17 maggio, 2013

ABBASCIO ‘A GROTTA. La crudezza della violenza nei luoghi oscuri dell'inconscio. Di Mario di Calo



Napoli, Théatre de Poche. 10/12 maggio 2013

ABBASCIO ‘A GROTTA, spettacolo visto al Théatre de Poche di Napoli, scritto ed interpretato da Antonio Diana, e con Antonio Piccolo, Mariano Riccio e Mario Piana, si situa direttamente fra il romanzo autobiografico di Roger Peyrefitte del 1943 “Le amicizie particolari” ed il film diretto e sceneggiato da Mark Romanek nel 2002 “One hour photo” e cioè fra l'apprendistato intimo, l'educazione sessuale e la perdita dell'innocenza attraverso la coercizione di quella stessa curiosità e desiderio puramente tipico dell'adolescenza.
Nella “grotta” di cui si parla, si canta e si inneggia durante le molteplici storie raccontate da Antonio Diana, che si intrecciano, si sovrappongono, si scontrano; bambini, adolescenti, uomini, omosessuali e donne giovani perdono per sempre l'innocenza in quel dark side che ci attira e purtroppo poi ci respinge, ci sputa fuori con la privazione e la perdita definitiva del pudore e dell'innocenza e purtroppo spesso quella violenza, oltre che essere un fardello da trascinarsi per tutta la vita sulle proprie fragili spalle, diventa occasione per perpetrare su altre vittime quella stessa violenza subita.
La scrittura di Antonio Diana prende a piene mani e a pieno diritto, nella sua contemporaneità, da una certa drammaturgia che si nutre dell'idioma linguistico regionale di appartenenza, a volte sembra ascoltare certe cantilene di Enzo Moscato, ma il giovane autore attraversa anche tutto il lavoro di ricerca musicale che aveva fatto il maestro Roberto De Simone negli anni Settanta, affidando le musiche all'originalità di Mariano Bellopede, efficaci e suggestive in molti momenti della serata; oltre che evidenziare le qualità canore dei quattro interpreti, la musica assume questo valore: decontestualizzare le storie e riportarcele, raccontarcele come favole o racconti di tanto tempo fa, ma ugualmente indimenticabili e indelebili sulla pelle di chi le ha vissute o di chi inerme le ascolta.
I quattro interpreti, tra cui spicca per esperienza e stazza l'autore, sono in slip e canotta bianca per simulare quel candore infantile/adolescenziale. Riportano la cronaca degli eventi con il giusto trasporto e risentimento, cantano, si denudano, cercano un contatto fisico costante con chi come loro ha subito la stessa violazione, all'interno di quella cantina realistica e conforme a quanto nell'immaginario comune può essere un innocuo luogo come quello. Allo spettatore non resta altro che registrare il dato e lottare con chi ce ne ricorda, con l'agghiacciante dato che purtroppo le violenze, le sopraffazioni, le costrizioni sui minori sono ancora tante e, affinché ciò diminuisca, bisogna parlarne, discuterne, far conoscere, perché un dato è misterioso finché viene tenuto nascosto e offuscato, ma se se ne parla forse qualcosa potrebbe pure cambiare.
Lo spettacolo, recita la locandina, è in concorso al Roma Fringe Festival 2013.

Mario Di Calo


Abbascio ‘a grotta
scritto e diretto da Antonio Diana
con Antonio Piccolo, Mariano Riccio, Mario Piana e Antonio Diana
musiche originali di Mariano Bellopede
Théatre de Poche, via Salvatore Tommasi 15 Napoli
10/12 maggio 2013

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