
Nel 1988 fu indetto
un referendum popolare attraverso il quale si sarebbero stabilite le sorti
dell’allora Presidente Augusto Pinochet: ovvero se avesse dovuto guidare il
Cile per i successivi otto anni. La sua dittatura iniziò con un colpo di stato
contro il governo democraticamente eletto di Salvador Allende. Durante quegli
anni si contarono circa 3000 oppositori uccisi e orientativamente 600.000
uomini arrestati e tra questi molti torturati. Con il referendum si diffuse
nell’aria la speranza di poter modificare qualcosa: anche il fronte del NO ebbe
l’accesso quotidiano al mezzo televisivo per uno spazio di 15 minuti. Il
partito d’opposizione affidò la campagna a un giovane pubblicitario
anticonformista: René Saavedra.
Le strategie
elettorali proposte da René riguardavano soprattutto il concetto di democrazia:
una democrazia allegra senza soprusi, lotta, sangue e prevaricazione. Una
società in cui il cileno non dovesse più temere un connazionale; dove
poliziotto e cittadino non fossero più carnefice e vittima ma cittadini,
lavoratori, persone aventi gli stessi diritti e in perenne lotta per i
rispettivi ideali. “Sin odio, sin violencia” è questo uno dei principi fondanti
del pensiero. Ottenere la libertà senza spargimenti di sangue, senza oggetti
sacrificali ma solo ricorrendo ad un’unica parola: “NO”.
“Cile l’allegria sta
arrivando” è il ritornello dello spot pubblicitario, il logo è un “NO” con un
arcobaleno alle spalle. Increduli sulla loro possibilità di vincere una destra
compatta e pronta a fare una campagna “sporca”, minacciando e copiando idee
altrui pur di non perdere il primato, i ribelli proseguono il cammino con in
mente uno scopo e nel cuore un desiderio : liberarsi di Pinochet e tornare a
sognare.
Le elezioni
democratiche si conclusero il 14 dicembre 1989 con il 43.04 voti percentuali
per il “SI” e 54.68 voti percentuali per il “NO”. Pinochet lasciò ufficialmente
la presidenza l'11 marzo 1990. Fu una battaglia al termine della quale
l’arcobaleno tornò a splendere in cielo.
Il film, in cui le
immagini di repertorio si alternano spesso alle riprese per il prodotto
filmico, vuole presentarsi sotto forma di documentario. È questa la ragione per
cui la macchina è usata molto spesso a mano senza curare l’eleganza del
movimento o il fuoco dell’inquadratura. Tuttavia, sono presenti diverse
sequenze con il controluce: interessante e giustificabile qualora l’intenzione
del regista fosse stata quella di mostrare anche attraverso il linguaggio
tecnico il senso di ribellione e trasgressione.
Francesca Saveria Cimmino
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