Festival
dei Due Mondi, Spoleto. Teatrino delle 6, Martedì 2 luglio 2013
Foto Andrea Kim Mariani |
Un tavolo al centro
del luogo scenico, intorno al quale un gruppo di attori dalle inquietanti
maschere stanno seduti. Schiamazzano, ridono con malvagità; sbeffeggiano e ridicolizzano
un uomo davanti a loro, un uomo che rappresenta l’Arte e la Libertà.
Da questo breve
incipit si può ravvisare la trama di “Frederick the Great” di Heiner Müller,
portato liberamente in scena dai giovani attori del Théâtre National de
Strasbourg. Il dramma di Müller ci racconta i rapporti che Federico il Grande
intrattenne con gli intellettuali dell’epoca illuminista, sopra a tutti con
Voltaire. In realtà Il testo dell’autore tedesco diventa un pretesto per
raccontare un rapporto generale tra Istinto e Razionalità, Arte e Potere,
Libertà e Rigidità del sistema politico, un sistema politico che non permette
di far sì che gli uomini possano vivere con naturalezza la propria vita, potendo
perseguire i propri istinti naturali. Filo conduttore molto importante dello
spettacolo è il tema della sessualità. Le tendenze sessuali dei personaggi vengono
infatti messe in ridicolo da seguaci del Re, che impediscono, per esempio, a
una coppia omosessuale di vivere liberamente la propria sessualità. È crudele
la scena in cui uno scienziato – “professore del potere”-, con tanto di
bacchetta in mano, utilizza degli attori come cavie, convinto di poter guarire
le loro perversioni erotiche. Per fare questo li mette sotto tortura, mentre i
restanti membri del gruppo ridono di soddisfazione. Non è un caso che io abbia
usato il termine “crudele”, visto che sulla scena vengono sviluppate energie
spesso angoscianti, che potrebbero, in qualche modo, farci pensare alle teorie
artaudiane. È infatti nell’intenzione della messa in scena lo stimolare i sensi
del pubblico, cercando di scuoterlo
emotivamente.
La scenografia è
ridotta al minimo; basta un tavolo per crearla, che assume diversi significati:
da alcova amorosa fino a trampolino di morte. L’energia dello spettacolo giunge
con efficacia verso gli spettatori, anche grazie alla bravura e alla freschezza
dei performer, come del resto grazie alla buonissima mano registica di Sacha
Todorov, che ci racconta una tematica valida non solo nel Settecento, ma anche
ai nostri tempi.
Stefano Duranti
Poccetti
Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico"
diretta
da Lorenzo Salveti
EUROPEAN
YOUNG THEATRE
Studi,
performance e workshop proposti da giovani attori e registi europei
Attori
Luca Besse
Claire Boust
Florian Choquart
Iannis
Haillet
Caroline
Menon-Bertheux
Claire
de la Rüe du Can
Regista
Sacha
Todorov
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