
Scopriamo questi due
attori e facciamolo tramite un’intervista d’ensemble contemporaneamente a
entrambi.
Simona, Mario, avete
alle spalle un proprio percorso diverso. Potreste per favore sintetizzare in
poche parole alle nostre Spettatrici e ai nostri Spettatori la vostra
formazione artistica?
Simona: Ho debuttato al cinema nel film di Laudadio “Persone perbene”. Ero giovanissima. Da quel momento in poi non ho mai smesso di apprendere da tutto ciò che mi circonda.
Ecco, una domanda che
mi viene in mente da farvi guardando i vostri curriculum è: che rapporto avete
con il Teatro? Vedo infatti che entrambi vi siete dedicati soprattutto a cinema
e televisione. Vi piacerebbe o no dedicarvici maggiormente?
Mario: quando fai l’attore a tutto tondo ti trasformi
interamente, non sei più tu: un baffo, i capelli impomatati, il vestito giusto
ed eccoti negli anni settanta e ora ti chiami Mancuso, boss della mafia.
Magicamente non ti muovi più come prima, il gesto è più lento, controllato, lo
sguardo fermo e intenso, la tua voce ha inspiegabilmente una timbrica più bassa
e il tono è apparentemente più pacato, ma minaccioso. È un modo che mi
affascina e mai dire mai. Peccato non si riesca a fare contemporaneamente
l’attore e il doppiatore.
Simona: Sono molto legata al teatro. Non a caso una
delle interpretazioni alle quali sono più legata è quella relativa al testo di
Marguerite Duras, “Incontri segreti”.
Chissà, magari in futuro…
Adesso ho una domanda
per Mario, che oltre a essere un attore è un famoso doppiatore. Che cosa
significa doppiare per te? C’è un attore che preferisci o che hai preferito doppiare
rispetto agli altri?
Sono tanti
i ruoli ai quali sono legato. Citarne qualcuno piuttosto che altri è difficile.
Una domanda per Simona
ora: hai lavorato con molte personalità importanti, sai dirmi quale ti è
rimasta più impressa? E puoi dirmi anche qual è il personaggio da te
interpretato che più ti è rimasto dentro?
Simona: Devo tantissimo a Giorgio Albertazzi. Un vero
maestro per me. Sono molto legata al film “Le ultime cinquantasei
ore”.
Potreste dirmi quale è
stata nella vostra carriera la vostra esperienza più positiva e, solo se
volete, anche quella più negativa?
Mario: Non rimpiango mai quello che faccio. Al massimo
mi è capitato di rimpiangere ciò che non ho accettato di fare.
Simona: Come detto in precedenza, non posso non
ricordare le prime esperienze lavorative. Mi hanno segnato e mi resteranno
dentro sempre. Per quanto riguarda le esperienze negative, chiaramente qualcosa
c’è, ma come si dice: “dagli errori si impara”, anche se io sono un po’ più
lenta.
Chi sono Simona e Mario
fuori dal set? Quali sono le vostre passioni? Come amate vivere la vita e la
giornata?
Mario: Mario fuori dal set è un po’ come quando è nel
set. C’è un po’ di Mario in ogni personaggio che interpreto. Ogni ruolo porta
con sé un pensiero, un lato del mio carattere. E forse è proprio questo che mi
fa amare il mio lavoro.
Simona: Simona è fragile e autoironica. Amo vedere i
film. È la mia più grande passione. Si può dire che vivo nei cinema e coi dvd.
Infine, vorrei sapere
da voi riguardo a questa ultima esperienza insieme: “Le Tre rose di Eva”. Come
ci siete arrivati? Le sensazioni che provate? I personaggi che interpretate?
Mario: sono molto contento del ruolo che ho
interpretato. Il personaggio in questione è stupendo, avvolto in un alone di
mistero. E, proprio quest’aria di misteriosità, renderà ancora più avvincente
la seconda serie.
Simona: Interpreto Sonia, un’ostetrica, la cui pessima
condizione economica in cui versa la porterà all’esasperazione e a compiere un
grave atto. Sono sicura che questa seconda serie terrà incollati allo schermo
moltissimi spettatori.
Altri
progetti futuri?
Mario: A breve girerò un film di Giulio Base
con Francesco Pannofino. E non sto più nella pelle all’idea!
Simona: Nell’immediato sicuramente vacanze.
Per quanto riguarda l’aspetto lavorativo, tornerò su Canale 5 con “I segreti di
Borgo Larici”.
Curata
da Stefano Duranti Poccetti
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