivivere Veronika Voss.
 Forse è proprio lei a chiederlo, anzi a implorarlo.  Come quando sulla scena chiedeva, implorava applausi e lodi.
L’attrice, la morfinomane, la diva sul viale del tramonto, la collaborazionista del Reich, la donna innamorata, la prigioniera, interpretata da una sensibile  Raffaella Boscolo è in grembo alla sua dottoressa,  e le loro bocche si scambiano quel bacio che era nell’aria fin dall’inizio. Un bacio di Giuda, apparentemente tra due donne perché molto creativa è l'idea di far recitare la dottoressa Marianne Katz a un giovane attore,  Riccardo Buffonini  ambiguo e crudele, untuoso e  malignamente sorridente, e allora siamo attirati da questo rapporto quasi lesbico e ci colpisce quell’immagine che assomiglia alla Pietà, così terribilmente, incredibilmente, positivamente stravolta.

10 aprile, 2013

Oblivion Show 2.0 IL SUSSIDIARIO. La divertente scuola degli OBLIVION. Di Elisabetta Poccetti



Milano, Teatro Manzoni. Giovedì 4 aprile 2013

Originale dall’inizio alla fine a sipario ancora chiuso, a mo’ dei trailer cinematografici ecco decantare l’ “Infinito” di Leopardi e la “Cavallina Storna” di Pascoli, ovviamente entrambe in chiave canzonatoria. Alla fine dello spettacolo invece gli ormai famosissimi dieci minuti dei loro "promessi sposi", mentre dietro passa un collage d’immagini prese da Youtube, immagini di ragazzi che si propongono protagonisti de “I promessi sposi”. Il resto dello spettacolo è un susseguirsi di sketch tra comicità e musica.

Tra Passato e Presente. Poesie di Massimo Triolo. “Perché le tue mani…”



“Perché le tue mani…”          

Albrecht Dürer, Mani in preghiera
Perché le tue mani sono un sentiero,
un viaggio,
un bagno d’alba, un baccano di colori.
Perché i tuoi occhi sono nere fiaccole,
un incendio,
un rimedio, un balsamo, una fitta.
Perché le tue guance son fiori di pesco,
il tuo volto un incanto arcano e feroce,
una bestia pronta al balzo
le tue labbra tenere e scarlatte.
Tutta ti voglio,
intera nel corpo e nell’anima,
intera ovunque si posi il tuo volo di farfalla.
Questa notte ho appeso un sogno
alla falce della luna,
e tu ne fai parte,
immensa come la notte, tacita e altera,
fiera del tuo sangue e delle tue tempie,
del disegno delicato dei tuoi gesti –
in questo silenzio d’ombra
alle mie dita ti arrendi senza tregua.

09 aprile, 2013

Questa settimana la nostra Sara Lovari ci "parla" di Burlesque!




L’irresistibile prova di Umberto Orsini per il saluto finale delle repliche de LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI. Di Mario di Calo



Roma, Teatro Argentina. Dal 3 al 7 aprile 2013

Giusto tributo, dieci minuti di applausi ininterrotti per tutta la compagnia de LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI capitanata dal maestro Umberto Orsini, che ritorna a casa per sole tre repliche dal 3 al 7 aprile e a conclusione della tournée - difatti uno degli enti produttori dello spettacolo è il Teatro di Roma insieme con Emilia Romagna Teatro - applausi meritatissimi per uno degli eventi più prestigiosi di queste tre ultime stagioni, nella bella traduzione di Mario Carpitelli e agile drammaturgia di Luca Micheletti. Questo è uno dei testi più noti del grande Bertold Brecht, nato come farsa storico-musicale, ripercorre le tappe dell’ascesa di Arturo Ui al secolo Adolf Hitler, in forma di music-hall, con musiche e pantomime racconta la raccapricciante vicenda di quello che è ancora oggi un momento doloroso della nostra storia recente.

08 aprile, 2013

Il Macbeth di Giorgio Barberio Corsetti alla Scala. Quando la regia è colta e perfetta. Di Stefano Duranti Poccetti



Milano, Teatro alla Scala. Giovedì 4 aprile 2013

Lady Macbeth - Una macchia… è qui tutt’ora!
Via, ti dico, o maledetta!...


È una storia di streghe, di spiriti, dell’uomo che niente può contro il Destino, dell’uomo punito dalla sua stessa disonestà, dell’uomo punito dalla sua terribile ambizione. È una storia famosa quella di Macbeth (“Macbetto” per Francesco Maria Piave), distrutto dall’ambizione di sedersi sul trono di Scozia, distrutto da quella “macchia” di cui lui stesso e la malefica moglie si sporcano.
Sono state molte le critiche negative su questo spettacolo, critiche che non ritengo adeguate a un allestimento che posso consacrare – spero di non essere diventato cieco e sordo – un capolavoro.

Nati nell’epoca sbagliata. RICORDA CON RABBIA di John Osborne nell’interpretazione di Stefania Rocca e Daniele Russo. Di Mario di Calo



Roma, Teatro Ambra Jovinelli. Dal 4 al 14 aprile 2013

C’è una frase emblematica che pronuncia all’inizio della commedia Jimmy, il protagonista di RICORDA CON RABBIA di Johm Osborne, ed è: “Io mi domando perché passo così tutte le domeniche, persino le recensioni dei libri sembrano le stesse della settimana scorsa, il libri cambiano, le recensioni no!”.

05 aprile, 2013

"Hitchcock": dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. Di Francesca Saveria Cimmino



Il film diretto da Sacha Gervasi affida a Anthony Hopkins il ruolo del più famoso Maestro del brivido e della suspence. A supportarlo c’è la moglie Alma (Helen Mirren): donna talentuosa e dall’invidiabile carisma. Il taglio registico decide di ripercorrere un momento preciso della vita del sovra citato genio della storia del cinema Alfred Hitchcock: siamo alla fine degli anni cinquanta.
In quel periodo Hitch, (era questo il diminutivo che preferiva gli fosse attribuito), aveva già portato a casa numerosi successi con film quali Rebecca la prima moglie, Io ti salverò, Nodo alla gola, Paura in palcoscenico, Notorius, Vèrtigo- la donna che visse due volte-, La finestra sul cortile e Intrigo internazionale.

03 aprile, 2013

Tra passato e presente. Poesie di Massimo Triolo. "Non opera che non peregrina".


Non opera che non peregrina


Come neve a coltre
nella bianca disciplina invernale,
che ogni volto di piaggia inseverisce,
Amore e Psiche, Antonio Canova
nell’essenziale, specchiante
guardo discreto,
così questa languida assenza
che consuma e si consuma
nell’esausto circolo di me.
Declinato a fine acerba
e a manchevole guisa,
mentre tutto ottunde e lacera,
nel rosso della ferita
che sangue non gemma.
Nell’anestesia
del dilatarsi ubiquo e indifferente,
il monito corrucciato
delle ghirlande andate:
gettate inerti,
al ciglio esausto del passato.
Rattoppata consunzione d’infausti giorni,
universo curvo
che rinnova algoritmi
di mortificante resa.
L’occhio soffre la luce,
la dolcezza, piange, che squaglia e ricuce;
senza resa arrende all’amore,
il solido sciupio di altre abiure,
passite sembianze
di circostanze svuotate,
mantelli di senso a palandrane pese,
istantanee di spazi e tempi stracciati,
sollecitudine usata,
che nell’ansia rinnova
fatiche insensate.
Quel che ho
nel sogno l’ho posseduto;
e quel che abitai
mai lo colsi alla presenza mia.
Cooptato ho, giorni e compagni –
mai abbracciati con dignità d’uomo
nel solo spazio condiviso
che la somma non detrae
ma moltiplica.
Gusci e scorze e lesine,
cieli sfarinati,
groppi e nodi e lai,
risa a cunei nell’immota laguna dei giorni –
cuspidi di cruda luce.
Sul levigato corso, e mercuriale,
di una vita a simboli e segni popolata,
nel suo infesto stagnare,
né presente e destino
si può.
Sacrale belligeranza,
che caracolla furente
senza fodero che non vuoto,
né taglio mordace
da dirigere a danza d’affondi e fendenti,
che sangue in spettro non sveli
da presenze spettrali –
cui il perdonarsi urge,
e il perdonare
vita che a sé piega
e ripiega nell’andare,
e a sé aliena,
in sé insiste con cieco morbo.
Cui urge il non scavarla e scorticarla,
per potersi svenire tra le braccia dell’amore,
non facendo metafisica morale
del suo penoso claudicare;
tassonomie spoglie, invece,
di presenze nemiche,
e liturgie di un inagrire in fioco dolore:
fine, movente e somma,
di sfiancarsi e sfiancarla nell’inazione,
col genuflesso suo,
macchinato e inconscio,
rifrangersi di spine a corone
presso un vuoto specchiante e idolatra.
Nel gesto malcerto scolpita
per ellissi di nevrosi e detrazioni,
che il gesto deflette a cognizioni d’essere,
arcigne a senso qual che sia.
E allora impotenti, sempre,
a perimetri propri e a tropi,
se non quelli descritti per sottrazione di terreno.
Sisifo ridicolo, io,
che a missione rivendica, la condanna propria
d’opera non avere, se non peregrina

Massimo Triolo

Andrea Bellotti. Uno, nessuno e centomila personaggi. Intervista a un imitatore.



Ciao Andrea, puoi presentarti alle Spettatrici e agli Spettatori del Corriere?

Salve, mi chiamo Andrea Bellotti, ma il mio nome d’arte è Andy; ho 21 anni e sono un imitatore trasformista di Torrita di Siena. Riesco a imitare circa trentacinque personaggi – personaggi politici, cantanti, giornalisti...

Puoi farmi qualche nome dei personaggi che imiti?

02 aprile, 2013

Come pietra paziente: confidarsi con chi sia capace di ascoltare. Di Francesca Saveria Cimmino



Il regista afgano Atiq Rahimi propone un film tratto dal suo omonimo libro.
La protagonista, il cui complesso ruolo è stato affidato all’attrice Golshifteh Farahani, interprete di film quali Pollo alle prugne (2011) e Just like a Woman (2012), è una donna, moglie e madre di due bambine.
Suo marito è in coma: gli resta conficcata una pallottola nel collo, a causa di una rissa in uno scontro armato . Lei lo cura e lo assiste.

01 aprile, 2013

“Dio è morto”, tra Filosofia e Francesco Guccini. Di Giuseppe Sanfilippo



Al di là, della morte o no, l’esistenza o meno, Dio è uno stato d’animo d’ogni singolo uomo – in ogni cuore sereno e felice o angosciato e doloroso troviamo l’esistenza o no di Dio: l’idea di sé e l’idea dell’abbandono e la speranza di chi trova qualcuno che ci dia una mano nei momenti di fragilità. 



Fin dall’origine della sua esistenza l’umanità si è sempre costruita il pensiero o l’ideologia dell’esistenza di un Divino creatore; infatti, se noi andiamo a ricercare, in modo particolare nelle dottrine filosofiche, troviamo che fin dall’antichità l’uomo aveva delle credenze su gli Dei creatori o generatori dell’universo e dell’uomo, ad esempio il filosofo Platone a tale proposito parlava dell’esistenza di un Demiurgo (cioè una figura divina di cui senza nulla avrebbe avuto origine o sarebbe nato),  Plotino invece credeva o meglio parlava dell’esistenza dell’Uno… Insomma per l’essere umano e per ogni pensatore di tutti i tempi o secolo non sono mai mancati la riflessione sulla o meno esistenza di Dio o di un creatore divino. Riflessioni o pensieri su cui tra l’altro possiamo dire sono nate tradizioni o addirittura riti religiosi e valori etici morali. In ogni modo, in questo (articolo o saggio), si vuole affrontare il rapporto che un singolo uomo ha con Dio - inclusi in questa riflessione anche coloro che non credono, perché in realtà anche costoro hanno un rapporto con una esistenza divina. Infatti il non credere è giustificato dal fattore che nessun uomo ha mai visto Dio, non abbiamo mai avuto un rapporto reciproco con egli (ma chissà se questa è la verità) e siamo cresciti conoscendolo attraverso la narrazione di altri, che tra l’altro sono figli d’altri narratori. Dio o il padre divino è un essere nominato da un qualsiasi individuo; non vi è un solo uomo che non ha mai nominato Dio; magari non lo ha mai chiamato con tale nome, lo ha fatto attribuendogli altro nome, ma lo ha comunque nominato, anche gli atei hanno fatto questo e lo fanno. Infatti, prima di essere atei sono esseri umani in carne e ossa, e come ogni singolo essere umano si saranno sicuramente domandati a chi dovevano attribuire la loro esistenza e l’esistenza delle cose.