31 maggio, 2013

"Tutti pazzi per Rose": una commedia rosa, rossa e vintage. Di Francesca Saveria Cimmino


Il film d’esordio di Régis Roinsard, interpretato da Romain Duris e Déborah  François, è una commedia rosa dalle buone potenzialità. Presentato al Festival  Internazionale del Film di Roma, ha ricevuto le nomination a cinque Premi  Oscar. Il suo titolo originale è “Populaire”.  Rose Pamphyle abita in una piccola città di provincia della Normandia.
Orfana  di madre, vive con suo padre, con il quale non ha alcun tipo di rapporto e  confidenza. Le sue giornate sembrano essere monotone, piatte. Per sfuggire da  tale quotidianità, da un matrimonio organizzato con il figlio del meccanico e  da un futuro tutt’altro che roseo, si presenta un giorno ad un colloquio di  lavoro come segretaria, presso un’agenzia di assicurazioni gestita dal signor  Louis Echard, un uomo tanto affascinante quanto rigidamente impostato. Per  conquistare la fiducia del dirigente decide, durante l’incontro, di mostrargli  la sua grande dote: una strepitosa rapidità nello scrivere a macchina. È  proprio grazie a questo suo particolare talento che Louis si convince ad  assumerla; sebbene con delle riserve. Il suo capo pretende che partecipi ai  campionati di dattilografia e che li vinca, tutti. Si inizia con il regionale,  poi il nazionale e infine il mondiale. Per fare ciò la segretaria è costretta a  trascorrere mesi tra lavoro ed esercitazioni serali, che saranno vigilate dallo  stesso Louise e che si svolgeranno presso la sua abitazione.  Rose, donna “moderna” briosa e spumeggiante, affronta con tenacia la sfida e  svolge regolarmente i compiti assegnati da quel severo dirigente che tanto l’ ammalia. Tutto resta sospeso in un ambiguo rapporto: convivere, conoscersi,  capirsi e forse amarsi ma allo stesso tempo dover mantenere i ruoli e restare  duramente concentrati e inflessibili. Qualcosa cambia la sera che Rose,  provando il vestito con cui partecipare alla successiva gara, decide di indossare un abito rosso. Il colore scelto dagli sceneggiatori Régis Roinsard,  Daniel Presley, Romain Compingt non è affatto casuale. Infatti la tinta è stata  utilizzata spesso in pellicole cinematografiche: Vertigo-la donna che visse due  volte-, Eyes Wide Shut, Suspiria, giusto per citare qualche titolo. Il rosso indica il sangue quanto la passione, l’amore, il fuoco. Ed è proprio quest’ ultimo elemento che si accende in Louise facendogli desiderare ardentemente la
donna posta davanti a sé. In quell’istante fallisce la sua capacità di  mascherarsi dietro un personaggio: cala il sipario e per un attimo lui smette  di recitare.
Sebbene il titolo italiano “Tutti pazzi per Rose” ricorda fortemente la  commedia americana “Tutti pazzi per Mary” e la fiction “Tutti pazzi per amore”,  e dunque risulti assolutamente inflazionato e sia causa di perplessità, il  profumo del vintage è invece sicuramente un elemento capace di richiamare l’ attenzione e persuadere uno spettatore innamorato di quella specifica epoca e delle sue peculiarità. Il film, ambientato nel 1958-1959, ricrea un’atmosfera  che indiscutibilmente rievoca una sorta di nostalgia per un gusto, una
delicatezza e un’eleganza probabilmente oggi troppo rari. Leggero, francese per  molti versi, ma hollywoodiano per altri. Viene mostrata una fotografia di  Audrey Hepburn ma si sente l’odore dell’icona Marilyn Monroe e di tutto un  periodo perfettamente rappresentato attraverso un lavoro meticoloso per quanto  concerne la ricerca di quei costumi, delle pettinature, delle automobili e  ovviamente delle macchine da scrivere. Il film inizia mostrando proprio il  marchio di quest’ultima: “Triumph”. E non è il solo inserimento pubblicitario; tuttavia, i product placement risultano essere funzionali, in quanto ben  amalgamati alla sceneggiatura del film.


Francesca Saveria Cimmino

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