Ciao
Vincenzo, puoi presentarti brevemente parlandomi della tua formazione d’attore?
Ho iniziato molto
piccolo a recitare, il primo impulso a fare l’attore l’ho avuto a quattro anni
e mezzo quando uscì il primo film su Batman di Tim Burton, da lì è iniziata la
mia passione. Al liceo ho incontrato un professore di recitazione e letteratura
che mi notò immediatamente e mi fece entrare nel suo corso di teatro che durò
all’incirca tre anni. Successivamente, arrivato a Roma, ho intrapreso il corso
annuale di Beatrice Bracco per poi affrontare una nuova sfida con due corsi in
America, prima a Los Angeles e poi a New York, alla NYFA.
C’è
una personalità artistica che hai incontrato nel tuo percorso che più di altre
ritieni importante?
Ho avuto la fortuna
di incontrare tanti attori e registi dai quali ho potuto apprendere cose nuove
e punti di vista diversi. Sicuramente mi ha colpito moltissimo Alessio Boni sul
set di “Caravaggio”. Lo guardavo con tanta ammirazione e stima, trovo che sia
straordinario.
Che
differenza c’è secondo te tra cinema e televisione? Quale preferisci?
La differenza
sostanzialmente sta tutta nella narrazione. Un film non può comunicare una
storia allo stesso modo di una fiction o di un telefilm. Altre differenze non
credo ci siano. Ci sono film più belli e meno belli così come altrettante
fiction.
Dal
tuo curriculum vedo che ancora non ti sei dedicato al Teatro? Scelta o caso? Ti
piacerebbe fare Teatro?
In realtà ho iniziato
proprio con il teatro quando ero più piccolo. In seguito non mi è capitato di fare teatro, non per
scelta, ma perché non c’è stata l’occasione.
Qual
è il ruolo che hai interpretato nella tua vita che ti è rimasto più nel cuore e
che hai sentito più tuo?
Da un lato il ruolo
che sicuramente finora mi ha colpito di più è quello di Guglielmo in “Niente
può Fermarci”. Un ruolo difficile, perché ho interpretato un ragazzo affetto
dalla sindrome di Tourette, una malattia che provoca forti spasmi muscolari e
ti induce a straparlare senza filtri offendendo il prossimo. Tutto questo però
a sfondo comico, per cui mi sono divertito tantissimo, ma l’impegno psicofisico
è stato piuttosto elevato. Dall’altro lato ho sentito sicuramente più vicino a
me il ruolo di Mike Miele in “Forse sono Io”, serie web che ho anche ideato e
diretto, che romanza in chiave comica un po’ la mia vita sentimentale e
lavorativa.
Il
tuo successo è arrivato con “Incantesimo”, giusto? Puoi parlarmi di questa
esperienza?
“Incantesimo” è stata
la migliore palestra che potessi fare. Ho imparato davvero tanto durante quel
periodo lavorativo. C’erano tanti attori di grande esperienza da cui ho potuto
apprendere molto, mi ha insegnato la vita quotidiana del set, gli orari
incalzanti, il rispetto dei ruoli. Una vera scuola di vita!
Chi
è Vincenzo fuori dal set? Dal tuo curriculum emerge che sei un ragazzo molto
eclettico: suoni, doppi… e sei addirittura riuscito a completare gli studi
universitari, complimenti!
Grazie! Ho un
problema: non so stare mai fermo! Sono curioso e pieno di voglia di fare,
quindi avere tanti interessi per me è vitale. Amo il doppiaggio, ho iniziato a
fare tentativi da solo nel mio studiolo con un microfono non professionale e
pian piano sono riuscito a intraprendere anche quella strada. Mi piace lo sport,
che mi porta a stare all’aria aperta, suonare e cantare, perché mi fa scaricare
la tensione. Lo studio è un’altra conseguenza della mia curiosità, avevo
bisogno di approfondire la mia conoscenza in alcuni settori che non fossero
necessariamente cinema e spettacolo.
Per
concludere, potresti parlarmi dei tuoi progetti futuri e della tua prossima
apparizione in “Niente può fermarci”?
Progetti futuri per
fortuna sono tanti: sto scrivendo tre sceneggiature, programmando di fare “Forse
sono Io 2”; sono sul set di una Fiction, “I segreti di borgo Larici”, che
uscirà il prossimo inverno e presto mi vedrete nella fiction “Olivetti” e nell’
episodio pilota di una bellissima serie web di genere fantascienza dal titolo
“Closer”, di cui sono protagonista.
In “Niente può
Fermarci”, come ti ho detto prima, mi sono divertito tantissimo e spero che lo
faccia anche il pubblico, è una commedia on the road con protagonisti quattro
ragazzi (io, Federico Costantini, Gugliemo Amendola e Emanuele Propizio) pieni
di voglia di vivere e che scappano da una clinica per ragazzi affetti da
patologie particolari. Verranno rincorsi da quattro genitori super (Gianmarco
Tognazzi, Serena Autieri, Massimo Ghini e Paolo Calabresi) in apprensione per
la follia attuata dai figli. Ne vedrete delle belle!
Curata
da Stefano Duranti Poccetti
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