05 giugno, 2013

Tra Passato e Presente. Poesie di Massimo Triolo. "Tre volte benedetto".


Tre volte benedetto

Raffaello, Trasfigurazione
Che le stelle piangano le loro lacrime di diamante.
Che il cielo muoia a partire dal cielo.
Che il cielo sia la sconfinata misura della sua fine.
E che la terra esca dalla terra in costole di dolore,
sotto il cielo inarcate.
Che il sangue resti nella carne
e nella carne faccia grumo.
Ma non finiscano in cerchi di niente
le tue amorevoli carezze.
Ho chiesto tre volte perdono
e chinato la fronte.
Non v’erano tracce nel solco delle tracce.
Non v’erano preghiere, ma salmi,
severi e agri,
attorno alle urla degli innocenti.
Tre volte ho chiesto perdono,
e mi hai baciato sul capo.
Che le stelle piangano le loro lacrime di diamante,
che il cielo sia trafitto dalla terra nera, alta,
come un oceano di preghiere sparse e nere.
Ma non finiscano in cerchi di niente, i tuoi occhi.
Ho conosciuto un solo nome, da dare a ogni cosa;
ed ogni cosa ha portato il tuo nome.
Tutto ciò che di sconfinato annienta e acquieta
questa umana misura,
è come un solco di traccia al vento reso,
come lacrima su dune di sabbia rovente,
se non saprò difendere la tua innocenza
da questo mondo impazzito.
E se ogni cosa non avrà il nome tuo,
avrà quello che Caino dette alla vendetta.
Ho chiesto tre volte perdono,
la mia crudeltà, del suo soltanto
s’abbeverava e saziava,
ma un giorno piegai la mia fronte,
e mi baciasti sul capo.
Tre volte benedetto perché dall’amore tuo scelto,

da labbra di petalo, tre volte benedetto.


Massimo Triolo

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