Parigi,
Comédie-Française, Salle Richelieu. Dal 16 settembre al 30 settembre 2013
Quattro ore e trenta
minuti alla Comédie-Française, per vedere l’intera “Trilogia della
Villeggiatura” di Carlo Goldoni. Quattro ore e trenta minuti passati senza
pesantezza, senza noia, con tanta voglia di proseguire a guardare questo
spettacolo dai ritmi scenici perfetti e composto da un’ottima componente
attoriale.
La “Trilogia della
Villeggiatura” è un percorso teatrale narrativo diviso in “puntate”; una sorta
di serie teatrale in cui si parte da “Le smanie per la villeggiatura”, si
prosegue con “Le avventure della villeggiatura”, per infine concludere con “Il
ritorno dalla villeggiatura”. Come si capisce è proprio “Villeggiatura” il
campo semantico delle Pièce, “Villeggiatura” che assume diverse forme e diversi
significati: amore, odio, maledizione, serenità, agitazione… Ma andiamo per ordine
e partiamo dalla trama: siamo in estate, a Livorno, e Leonardo, un borghese che
però vorrebbe ostentare una ricchezza e uno stato sociale che non ha, vuole
andare in villeggiatura con Giacinta, la donna che ama e che dovrà sposare a
breve, a Montenero. Il caso vuole che a questa vacanza partecipi anche
Guglielmo, innamorato anch’egli di Giacinta e la ragazza, avendo la possibilità
di frequentarlo durante il soggiorno, s’innamora di lui e sarà combattuta per
tutta l’opera tra l’aut aut della scelta tra l’Amore emozionale per la nuova
fiamma e l’amore di convenienza per Leonardo. In villeggiatura c’è anche la
sorella di Leonardo, Vittoria, innamorata invece di Guglielmo, con cui conta di
potersi sposare a breve, come del resto sembra prossimo il matrimonio tra
Leonardo e Giacinta, ed è proprio per questo, per non avere il coraggio di
venire a meno a una promessa scritta su un contratto, che le due coppie
decidono di continuare a rimanere legate e a sposarsi, probabilmente
infelicemente, rinunciando così ai propri veri Amori.
Una “commedia”
sull’Amore quindi, ma anche sui vincoli dettati dai contratti, dalle famiglie,
dalla superficialità sociale; una commedia sul tema del borghese parvenu, che sente il bisogno di camuffarsi da ciò che
non è, ed è per questo che per lui, Leonardo, come del resto per gli altri personaggi in
scena, non potrà realizzarsi la felicità.
La regia di Alain
Françon è pulita, fluida e organica dall’inizio alla fine e, come accennavo
all’inizio, queste quattro ore e trenta (circa quattro senza intervalli) volano
senza distogliere l’attenzione dello spettatore.
Le scene di Jacques
Gabel rappresentano, in “Le smanie per la villeggiatura” e in “Il ritorno dalla
villeggiatura”, l’interno di un palazzo di Livorno, in cui si svolgono le
vicende dei personaggi, con tutti i bauli sparsi qua e là - da riempire al
momento della partenza; da sfare al momento del ritorno. Ma la scena certamente
più suggestiva è quella realizzata per “Le avventure della villeggiatura”, dove
sullo sfondo si apre un aperto paesaggio di campagna, incorniciato ai lati da
eleganti piccoli edifici aperti al gioco scenico. A questa straordinaria
bellezza partecipano il ben congegnato disegno luci di Joël Hourbeigt - capace
di giocare con la luce come se fosse un vero e proprio cielo – e i costumi di
Renato Bianchi, studiati per stare l’uno accanto all’altro e per dare
nell’ensemble una sensazione armonica di freschezza e limpidezza.
Non posso fare a meno
di ricordare il momento che è stato forse il più felice dal punto di vista
della bellezza visuale: immaginate un mucchio di eleganti sedie in mezzo al
palcoscenico, qualcuna vuota, qualcuna con i personaggi della scena che
guardano la platea in modo frontale; immaginate una violinista che interpreta
una malinconica melodia diegetica, davanti allo sguardo meravigliato del
“pubblico” composto dai personaggi della scena. Noi intravediamo i loro volti
mentre la violinista (Floriane Bonanni) suona messa quasi in oscurità dal
disegno luci. Tutto questo decorato dalla scenografia paesaggistica sullo
sfondo e da dei lampioni cinesi disposti al di sopra della scena: un momento
veramente romantico e indimenticabile.
Gli attori infine,
non per importanza, ma per conseguenza, sono tutti artefici di un’ottima prova
(anche gli allievi della Comédie-Française), rispettano i ritmi
scenici e si muovono sul palco con sicurezza e disinvoltura. Mi dispiace non
poterli citare tutti, ma metterò in evidenza le interpretazioni fresche,
vivaci, energicamente e artisticamente vitali di Giorgia Scalliet nei panni di
Giacinta e di Anne Kessler, nel ruolo di Vittoria. Certo, ottime le
interpretazioni del “Leonardo” Laurent Stocker, che regge brillantemente il
palco per tutte le ore dello spettacolo, e di Bruno Raffaelli, decisamente un
Fulgenzio imponente e divertente allo stesso tempo. Mi è piaciuta anche Elsa
Lepoivre, nei panni di Brigida, cameriera di Giacinta, una cameriera saggia,
devotamente fedele alla padrona.
In definitiva, una
piacevolissima giornata teatrale passata alla Comédie- Française, in cui si è
visto uno spettacolo – degli spettacoli – organizzato e apprezzabile in tutte
le sue parti.
Stefano Duranti
Poccetti
La
Trilogie de la villégiature
De Carlo Goldoni
texte français de Myriam Tanant
DU 16 AU 30 SEPTEMBRE 2013
durée 4h30 avec deux entractes
Mise en scène d’Alain Françon
Version scénique Alain FRANÇON et
Adèle CHANIOLLEAUI Dramaturgie et assistanat à la mise en scène Adèle
CHANIOLLEAU I Scénographie Jacques GABEL I Costumes Renato BIANCHI I Lumières
Joël HOURBEIGT I Son Daniel DESHAYS I Musique originale Marie-Jeanne SÉRÉRO I
Maquillages Carole ANQUETIL I Ledécor et les costumes ont été réalisés dans les
ateliers de la Comédie-Française.
avec
Anne
KESSLER, Vittoria
Éric
RUF, Paolo
Bruno
RAFFAELLI, Fulgenzio
Florence
VIALA, Costanza
Jérôme
POULY, Cecco
Laurent
STOCKER, Leonardo
Guillaume
GALLIENNE, Guglielmo
Michel
VUILLERMOZ, Ferdinando
Elsa
LEPOIVRE, Brigida
Hervé
PIERRE, Filippo
Georgia
SCALLIET, Giacinta
Adeline
D’HERMY, Rosina
Danièle
LEBRUN, Sabina
Benjamin
LAVERNHE, Tognino
et les élèves-comédiens
de la Comédie-Française
Matĕj
HOFMANN, Servante chez M. Filippo
Paul
McALEER, Serviteur chez Mme Costanza
Pauline
TRICOT,Tita
Gabriel
TUR, Beltrame
et
Floriane BONANNI, la Violoniste
Un des plus beaux spectacle qu'on puisse voir au français cette saison, avec "le chapeau de paille d'Italie"...
RispondiEliminaà mon humble avis... Patrice
Je vais la voir dimanche à 14h; j'ai vu le Labiche et oui il est sensationnel aussi :-) Arthur
RispondiEliminaUne superbe interprétation à voir et même à revoir Jean
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