Il primo giugno 2013 Francesco Basso ha presentato il suo
libro “Lucio Fulci. Le origini dell'horror” alla Fiera del Libro di Imperia,
evento presente nella provincia ligure ormai da dodici edizioni. Il saggio è
nato come tesi di laurea ed è stato pubblicato con la casa editrice Edizioni Il
Foglio.
L'autore è riuscito a creare un libro diverso rispetto a
quelli scritti sul regista precedentemente, infatti questo lavoro si può
definire un vero e proprio studio su una delle caratteristiche principali
presenti in Fulci sin dai primi film, la violenza.
Spesso la filmografia di Fulci viene suddivisa in vari
periodi corrispondenti a generi diversi: commedia comica, western, giallo,
erotico e infine horror. In realtà, secondo lo studio di Basso, il cineasta non
si può classificare in questo modo, in quanto è genere lui stesso e il filo
conduttore che va a legare i vari periodi è appunto la violenza. A tal
proposito all'interno del libro si parla di “cronologia della violenza”, cioè
un legame che va ad unire pellicole apparentemente diverse, ma caratterizzate
da “particolari macabri e violenti che le rendono vicine”.
Il libro di Basso va ad analizzare la filmografia di
Fulci andando a rintracciare quindi già dai primi film di stampo comico,
western, erotico, thriller, delle scene in cui si può già notare una
propensione per l'horror, che sarà dal 1979 ai primi anni '90, il suo tratto
definitivo. Un esempio è l'analogia che si può notare tra Una lucertola con
la pelle di donna, giallo del 1971, e ...E tu vivrai nel terrore!
L'aldilà, film horror del 1981; gli occhi bianchi degli hippies presenti nel
primo film, definito un giallo, verranno poi ripresi nel secondo, chiaramente
di stampo horror.
Francesco Basso |
Molto interessante è inoltre lo studio sul film Los
desperados, film del 1969 di Julio Buchs. Secondo Basso, Fulci potrebbe
essere associato a questo film, in quanto alcune scene lo ricordano molto,
anche se in Italia, a differenza dell'Estero, e principalmente della Francia,
l'associazione Fulci-Los desperados è assolutamente non presa in
considerazione. Basso spiega all'interno del libro che il legame di Fulci con
questo film si può notare in alcune parti in cui emerge la crudeltà, tratto
distintivo del regista romano.
Attraverso l'analisi dell'intera filmografia del regista,
Basso è riuscito quindi a presentare perfettamente un nuovo modo di vedere un
regista che ha sempre presentato lavori particolari, privi di pregiudizi,
nonostante la critica accanita che vigeva all'epoca nei suoi confronti.
Mi congratulo con Francesco Basso che è riuscito a
sviluppare un'ottima ricerca e un lavoro diverso, rivolto, come scrive Gordiano
Lupi sul retro del libro, non ad esperti, ma a coloro che vogliono capire la
filosofia di un regista spesso troppo sottovalutato dalla critica italiana.
Concludo consigliando la lettura di questo libro a tutti gli appassionati di
cinema.
Maria Pettinato
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