Roma,
Teatro Ghione. Dal 24 al 29 settembre 2013
Scritta nel 1759 è
una delle commedie cardine dell’immaginario e della drammaturgia goldoniana,
meccanismo perfetto, congegno ad orologeria basato su delle semplici scaramucce
a contrasto - gelosia ed impulsività - dove il commediografo veneto riesce a
ricamare e a descrivere sapientemente intorno ai tre atti della durata della
commedia tutto un universo sentimentale-generazionale straordinario.
“Si potrebbe fare su di loro la più bella commedia del mondo” dice
Flaminia, la sorella maggiore, difatti Eugenia e Fulgenzio sono innamorati ma
non sanno dirselo né dimostrarselo, per cui ci vorrà lo spazio di una intera
giornata affinché cadano tutte le barriere, tutte le resistenze per
confessarselo, per ricusarselo e poter progettare un futuro insieme.
Intorno a loro un
bestiario umano dalle spiccate caratteristiche ancora modernissime, dallo zio
Fabrizio impenitente spendaccione, ai due servitori Tognino e Lisetta,
tratteggiati da Goldoni in maniera precisa quanto chirurgica, dal servitore
Succianespole al conte Roberto di Otricoli, insomma tutta una fauna colorata e
colorita che avvantaggia, ostacola o asseconda il dipanarsi della vicenda.
Il regista Pino
Quartullo lo mette in scena per i giovanissimi, appena freschi di scuola,
diplomatisi al laboratorio Act Multimedia: Diego Belli, Valeria Cammalleri,
Fabio Carlino, Stefano Dilauro, Luigi Di Schiena, Mario Furakis, Fabio
Leonardi, Laurac pacini, Beatrice Picarello, Alessandro Puccio, Claudia
Scipioni, Martina Taglianozzi, Veronica Vigliotta, che si sono costituiti come
novella Compagnia I COMMEDIOMANI, in scena al Teatro Ghione nei giorni dal 24
al 29 settembre. Dopo un prologo divertente e scanzonato che ci fa
perfettamente entrare nel climax dell’azione, il regista separa, isola ed
astrae il carattere del personaggio Eugenia in “saggia, morigerata e obbediente” come da testo e per assecondarne
la sua idea registica inscena tre Eugenie e di conseguenza tre Fulgenzi, e
spesso l’idea funziona ma altrettanto stride laddove i personaggi si
relazionano con gli altri; sembrerebbe una soluzione appropriata ma data la
poca dimestichezza ed imparzialità degli interpreti rende la soluzione
frequentemente altalenante, attraverso solo un cuore di peluche, che passa di
mano in mano, che crea quella apparente continuità fra i sei interpreti. Peraltro
fa parlare il conte Roberto con un’intonazione romanesca solo perché è un conte
romano, o rappresenta il servitore Tognino che fa un Montesano d’annata od ancora
la Lisetta che parla con una cantilena pugliese/sicula, espedienti che non
favoriscono i giovanissimi interpreti, ma al contrario li ridicolizza e li
minimizza.
A sottolineare
determinati movimenti un gruppo di altrettante giovanissime musiciste tutte al
femminile punteggiano e inframmezzano con partiture composte appositamente ed
azzeccate da Francesco Carlesi e Matteo Zito.
Come per esaltare la
prigionia dei sentimenti inespressi l’azione si situa in uno spazio neutro,
scena di Francesco Ghisu, con degli ingressi che alludono a delle cancellate e
a all’occorrenza diventano spioncini da cui far la radiocronaca dell’ennesimo
litigio fatto da parte dei due servitori; anche i costumi di Nicoletta Ercole,
vagamente ispirati al film di Sofia Coppola “Maria Antonietta”, in un
“settecento rivisitato” mescolano jeans a costumi di repertorio giocati fra il
rosa e l’azzurro, espediente che rende fresca e giocosa l’atmosfera romantica
dello spettacolo.
Mario Di Calo
I
Commediomani in collaborazione con Il Teatro dell’Opera
presentano
Gl’Innamorati
di
Carlo Goldoni
con
Diego Belli, Valeria Cammalleri, Fabio Carlino, Stefano Dilauro, Luigi Di
Schiena, Mario Furakis, Fabio Leonardi, Laurac pacini, Beatrice Picarello,
Alessandro Puccio, Claudia Scipioni, Martina Taglianozzi, Veronica Vigliotta
regia
Pino Quartullo
scene Francesco Ghiusu
Costumi
Nicoletta Ercole
Musiche
di Francesco Carlesi e Matteo Zito
Teatro
Ghione di Roma dal 24 al 29 settembre
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