Milano,
Teatro Oscar. Prima assoluta. Dal 3 maggio al 2 giugno
Il Teatro Oscar
presenta, con la regia di Annig Raimondi, anche attrice, ha il ruolo di Celia, un
omaggio al Premio Nobel T.S. Eliot portando sulla scena tre spettacoli dell’autore
americano, naturalizzato inglese.
A questo “Cocktail Party” seguiranno “La terra
desolata” il 7 e 8 maggio e “Cats e altri gatti pratici” il 12 maggio.
T.S. Eliot nacque
negli Stati Uniti nel 1888, ma si trasferì a Londra nel 1914, dove lavorò come
impiegato alla banca dei Lloyd’s e nello stesso tempo cominciò a pubblicare le
prime poesie. Studiò a Harvard e alla Sorbona, fu critico, poeta e drammaturgo.
Morì nel 1965 a Londra. Nel 1948 ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Eliot assieme a James Joyce ed Ezra Pound fa parte della corrente del
modernismo, volta a rompere con la tradizione letteraria vittoriana, con il romanticismo
a favore di un recupero della poesia del Seicento inglese, come John Donne e i
metafisici. Insieme al modernismo si affacciano ai primi del ‘900 le varie
correnti del dadaismo, del surrealismo, del cubismo. L’arte prende le distanze
dal sentimento e diviene rottura, critica, provocazione, diventando espressione
di una crisi esistenziale generale. La psicoanalisi influenza l’arte e le
correnti di pensiero, con i suoi simbolismi e la trattazione di temi tabù come
la sessualità.
Il “Cocktail party”
di Eliot, nonostante il titolo piacevole, mondano, leggero, ci appare da subito
come uno scavare senza pietà nelle vite dei personaggi, tutti benestanti borghesi,
che si ritrovano in casa di Edward e Lavinia Chamberlayne. Essi sono Celia
Coplestone, che si scoprirà essere l’amante di Edward, Peter Quilpe quello di
Lavinia, Julia Shuttlethwaite, un’anziana signora pettegola e alquanto impicciona,
malata di protagonismo. L’interpretazione di Antonio Rosti, molto calzante e
grazie a Dio sdrammatizzante, ricorda molto Quentin Crisp.
Tra di loro uno
sconosciuto, interpretato da un ottimo Massimo Loreto che recita il suo
personaggio, alquanto scomodo, con trasandata eleganza e ironica filosofia,
sentendosi a perfetto agio tra “malati”, come richiede il denso e difficile
testo. Lo sconosciuto sembra non partecipare
dei loro pettegolezzi, eppure li ascolta attentamente, per studiarne i comportamenti,
le reazioni, le vite.
Il padrone di casa ne è affascinato ma anche
spaventato, vorrebbe che se ne andasse, eppure, se lo facesse, rimarrebbe solo,
ora che la moglie Lavinia, proprio la sera del party, se ne è andata di casa,
lasciando sospeso nel mistero l’inizio di questo strano cocktail party e il
perché della sua assenza. Edward ha lo
stesso atteggiamento verso l’incomodo ospite che ha con Lavinia quando le dice”Né
con te né senza di te riesco a vivere”. Alla fine è lo sconosciuto che lo tiene
in pugno, perché, scoprendosi nel terzo atto essere lo psichiatra Henry Reilly,
ne sa una più del diavolo, tanto che a volte pensiamo lo sia davvero.
Il povero Edward è tacitato
da frasi come” Accetti di essere lo sciocco che è” oppure “ Questa è
un’esperienza di valore indimenticabile” e ancora “ “Non strangolatevi con il
nodo dei ricordi”. Ma soprattutto che lui “è incapace di amare e Lavinia non sa
essere amata”.
La ricetta del
burbero medico è la seguente: “Accettare le conseguenze delle scelte”.
Semplice da dire, non
troppo facile da mettere in pratica.
Allora Eliot lascia
dire al dottore “lavorate con diligenza alla vostra saggezza”.
Amen.
La mancanza apparente
di logica, mote volte ci rende faticoso seguire la filosofia di cui è
impregnato il testo, molto cerebrale e che forse andrebbe un po’ scorciato, ma
il teatro deve essere anche uno stimolo a pensare, a indagare, a sforzarci di
capire. E quando sono grandi autori a
chiedercelo, non possiamo rifiutare la proposta. Qualcosa di buono ci rimarrà.
Dopo due anni si
ritroveranno tutti al “Cocktail party” meno Celia che è morta uccisa dai
cannibali che afflitti da una pestilenza, la tengono come vittima sacrificale.
Lasciamo al dottor
Reilly analizzare quest’ultimo simbolismo e godiamoci un cocktail in santa
pace.
Daria D.
Teatro
OSCAR
Progetto
Cocktail Eliot
Dal
3 maggio
Al 2
giugno 2013
(tranne
7, 8, 23 e 29 maggio)
Prima
assoluta
COCKTAIL
PARTY
di
Thomas Stearns Eliot
Traduzione
Maria Teresa Petruzzi
Regia
Annig Raimondi
Con
Maria
Eugenia D’Aquino, Massimo Loreto,
Riccardo
Magherini, Annig Raimondi,
Antonio
Rosti, Vladimir Todisco Grande
Musiche
originali Maurizio Pisati
Scene
Giuseppe Marco Di Paolo
Disegno
luci Fulvio Michelazzi
Costumi
Nir Lagziel
Assistenti
alla regia Giovanni Di Piano, Claudia Galli
Produzione
PACTA Dei Teatri
In collaborazione
Con Studio
Exhibita Spettacolo
Inserito
nell’abbonamento
‘Invito
a Teatro’
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