Anche se un po' ritardo proponiamo questa bella recensione di Manola Mita sulla prima italiana della Compagnia di Pina Bausch al Teatro Petruzzelli di Bari, con "Sweet Mambo".
Teatro
Petruzzelli, Bari. 29 giugno 2013
Julie Anne Stanzak, foto di Carlo Cofano |
La tecnica coreutica,
intuizione geniale, diventa la quintessenza di una mise en scène in cui la
gestualità spesso reiterata, l’intensità del movimento, l’identità personale
seguono conformi la “coreografia dell’esistenza” su cui lavora la Bausch.
Si definiscono in questo modo, veri e propri
corto-circuiti semantici in cui, il vissuto femminile si carica di un
fortissimo impatto emozionale.
Lo stesso Leit-Motiv
fatto di rimandi, lapsus freudiani, riferimenti musico-letterari fa sì che
l’intera visione si fissi attraverso il movimento del corpo, la mimica del volto, l’importanza del gesto tra giochi di
luce-ombra, solidità e permeabilità, che animano l’azione davanti al fondale di
stoffe chiare firmate Peter Pabst.
Ma questa è anche una
danza di parole, messaggi sussurrati, talvolta appena accennati o
antiteticamente urlati in uno spazio scenico sfruttato fino all’osso a tal
punto da garantire una diretta interazione con lo spettatore, che è chiamato ad
in intervenire in più occasioni, diventando parte stessa dello spettacolo.
Il Recitar danzando
dei singoli che strisciano, corrono, oscillano cullati dai tendaggi, ricorrono
all’uso di oggetti di scena(tacchi, secchi pieni d’acqua che si rovesciano
addosso, microfoni) rende magistrale il lavoro dell’ensemble. Si finisce così
per volteggiare assieme a Julie Anne che
invita il pubblico a brindare con lei, a Julie che nella sua struggente corsa percorre il palco verso una voce che chiede
aiuto, alla straordinaria Cristiana
Morganti che dispensa ironicamente massime di vita.
Resta centrale anche
il rapporto con l’universo maschile tra attrazione e repulsione, in cui si
innesca una prorompente dinamica del desiderio e della sensualità manifestata
attraverso fughe e ritorni, baci su schiene nude, abbracci.
Si resta dunque
intrappolati in un vortice di emozioni contrastanti, di luci, di brani
d’autore, di morbide stoffe bianche, di abiti colorati ed elegantissimi firmati
Marion Cito, che rompono la consuetudine domestica per lasciar spazio alla
teatralità mondana. Allusione quest’ultima, ottenuta anche con il frequente
ricorso a uno sfondo cinematografico; una vecchia pellicola tedesca tra glamour
salottiero e retrouvailles.
La standing ovation
finale, riporta spiacevolmente alla realtà pur conservando un retrogusto di
incanto che permane nel tempo.
Manola Mita
Prima
italiana
Andres
Neumann International presenta
Tanztheater
Wuppertal Pina Bausch
regia
e coreografia Pina Bausch
scene
e video Peter Pabst
costumi Marion Cito
musiche Matthias Burkert, Andreas Eisenschneider
Una
produzione Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
danzatori Regina Advento, Andrey Berezin, Clémentine
Deluy, Daphnis Kokkinos, Cristiana Morganti, Helena Pikon, Julie Shanahan,
Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Aida Vainieri
Nessun commento:
Posta un commento