30 giugno, 2013

L’Orchestra del Teatro Carlo Felice. Tra Schumann, Tchaikovsky e rischio di chiusura! Di Stefano Duranti Poccetti


Festival dei Due Mondi, Spoleto. Teatro Romano, 29 giugno 2013


Foto Andrea Kim Mariani
Sempre espressione di forza spirituale straordinaria, inno al romanticismo, “patria” di demoni, fantasmi e tormenti, l’Ouverture del “Manfred” di Schumann, con i suoi “climax” ascendenti e discendenti, ci fa appassionare a tal punto da sentire dentro di noi brividi di emozione. Passione, Poesia, Spiritualità, per l’Ouverture con cui Schumann ha voluto raccontarci le gesta tormentate del personaggio di Lord Byron.
Apre con questo brano l’Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta da Alvise Casellati, che, poco prima dell’inizio del Concerto, fa un importante e triste annuncio, dicendo che lo storico Teatro rischia di chiudere a meno che istituzioni o privati sensibili alla Cultura non facciano qualcosa per evitare questa sciagura.
Sarà forse questo a stimolare ancora maggiormente i cuori degli orchestrali, artefici di una grande prova, sempre puliti, brillanti ed espressivi, capaci di trasmettere la carica emotiva che il loro repertorio richiede. Dopo il Manfred, infatti, ci siamo trovati ad ascoltare un pezzo altrettanto appassionato: il celebre “Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op.35” di Tchaikovsky, dove il violino solista era la giovanissima Laura Bortolotto (classe 1995). C’è sempre un po’ di “timore” quando si vede davanti ai propri occhi un’Artista così giovane; timore che le promesse non siano mantenute; timore che qualcosa non potrebbe funzionare… in realtà non è stato così, proprio perché Laura Bortolotto non è solo una promettente musicista, ma una Musicista, visto che, nonostante la sua giovanissima età, tiene il palco con maturità, espressività, con grande capacità di trasmettere al pubblico un brano che lei stessa sembra veramente sentire con l’archetto e con il cuore; espressività, poi, unita a una tecnica pulita ed efficace e a una, ancora, matura consapevolezza di non essere sola ma di dover ascoltare il resto dell’Orchestra. Tutto questo, unito al fatto che la violinista fa uso di uno straordinario violino Giovanni Battista Ceruti del 1850 – messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale - dal suono inconfondibile, rende il Concerto fresco e indimenticabile, anche grazie all’ottima prova, ancora una volta, dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice. Prima dell’intervallo la musicista ci lascia con un fuori programma molto intimo e mistico, “Sarabanda dalla Seconda Partita” di Bach, dove la Bortolotto può esprimere quella qualità più interiore che il Concerto di Tchaikovsky, con la sua esteriorità appassionata, un po’ nasconde.
La seconda parte della serata musicale è dedicata per la seconda volta a Schumann, dove stavolta è la “Quarta Sinfonia” che diventa protagonista, con i suoi eccezionali alti e bassi, piani e forti, espressioni di quella personalità così intensa e poetica che non a caso è stata guida del Romanticismo. Anche in questo caso, ultimo atto del Concerto, l’Orchestra, diretta dai gesti determinati e precisi del Maestro Alvise Casellati, è artefice di una grande prova, capace, come prima, di esprimere al meglio la natura sentimentale, spirituale e poetica del Grande Compositore Tedesco.

Stefano Duranti Poccetti


Direttore Alvise Casellati
Violino solista Laura Bortolotto

Orchestra Fondazione Teatro Carlo Felice


Programma

R. Schumann, Manfred Ouverture
P.I. Tchaikovsky, Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35

R. Schumann, Sinfonia n.4 in re minore op. 120

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