“Farci riflettere
sulla sete voyeuristica di privato che ci ossessiona” è lo slogan di questo
“Intimacy” prodotto da CRT/Animanera e che porta gli spettatori, memori o
seguaci del Grande Fratello e frequentatori di Face book, a ritrovarsi a
sbirciare, ancora una volta, nei privati di quattro donne singole, poi
altrettanti uomini, per finire uomini e poi donne insieme. Il percorso di
questo reality teatrale è partito l’8 maggio e si chiuderà il 19 dello
stesso mese nella sede storica della Compagnia Ricerca per il Teatro, a Via
Ulisse Dini 7, a Milano.
La serata comincia
con lo spettacolo “30 minuti di Milena. Un cabaret suicida” interpretato e
scritto da Elisa Bottiglieri. Milena, donna sorridente, per benino, laureata,
ci appare però come una di quelle donne solitarie che s’incontrano sull’autobus
o, mentre te ne stai seduto sulla panchina a farti i fatti tuoi, ti si
appiccicano addosso per raccontarti la loro vita, e poi leggi sul giornale che
si sono buttate sotto il treno della metropolitana. Perché non avevano nessuno
con cui dividere la vita, perché erano costrette a fare una vita che non gli
piaceva, perché il lavoro non era soddisfacente, perché non avevano mai
conosciuto l’amore. O più probabilmente
perché erano delle malate mentali e nessuno se ne era accorto. E’ inutile che
Milena ci racconti che è spontanea e che le piacciono i bambini, che vuole bene
ai genitori, che è gentile con la vicina di casa paralizzata perché dietro alla
facciata di falsa serenità e dolcezza, c’è il dramma di una donna malata e
sola, che si sfoga a male parole con la dirimpettaia e poi, tenta di
suicidarsi. Se ci riesce o no, non è chiaro. Ma noi spettatori “mostri” ben poco
possiamo fare per aiutarla. Un po’ come succede anche nella vita. Mostri anche
qui.
Dopo questo monologo,
passiamo dal ruolo di spettatori a quelli di “guardoni” o, con parola più chic,
di voyeurs. Il senso non cambia. Nel buio prendiamo delle cuffie e ce le
mettiamo alle orecchie e poi sbirciamo attraverso dei buchi dentro
quattro ambienti: bagno, cucina, camera da letto e soggiorno, dove
quattro attrici, consce di essere guardate e ascoltate, recitano nevrosi, paure
e gesti quotidiani nella loro intimità.
I loro pensieri ci arrivano attraverso le
registrazioni in cuffia ma, a parer mio, sarebbe stato più efficace, fare
improvvisare le attrici, ascoltando le loro vere voci come pure i silenzi delle
loro menti.
Noi “guardoni” ci muoviamo da un buco
all’altro delle pareti, per seguire i gesti delle protagoniste che, ovviamente
come in qualsiasi reality, sono guidati da un Grande Fratello, rendendo la cosa
un po’ poco credibile e spontanea. Sapere di essere spiati da un buco della
serratura fa cambiare i nostri comportamenti, e questa consapevolezza può far
scattare la molla della provocazione o della timidezza, verso chi ci
guarda. Anche lo spiato usa lo spione,
per metterla così. Ho trovato queste quattro donne, che si muovono in lingerie,
vestaglie, slip, topless, bigodini in testa, un po’ cliché e poco simpatiche.
Ma forse non dovevano proprio esserlo, per non farci mai sorridere, perché il
sorriso è leggerezza, e noi spettatori dobbiamo invece provare la vergogna di
trovarci nella penosa situazione di guardare, da un buco della serratura, gente
che non conosciamo nella propria intimacy.
La formula di Intimacy è molto originale e si capisce che c'è un
grande impegno per denunciare e cercare
di far riflettere sui nostri comportamenti sociali e privati.
Alla fine però ci
viene spontanea la domanda: perché dovremmo sbirciare dal buco della serratura
per vedere delle donne che si fanno gli affari loro, si depilano, si
masturbano, si spogliano, fanno pipì, le tagliatelle, stirano, hanno le
visioni, pregano, o vanno in estasi? Qual è il senso di questo peep show? Non ne abbiamo abbastanza di
Face book e di altre pratiche voyeuristiche, più o meno legalizzate che ogni
giorno ci assillano?
Evidentemente no, se
siamo qui. Ma speriamo di guarire, presto.
Daria D.
MAGGIO
AL SALONE
programma
08 -
12 maggio 2013_women
14 -
18 maggio 2013_men
19
maggio 2013_men/women
INTIMACY
Nelle
stanze degli altri
–
retropalco
produzione
CRT Centro di Ricerca per il Teatro / Animanera
ideazione
e regia: Aldo Cassano
drammaturgia:
Magdalena Barile, Luca Scarlini
women:
Natascia Curci, Lucia Lapolla, Lorenza Pambianco, Xena Zupanic
men:
William Lecis, Christian Russo, Giovanni Rho, Federico Tinelli
voices
(women): Benedetta Cesqui, Natascia Curci, Cinzia Spanò, Debora Zuin
voices
(men): Aldo Cassano, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Massimiliano
Speziani
assistenti
alla regia: Antonio Spitaleri, Natascia Curci
scenografia
/ costumi: Monia Giannobile, Lucia Lapolla, Silvia Moro
audio
eng.: Beppe Sordi, Luigi Galmozzi
realizzazione
scene: Danilo Tamburini
organizzazione:
Carolina Pedrizzetti
thanks
to Jannelli & Volpi
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