09 aprile, 2013

L’irresistibile prova di Umberto Orsini per il saluto finale delle repliche de LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI. Di Mario di Calo



Roma, Teatro Argentina. Dal 3 al 7 aprile 2013

Giusto tributo, dieci minuti di applausi ininterrotti per tutta la compagnia de LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI capitanata dal maestro Umberto Orsini, che ritorna a casa per sole tre repliche dal 3 al 7 aprile e a conclusione della tournée - difatti uno degli enti produttori dello spettacolo è il Teatro di Roma insieme con Emilia Romagna Teatro - applausi meritatissimi per uno degli eventi più prestigiosi di queste tre ultime stagioni, nella bella traduzione di Mario Carpitelli e agile drammaturgia di Luca Micheletti. Questo è uno dei testi più noti del grande Bertold Brecht, nato come farsa storico-musicale, ripercorre le tappe dell’ascesa di Arturo Ui al secolo Adolf Hitler, in forma di music-hall, con musiche e pantomime racconta la raccapricciante vicenda di quello che è ancora oggi un momento doloroso della nostra storia recente.
Umberto Orsini, che avevamo visto all’inizio di stagione ne LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE con la regia di Pietro Babina in uno spettacolo che a nostro parere è il più bello spettacolo della stagione in corso, qui non è da meno, è uno straordinario interprete che agisce su tre piani/livelli interpretativi: il gangster, l’attore chiamato ad ammaestrarlo e la personificazione/interpretazione di Arturo Ui. Questi tre livelli si sovrappongono e si frammentano nell’emozionante rewind finale in un’ interpretazione da antologia teatrale; l’attore ci regala anche, con la sua solita posa ormai riconoscibilmente, mano in tasca e di tre quarti, una straordinaria orazione funebre di Antonio sul corpo di Giulio Cesare, ed è poi strepitosamente impagabile nello sdoppiamento attore/personaggio, con un semplice elemento scenico ed un gioco di ombre il passaggio da un intenzione all’altra. Un presidente lavoratore, un presidente attore, un presidente minatore e le sue amate puttane… ci ricorda qualcosa di ancora molto vicino a noi, come quando nella vestizione/investitura di Arturo Ui in scena ci mostra specularmente tutta l’imbelle difficoltà dell’attore nel calarsi nel difficile ruolo che gli è imposto.
È una serata speciale per un grande interprete della scena italiana.
“Sotto il viscido però noi nazisti c’abbiam un cuore d’or?”, questo è quanto pare chiedersi Claudio Longhi nel bellissimo allestimento, alleggerendo i toni ed assecondando l’opera nei sui meandri più perigliosi ma ne esce sempre vincente e vittorioso, nel palcoscenico vuoto del Teatro Argentina muove la scena di Csaba Antal come dei Lego, come mattoncini bianchi da costruire e smontare all’occorrenza per ogni nuova situazione, un semplice cambio luci ed il gioco è fatto, e non è mai la stessa; controscene che arricchiscono invece che distrarre o disturbare l’attenzione - quella tra Ernesto Roma e il figlio del governatore è esilarante. Accolti in un teatro col tagliafuoco abbassato come se quello che deve avvenire fosse molto incendiario (e lo è), usa lo stesso come sipario, sul quale proietta la scritta “ricreazione”, ma non facciamo in tempo a farla la ricreazione che gli attori irrompono in sala e da buoni commedianti coinvolgono e provocano il pubblico.
Accanto ad Orsini una straordinaria compagnia che vale la pena citare tutta, musicisti, cantanti, attori eccellenti: Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Diana Manea, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis, ma una menzione speciale la meritano il già citato Luca Micheletti, cantante dalle formidabili doti, le musiche originali di Hans-Dieter Hosalla sembrano essere scritte apposta per lui e ne fa ciò che vuole e Lino Guanciale, anche lui ottimo cantante e attore dalle mille sfumature, sempre al massimo in uno spettacolo di difficile impegno, non molla mai anche nell’ironico e divertente finale quando Ernesto Roma compare da morto, personaggio che ci ricorda un po’ il compianto Freddy Mercury.
“Il lavoro rende cavoli attento e manda a mente spettatore disattento”.

Mario di Calo


LA RESISTIBILE ASCESCA DI ARTURO UI
di Bertolt Brecht
regia Claudio Longhi
con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
dramaturgia Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
Teatro di Roma - Emilia Romagna Teatro Fondazione
3 | 7 aprile 2013
TEATRO ARGENTINA di ROMA
Dal 3 al 7 aprile 2013

2 commenti:

  1. applausi meritatissimi !!! Carla

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  2. salutiamo un grande spettacolo magnifici attori e meravigliosa regia......grazie da lucca. Teatro e non solo

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