Festival
dei Due Mondi, Spoleto. Chiesa Sant’Eufemia, giovedì 4 luglio 2013
Foto Andrea Kim Mariani |
La Poesia delle
composizioni di Debussy ci allieta in questa tarda mattinata musicale, dove il
pianista Philippe Bianconi esprime al meglio l’anima “espressionista” di questi
pezzi, come schizzi di colore sul mondo, come piccoli carmi. Il Maestro
francese infatti si approcciava al mondo come un Artista che voglia dipingere i
diversi particolari della vita; come un Poeta che con poche parole è capace di
descrivere l’oggetto e di renderci il significato interiore che questo oggetto
ha per lui.
Nonostante la Chiesa
di Sant’Eufemia, come quasi tutte le Chiese, non sia molto adeguata dal punto
di vista acustico per un recital di pianoforte, in realtà il suo scenario
stupendo diventa uno stimolante contenitore atmosferico di Musica.
Bianconi è attento ed
espressivo sulla tastiera; sa renderci la Poesia, il significa nascosto della
Musica debussyniana. Il concerto inizia con “D’un cahier d’esquisses”, per
proseguire con un altro brano: “Masques”, ma infine si giunge al soggetto
principale della giornata: il secondo libro dei “Préludes”. È eccezionale in
quest’ambito come Debussy riesca a descrivere con brevi composizioni i soggetti
scelti. In “Les Fées sont d’exquises danseuses” (Le fate sono danzatrici
squisite), per esempio, l’autore ci racconta con un andamento “rapido e leggero”
la danza delle fate. Ci sembra proprio di immaginarle davanti a noi con i loro
attitude e con i loro arabesque, leggere nell’aria, rapide come il vento; in “Ondine”
(Ondina), Debussy crea un andamento scherzoso proprio per mettere in luce la
corsa giocosa delle onde, che tra loro s’incontrano e si scontrano in un fluido
e ludico glissando ballerino. Tutto giunge al termine con l’esplosione dei “Feux
d’artifice”, composti da veloci e potenti note suonate sulla tastiera.
Debussy è stato uno
dei pionieri – forse il pioniere – del “nuovo lirismo”, è riuscito a dimostrare
che le modulazioni romantiche non erano l’unico modo per creare, appunto, una
sensazione romantica e lirica. Seppur dissonanti, se pure a volte quasi “swing”,
i suoi brani sono lirici quanto quelli di uno Schumann, di un Liszt o di un
Beethoven, anche se in un modo diverso. Bianconi ci rende proprio questo per
il meglio: il prezioso lirismo
debussyniano e lo fa con una grande tecnica, ma soprattutto con una grande
capacità espressiva.
Gli applausi del
pubblico sono infiniti e il pianista non ci lascia, senza prima avere eseguito “Clair
de lune”.
Stefano Duranti
Poccetti
pianista
Philippe Bianconi
Claude
Debussy (1862-1918)
D’un cahier d’esquisses (1903)
Très lent
Masques (1904)
Très vif et fantasque
Préludes (II livre) (1912-13)
Brouillards: Modéré
Feuilles mortes : Lent et
mélancolique
La
puerta del Vino: Mouvement de Habanera
"Les fées sont d’exquises
danseuses": Rapide et léger
Bruyères: Calme
"General
Lavine"-eccentric-: Dans le style et le mouvement d’un cake-walk
La terrasse des audiences du
clair de lune: Lent
Ondine: Scherzando
Hommage à S. Pickwick Esq.
P.P.M.P.C.: Grave
Canope: Très calme et doucement
triste
Les tierces alternées: Modérément
animé
Feux
d’artifice: Modérément animé
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