Dove tu
come il calice sospesa,
adagi di stelle
il vento ti rinnova,
e una promessa dell’andare
nei fiati.
Duplice e nuda,
eterna
e gravitante
al centro della fiamma,
lieve –
a braccetto dei giorni tuoi –
levigata a guisa
di specchi e sabbie.
Nella muta oscura
degli alfabeti,
in vergine forma
che il Tempo non colga,
tutta ti rendi e ti arrendi
al ciglio delle correnti:
nell’imo boccio
del tuo segreto –
cripta di cristalli fioriti
ai miei giorni senza centro.
Massimo Triolo
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