Roma,
Teatro Argentina. Martedì 25 giugno ore 21
Daniele e Virginia Antonelli |
Ha debuttato per una
serata unica presso il Teatro Argentina di Roma l’evento tanto atteso di questa
stagione teatrale che ormai volge al termine, il nuovo spettacolo di
Ricci/Forte STILL LIFE (2013), messo a punto per la ventesima edizione de Il
Garofano Verde 2013, scenari di teatro omosessuale, in attesa che
l’amministrazione comunale conceda la possibilità ai promulgatori di
organizzare entro fine anno una programmazione un po’ più articolata, ma
l’assaggio di inizio d’estate è di altissimo livello.
STILL LIFE si
imparenta strettamente a MACADAMIA NU BRITTLE, che per altro pure debuttò per
un’ edizione del Garofano Verde ed ha avuto una lunga vita. Lo spettacolo, che
ha debuttato martedì 25 giugno, ne è complementare, speculare. Se in Macadamia
era la difficoltà a vivere un amore, era la difficoltà ad amare a farne da
traccia, qui invece l’amore è conclamato, e, come diceva Lord Alfred Douglas:
“Io sono l’amore che non osa pronunciare il suo nome”, per definire il suo
amore per Oscar Wilde, l’amore c’è, e, dal momento che c’è, purtroppo non lo si
può pronunciare; molte vittime, una in particolare, a cui è dedicato lo
spettacolo, sono cadute, non hanno retto sotto il pesante fardello di un
bullismo che ti combatte, che ti contrasta con la viltà della violenza.
Con il tagliafuoco,
verniciato d’oro, completamente abbassato, centinaia di lumini accessi, che
resteranno accesi per tutta la durata dello spettacolo, contro il quale sono
affissi i necrologi che poi verranno letti alla fine dagli interpreti, il palcoscenico
prolungato per mezza sala del Teatro della di Roma, ricoperto di lamiera, ed il
solito armamentario di attrezzeria di scena che gli attori utilizzeranno nel
corso dell’ora e mezza di tensione al massimo della straordinaria serata.
I cinque interpreti
entrano, vestiti di tutto punto, gli uomini in camicia azzurra e pantaloni
bleu, e le donne in tailleur, giocando al gioco dei mimi, mentre vengono
proiettati sul tagliafuoco i nomi di vittime recenti dell’intolleranza e
dell’indifferenza. Ma presto scopriamo essere ad una conferenza stampa dove si
annuncia che lo stato italiano è morto, poiché ancora si è discriminati per
l’orientamento sessuale e che il presidente della repubblica è un novello
pilato. Chi è pronto ad alzare la mano per definirsi e qualificarsi per quello
che è? Che forse si desidera e si agogna per un mondo perfetto dove uomini gay
vanno sposi a donne lesbiche?
Il ponte va visto da
sotto, c’è una sequenza brevissima all’inizio di ANOTHER COUNTRY di Marek
Kanievska, tratto dall’omonima pièce di Jiulian Mitchell del 1984, dove un’imbarcazione
passa sotto a dei ponti dei canali di Cambridge, il ponte va visto sempre da
sotto, è la chiave, l’uscita di emergenza che ci offrono Ricci/Forte, ogni cosa
ha il suo rovescio come nel film, ed è arrivato il tempo di fare conti con quel
sotto che tanto irrita ed ancora indigna coloro che si assurgono a giudici e
castigatori. Non è più tempo di aspettare.
Quanto male si può
fare, quanta violenza si può esercitare su di un semplice cuore? Una sequenza
agghiacciante dello spettacolo è quando i cinque interpreti come cuochi
provetti di un Master Chef televisivo, in proscenio davanti ad un tavolo,
illuminati solo da un neon freddo e raccapricciante, strizzano, spremono,
tagliuzzano, vivisezionano, maltrattano ognuno un cuore di vaccino a testa.
O quando uno degli
interpreti provvisto solo di cuffie per ascoltare musica, viene marchiato in
tutti i modi ed in tutti i posti del suo straziante e vile corpo nudo con
anfibi intinti in inchiostro nero.
Se in Macadamia c’era
la famiglia dei Simpson, qui per poter urlare la propria verità ed affermare la
propria esistenza ci sono Paperino e i suoi nipoti Qui, Quo, Qua che
fuoriescono a forza dallo squarcio di cuscini ripieni di piume, che invadono la
sala e che impediscono ai quattro attori di essere se stessi ad annunciare se
stessi, ed allora la maschera, il personaggio aiuta a traghettare la propria
identità verso un autoconsapevolezza ed autodeterminazione.
E la conclusione è
una eucarestia civile sulle note de ‘La fine’ di Nesli. Il pubblico tutto,
dapprima coinvolto in un bacio omosex, è invitato a scrivere su di un tableau
la propria vittima, il proprio ricordo di qualcuno che è andato via troppo
prematuramente, e mentre il tagliafuoco si innalza da altezza di persona e
tutto sfuma i cinque generosi, commoventi, impetuosi, emozionati, appassionati,
gioiosi, febbrili interpreti: Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero,
Liliana Laera, Francesco Scolletta spariscono dietro di esso.
Il veliero sul quale
sono saliti e che si nutre del loro alito soffiato sui necrologi di chi ci fa
da faro da lontano può finalmente salpare!
Mario Di Calo
Teatro
Argentina martedì 25 giugno ore 21
ricci/forte
STILL
LIFE (2013)
con
Anna
Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta
drammaturgia
ricci/forte
movimenti
Marco
Angelilli
direzione
tecnica
Davide
Confetto
assistente
regia
Claudia
Salvatore
regia
Stefano
Ricci
una
produzione ricci/forte realizzata con il sostegno del Teatro di Roma
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