Cantiere
Internazionale d'Arte, Acquaviva, Teatro dei Concordi. Sabato 27 luglio 2013
Una panchina, un
divano, una porta a vetri... bastano pochi elementi scenici per far vivere
teatralmente "La malattia della famiglia M" di Fausto Paravidino,
pochi elementi che si adattano molto bene all'allestimento di Carlo Pasquini, i
cui attori si muovono sul palcoscenico con ritmi perfetti.
"La malattia
della famiglia M" è la storia di un gruppo di persone unite tra loro per
diversi motivi. Esistono motivi familiari che uniscono tra di loro un padre -
che, se non vogliamo propriamente definire infermo mentalmente, potrebbe essere
definito, a ragione, passatemi il termine, "rincoglionito" -, due
sorelle - la maggiore, Marta, così tanto presa dal mantenimento della casa e
dalla responsabilità di accudire il padre da non saper più pensare a se stessa;
la minore, Maria, con evidenti problemi comunicativi sia nell'ambito familiare
sia nell'ambito delle relazioni sentimentali - e il loro fratello Gianni, a cui
piace la vita mondana e il divertimento, l'alcool e il fumo... Purtroppo la sua
fine non sarà felice, visto che morirà in seguito a un incidente. Abbiamo
parlato dei motivi familiari che legano questo gruppo di persone (la famiglia M
appunto), ma, passando all'altro più ristretto, bisogna parlare di legami
sentimentali, visto e considerato che il punto d'incontro tra i due è dato
proprio dal legame tra Fulvio, un ragazzo un po' immaturo, e Maria. Si tratta
di un legame non facile, visto che la coppia s'interroga per tutta la pièce se
la loro storia può o no andare avanti, anche a causa di problemi che giungono
in un secondo momento, quando Fabrizio, l'amico di Fulvio affetto da
"finta ipocondria", si rende conto di amare Maria e la sua
dichiarazione getta la situazione in un più alto grado di scompiglio.
Ultimo personaggio,
allo stesso tempo legato e slegato dagli altri, è il dottore del paese,
innamorato di Marta, la quale, però, per intime paure inconfessate, non lo
accoglie. Il dottore è un po' il narratore della vicenda: è lui che apre, è lui
che chiude, spiegando e partecipando ai tormenti dei personaggi, sempre narrati
sotto un profilo piuttosto comico, che a volte però sfiora la drammaticità. la
morte di Gianni è l'accadimento apice che rende consapevoli i personaggi del
loro stato di drammaticità interiore, ed è così che ognuno di loro cerca in
qualche modo di cambiare la propria vita. Il dramma infatti si conclude con la
partenza delle due sorelle per mete non identificate; poi con il ritorno alla
spensieratezza dei due amici, che avevano attraversato un pesante momento di
conflitto per cause amorose; infine con il cambiamento di vita dello stesso
dottore, che decide di andare in Oriente, mentre il padre resta a casa, solo
con il figlio morto disteso su di un lettino, solo come non lo era mai stato in
vita sua.
Tributo all'insieme
degli attori, artefici tutti veramente di un'ottima prova, sia dal punto di
vista della dizione, dei movimenti scenici e dell'intensità espressiva. Prova
che ritengo ancora più valida se penso alla difficoltà dei ruoli richiesti -
soprattutto quelli del genitore (Gianni Poliziani), di Maria (Maria Carla
Generali) e di Marta (Francesca Fenati), senza togliere peraltro nulla agli
altri -, per delle figure sceniche che navigano per tutta la pièce in uno stato
d'indeterminatezza interiore che gli attori riescono bene a interpretare
sapendo nascondere per tutta la messa in scena quel "nascosto" che
non verrà mai fuori durante la rappresentazione, quel "nascosto",
quella "malattia" che viene amplificata dal fantasma della misteriosa
madre, scomparsa in circostanze che non verranno mai chiarite.
Come iniziavo, faccio
ancora i miei complimenti a un arredamento scenico - di Valeria Abbiati - allo
stesso tempo così minimale e così esauriente e, per concludere, non posso che
congratularmi con Carlo Pasquini per il suo ottimo lavoro, che ha attirato
positivamente la mia attenzione, come quella del restante pubblico del Teatro.
Stefano Duranti
Poccetti
Valeria
Abbiati, scenografia
Roberta
Rapetti, costumi
Franco
Brocchi, musica originale e luci
Elena
Cappelletti, trucco
con
Gianni Poliziani, Francesca Fenati,
Francesco
Storelli, Roberto Giani, Maria Carla Generali,
Tommaso
Ghezzi, Giordano Tiberi
27-luglio
Produzione
Nuova
Accademia degli Arrischianti
in
collaborazione con
Fondazione
Cantiere Internazionale d’Arte
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