Il
film scritto e diretto da Paul Andrew Williams, interpretato da Terence Stamp,
Vanessa Redgrave, Gemma Arterton, Christopher Eccleston e presentato al
Festival di Toronto, è un invito a sopravvivere sorridendo e godendo di quel
che la vita offre.
Arthur
(Terence Stamp) e Marion Harris(Vanessa Redgrave) sono una coppia di anziani ancora
innamorati nonostante gli innumerevoli anni trascorsi insieme e le differenze
caratteriali. Non c’è risveglio e non c’è nessuna buonanotte senza un bacio o
una stretta di mano. Marion, donna serena e soddisfatta del proprio passato,
adesso frequenta una comunità di anziani gestita da Elizabeth, una ragazza che
ha dedicato i suoi migliori anni preoccupandosi degli altri. Arthur è un uomo
burbero, restio al dialogo, ironico e cinico.
La
prima parte del film presenta, in primis, l’unione tra queste due persone; in
secondo luogo la scoperta della malattia di Marion, per la quale non c’è più
soluzione, e dunque la necessità di dividere qualcosa che desidera restare
fortemente unito. Ognuno è la roccia per l’altro/a, la fortezza, la stella
polare; il motivo per il quale si resta attaccati alla vita e si ha lo stimolo
per alzarsi dal letto ogni mattina. Eppure arriva un momento in cui tutto,
nella vita terrena, è destinato a non essere più palpabile.
Dall’inizio
del secondo tempo Marion non c’è già più e le luci sono tutte proiettate su
Arthur: un uomo cupo ma mai del tutto. Elizabeth gli tende la mano e nella loro
reciproca solitudine trovano un punto di incontro: l’idea di potersi rendere
utile per qualcuno diviene la distrazione e la priorità. Gli scheletri dall’armadio
devono uscire: bisogna fare i conti con quel che per una vita è stato chiuso in
un cassetto o lasciato al caso.
Passando
da Amour di Haneke e sfiorando Qualcuno da amare di Kiarostami, il film,
seguendo un montaggio lineare, trascina e conduce lo spettatore all’interno
della mente dei protagonisti attraverso l’uso del filo rosso dell’amore. Vite
normali, persone semplici e comuni che prima o poi capiscono il senso della
vita e ne trasmettono il messaggio: bisogna sorridere, accontentarsi di quel
che si ha senza aver paura di mostrare se stessi. Tonino Guerra diceva “Gianni,
l’ottimismo è il profumo della vita!” e sembra che Marion abbia reso la propria
esistenza aromatizzata e fragrante da poter alleviare le pene proprie e quelle
del prossimo. La validissima interpretazione degli attori e il sarcasmo delle
battute rende la tematica, di per sé non leggera, scorrevole, piacevole e per
molti versi commuovente.
Francesca
Saveria Cimmino
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