Roma, Teatro Sala Umberto. Dal 12 settembre 2013
Maddalena Crippa non
è avvezza da un po’ di anni a riuscitissime incursioni nel teatro-canzone con
ITALIA mia ITALIA - che apre il bel cartellone del Teatro Sala Umberto di Roma -
di cui è anche autrice, raggiunge una maturità ed una sensibilità unica
riuscendo appieno nelle sue intenzioni di grande impegno civico, di essere,
prima che donna e attrice, una cittadina italiana.
Si parte senza mezzi
termini con un Giacomo Leopardi del 1818 ed una Mariangela Gualtieri del 2010
passando per “La Cura” di Franco Battiato, come a testimoniare che nulla è
cambiato da quando questa giovane nazione è nata. È subito grande impatto
emotivo, difatti il pubblico si predispone alla serata con uno scroscio di
applausi, meritatissimo. L’incipit è poetico, ma la poesia è solo un tramite
per l’autrice per traghettarci in un viaggio su e giù per il nostro
meraviglioso Belpaese!
Gli autori tirati in
ballo sono molteplici, ma il Pasolini letto epicamente al centro della scena,
l’attrice seduta su di uno sgabello, libro spiegato in mano ma da cui prende le
distanze, è la dimostrazione lampante di quanto serva poco per affabulare un
incantato pubblico, che grida a più riprese “brava” alla Crippa di verde
vestita, con i capelli tirati indietro ed una faccia che sembra scolpita nella
pietra.
Accompagnata dalla
BUBBEZ ORCHESTRA: Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla
chitarra ed Ermanno Dodaro al contrabbasso, ma soprattutto con gli
arrangiamenti e la direzione musicale di Massimiliano Gagliardi, in scena
anch’esso al pianoforte, ogni momento musicale viene riletto ed interpretato
con enorme sensibilità ed originalità, ed è il caso di quando viene intonata
“Io che amo solo te” di Sergio Endrigo cantata con un sottile filo di voce al
pianoforte, dedica di un innamorata che non vuole perdere il suo amore, conscia
che le distrazioni possono essere tante, ma la loro relazione nonostante possa
subire qualche scossone l’amore non può finire.
O quando, per
spiegare e far meglio comprendere al marito Peter Stein, anche sensibile
regista dello spettacolo, la rilettura sotto forma di metafora per una
necessaria ripresa del nostro paese di “Si, viaggiare” di Lucio Battisti,
questo spettacolo, questa serata è ragionata, è spiegata, è vissuta sulla propria pelle dall’interprete/autrice
in accordo col suo regista, con parole cercate, coccolate e appassionate, per
arrivare dritta al cuore dell’italiano che ha ancora una coscienza politica, ma
nel senso stretto della parola: appartenenza ad un gruppo, ad una comunità, ad
una collettività che nonostante sia di giovane formazione ha bisogno di
sbagliare per poter ripartire; le epoche son fatte di flussi e ri-flussi ed in
quanto tale dobbiamo “ri-partire, certamente non volare ma viaggiare…”, come
dice appunto il testo della nota canzone e il teatro con la sua funzione
catartica ci può aiutare a liberarci dai traumi passati, da culture
apparentemente diverse ed opposte e fare un passo in avanti verso una
partecipata, consapevole e sentita risalita.
“ITALIA mia ITALIA”
dovrebbe essere portato nelle scuole, nei licei, nelle università, per formare
nei giovani italiani una conoscenza ed una coscienza civica ed un orgoglio che
pare lontano e sbiadito ma che per fortuna ancora vive in ognuno di noi. Serata
commovente e a tratti incantata dalla magica presenza di una Maddalena Crippa
in splendida forma anche quando nel finale rilegge “L’italiano” di Toto Cotugno
in una chiave multietnica e multirazziale… quanta intelligenza, quanta
raffinatezza in una serata casuale che invece è diventata unica.
Mario Di Calo
Teatro
e Società di Pietro Mezzasoma
MADDALENA
CRIPPA
ITALIA
MIA ITALIA
direzione
musicale, arrangiamenti
e
pianoforte
Massimiliano
Gagliardi
e
con BUBBIZ ORCHESTRA:
Ermanno
Dodaro contrabasso
Giovanna
Famulari violoncello
Massimo
De Lorenzi chitarra
regia
PETER
STEIN
dal
12 settembre 2013
TEATRO
SALA UMBERTO
Via
della Mercede 50
Roma
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